La Gazzetta dello Sport - Sicilia
Ultima chiamata per la salvezza
FROSINONE SOGNA LA PRIMA VOLTA L’UDINESE GIOCA CONTRO LA PAURA I ciociari non si sono mai salvati in A, i friulani sempre presenti dal 1995. Stasera la testa conterà quanto la tattica e la tecnica
Una partita? No, tante partite in una. La sfida tra Frosinone e Udinese è ben più che uno spareggio, anche perché tecnicamente non lo è nemmeno: al fischio d’inizio sarebbero entrambe salve e in B retrocederebbe l’Empoli. Ma nel corso della serata potrebbe diventare proprio quello, uno spareggio, un incontro che segna il confine tra gioia e dolore, sorrisi e lacrime, salvezza e retrocessione. Ecco perché sono tante partite in una. Tutto quello che succederà allo Stirpe e al Castellani condizionerà lo sviluppo dell’incontro e, per quanto si cerchi di giocare senza pensare a ciò che accade 365 chilometri più a Nord, è umanamente impossibile che accada. Dentro a questa partita ci sono anche le trentasette precedenti e non è un caso che il Frosinone sia avanti e l’Udinese sia costretta a pensare all’Empoli un po’ più di quanto facciano i ciociari.
Il percorso Il calendario asimmetrico ha messo un campionato intero e più di otto mesi e mezzo (per la precisione 267 giorni) tra l’andata e il ritorno di questa sfida. Era il 2 settembre 2023, terza giornata, e in Friuli finì 0-0. Il Frosinone è piaciuto di più nella prima metà della stagione, ma quando ha perso un po’ di brillantezza ha acquisito solidità e con una vittoria stasera chiuderebbe con un rendimento assolutamente analogo: 19 punti al giro di boa, 19 da lì in avanti. Una media di un punto a partita che meriterebbe un voto alto in pagella. L’Udinese, invece, chiuse a 17 l’andata e ha già fatto 17 punti nel ritorno: può addirittura fare meglio (grazie soprattutto a quanto raccolto negli ultimi quattro turni), ma un pareggio potrebbe non bastare. D’altronde è stata una stagione sull’altalena, con tre cambi in panchina: Sottil, Cioffi, Cannavaro. E la sensazione di non riuscire a tirarsi fuori dalle sabbie mobili. E’ la squadra che ha vinto meno partite (5) e ne ha pareggiate di più (19). Il paradosso è che l’Udinese è in lotta per la salvezza grazie alle vittorie sul campo di Milan, Juve e Lazio: nove punti insperati che hanno cambiato lo scenario.
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Attenzione Oggi è difficile inquadrare la partita dal punto di vista tattico senza considerare l’aspetto mentale. Frosinone e Udinese potrebbero piazzarsi a specchio (3-4-2-1), ma se davanti allo specchio ci si mettessero davvero coglierebbero molta paura. Eusebio Di Francesco, bravissimo prima a dare un’identità a una squadra giovane e poi a intervenire sulla fragilità difensiva (cinque clean sheet nelle ultime sette gare, due nelle prime trenta), la presenta così: «Non giocheremo per il pareggio. Dobbiamo mettere in campo tanto coraggio, intelligenza e attenzione». Fabio Cannavaro, che ha avuto un ottimo impatto sul gruppo bianconero, non fa calcoli: «Bisogna giocare con la testa. Se vogliamo risolverla nel primo tempo o tendendo l’orecchio a ciò che succede sugli altri campi, sbagliamo». Walid Cheddira (8 reti) e Lorenzo Lucca (9) cercano la doppia cifra, Mati Soulè e Lazar Samardzic la magia del buon ricordo. Il Frosinone non si è mai salvato in A: è una bella realtà provinciale che sta cercando di consolidarsi. L’Udinese dal 1995-96 è sempre presente tra i grandi e da allora ha giocato dieci volte le coppe europee e una la Champions League. Due mondi diversi che oggi si confrontano con un obiettivo comune: la salvezza. E’ molto più di una partita.
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