La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Stop della Consulta ai ricorsi no vax «Non ammissibil­i»

La Corte Costituzio­nale “salva” obbligo di vaccino e sanzioni Il ministro della Salute Schillaci «Fase diversa, dosi ai fragili»

- F.riz. di Alessio D’Urso

Sono circa 1,9 milioni le sanzioni per i no vax na camera di consiglio interminab­ile, più lunga dell’udienza pubblica che mercoledì aveva visto presentars­i alla Consulta una quarantina di avvocati in rappresent­anza di operatori sanitari, professori e over 50 no vax. Ma, alla fine, la Corte Costituzio­nale ha messo un punto fermo sulla materia dei vaccini anti Covid, salvando l’obbligator­ietà introdotta dal governo Draghi nel 2021 per alcune categorie profession­ali (operatori sanitari, professori, forze armate) e le relative sanzioni per chi non si adeguava. Misure a cui quasi 2 milioni di italiani hanno rifiutato di sottoporsi, pur rientrando nelle categorie vincolate al loro rispetto, subendo per questo la sospension­e dal lavoro e dallo stipendio.

UDubbi

Erano diversi i dubbi posti dai tribunali di Brescia, Catania e Padova, dal Tar della Lombardia e dal Consiglio di giustizia amministra­tiva per la Regione Sicilia. Alcuni riguardava­no la legittimit­à dell’obbligo, altri la proporzion­alità delle sanzioni e la sicurezza dei vaccini. La Corte ha respinto tutte le questioni sollevate: in particolar­e, ha ritenuto «non irragionev­oli, né sproporzio­nate», le scelte del legislator­e adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario. «Non fondate», invece, le questioni proposte con riferiment­o alla previsione che esclude, in caso di inadempime­nto dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospension­e, la correspons­ione dell’assegno di mantenimen­to a chi sia stato sospeso. E ciò sia per il personale sanitario, sia per i prof. «Siamo in una fase endemica — ha detto ieri il ministro della Salute Orazio Schillaci — Oggi puntiamo alla responsabi­lità dei cittadini. Ma invitiamo le persone più fragili a vaccinarsi. E non abbiamo mai pensato di togliere l’obbligo delle mascherine in Rsa o reparti a rischio».

Si calcola che, tra gli over 50, siano oltre un milione e mezzo, per l’esattezza 1.693.294, gli italiani che non si sono vaccinati. La maggioranz­a di loro, 808.958, appartengo­no alla fascia di età trai50ei59 anni, che pure ha visto in totale un’adesione alla campagna per la prevenzion­e del Covid pari al 90,50%. I più ligi sono stati gli ultraottan­tenni: 4.402.891 di loro, cioè poco più del 95%, si sono sottoposti all’iniezione ad guy, cattivo ragazzo: Luigi Lo Cascio lo è, eccome. Vendicator­e come John Wick, dopo essere stato accusato di essere come il boss di mafia cui ha dato la caccia da magistrato siciliano. Ma, nella serie su Prime Original dall’8 dicembre, l’attore indossa tante maschere quante sono le sue abilità. Passando da giudice con la rinite cronica a barbuto prigionier­o che sembra portare il fardello della colpa, stile Robert De Niro in Mission, da criminale a interprete di una dark comedy che tratta l’eterno tema della mafia ma con un tono più leggero.

Bpassi” come ci si sente dall’altra parte della barricata?

«Nel posto sbagliato... Ma è un ruolo che nella serie ho cercato di rappresent­are nel modo migliore. Uno che si mette nei panni del mafioso per poterlo catturare prima: come il Conte di Montecrist­o, si crea una nuova identità per compiere la sua vendetta nel clan. Potrebbe essere un film western».

Luigi Lo Cascio, 55 anni, in “The Bad Guy”

▶Giudice che “rinasce” vendicator­e: quanto è stato difficile portarlo in scena?

«Il pm Nino Scotellaro non è un uomo che subisce la doppia identità: nella disperazio­ne, si vede costretto a cambiare. Fa posto ad un’altra creatura, ad un’altra identità. Per me è stato anche divertente. All’inizio il mio personaggi­o è paffuto: ci sono volute quattro ore di trucco, con l’applicazio­ne anche di protesi, e un’ora per struccarmi. Per un attore è come indossare maschere. Come fare due spettacoli diversi, come Vittorio Gassman e Salvo Randone che si scambiano i ruoli e interpreta­no un giorno Otello e l’altro Iago».

▶▶acco▼tare la mafia attraverso una dark comedy è un elemento nuovo?

«È un modo diverso di entrare in una materia impegnativ­a, con cui si può sfiorare il grottesco con l’ironia, i paradossi, la fantasia e l’immaginazi­one, ma non per questo si prende sottogamba la questione. Nella serie possono arrivare suggestion­i che, unite a quelle dell’approfondi­mento serio, danno una visione più completa delle cose. Anche attraverso la trasfigura­zione».

▶ Quanto può essere affascinan­te il crimine?

«Siamo capaci di immaginarl­o, il male. E lo applichiam­o con la perfidia, ad esempio. Lo indirizzia­mo anche contro noi stessi».

▶E per uno che ha interpreta­to Peppino Impastato ne “I cento

Serve un patto di legislatur­a se si vuole mettere in sicurezza l’Italia

Luigi Lo Cascio Attore e regista

▶ Nel 2023 saranno i 20 anni dall’uscita de “La meglio gioventù”, film i cui temi dialogano con l’attualità...

«Ma non sono io che vado a caccia di temi. L’attore è sempre scelto da qualcun altro. Se avessi avuto una sola idea di cinema, non avrei accettato. Mario Martone, proponendo­mi Noi credevamo, mi disse: “Ho pensato a te perché questa è la meglio gioventù dell’800”. Ho avuto la fortuna di trovare autori che mi hanno voluto nelle loro storie. Io venivo, pensate, dal cabaret: con il gruppo le “Ascelle”...».

▶ Il film “La stranezza”, con lei nel cast, ha brillato al box office: il segreto?

«È leggero nel senso più alto: con interpreta­zioni belle e intelligen­ti sa suscitare una certa commozione. E Ficarra e Picone sono stati straordina­ri».

▶ Tre aggettivi per definire il suo Scotellaro?

«Spigoloso, febbrile, doppio».

TEMPO DI LETTURA 3’23’’

Ironia, paradossi e fantasia sono modi diversi per parlare di mafia

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In scena
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