Doni e Santoni in Procura Attese nuove rivelazioni
Oggi a Cremona due interrogatori-chiave per il futuro dell’inchiesta L’ex preparatore dei portieri del Ravenna può inguaiare l’atalanta
gli amici di Cervia, anche attraverso la scheda intestata a un romeno, nei giorni e nelle ore precedenti la partita (fino a circa mezz’ora prima dell’inizio) e nei minuti successivi, è simile a quello che caratterizzò la taroccata Atalanta-piacenza. Aquanto pare, Doni è disposto a definire meglio le proprie responsabilità. Anche perché potrebbe essere Nicola Santoni a farlo. Dopo essere stato messo al corrente dal pm Di Martino del contenuto degli interrogatori di Benfenati e Doni, infatti, Santoni chiese (e ottenne) di poter definire meglio la propria linea difensiva, inizialmente mirata a non creare problemi all’amico e all’atalanta. I 40 mila euro Santoni, in particolare, dovrà spiegare chi fu a consegnargli i 40 mila euro da girare a Parlato, dove e quando li ebbe materialmente, ed eventualmente per conto di chi. Quei soldi, infatti, non possono essere parte della vincita realizzata con la scommessa su Atalanta-piacenza — come disse il preparatore dei portieri del Ravenna già in estate— visto che vennero consegnati all’uscita di Parma dell’autostrada A1 quando la partita si stava concludendo... Da verificare, inoltre, da dove arrivavano i 25 mila euro dati da Doni a Santoni per saldare il conto dell’avvocato Dinacci (ma anche come prezzo per il silenzio). Secondo Doni, quei soldi li aveva chiesti al padre «con una scusa». E’ probabile che Di Martino voglia anche sapere da Santoni che cosa rivelò di così grave a Manfredini, la scorsa estate al bagno «I figli del Sole», visto che Doni si lamentò di essere stato messo in cattiva luce con gli altri compagni. Se dovesse saltare fuori che Manfredini venne messo al corrente dei traffici illeciti del compagno, il difensore — prosciolto in secondo grado per Ascoli-atalanta— rischierebbe un nuovo deferimento, stavolta per omessa denuncia.