La Gazzetta dello Sport - Romana
Martinenghi rana da amare «Non solo i podi voglio emozioni»
In gara con i brillanti, dai bronzi di Tokyo alla nuova sfida contro Peaty e Qin: «A loro non penso. L’obiettivo è essere io al 100%»
La vittoria a volte è fine a se stessa, appaga solo un po’: l’emozione invece rimane, è come dire sono il numero 1
Puoi anche essere il più forti di tutti ma poi non serve a nulla se non riesci a confermarti il giorno della tua gara
Ho aderito a diverse iniziative in difesa dei mari, tutti possiamo fare qualcosa. Contento per la parità di genere
Io e Ceccon diversi ma sui temi più profondi e personali ci troviamo: Thomas mi trasmette cose che mi arricchiscono
Ama ciò che brilla, Nicolò Martinenghi, che a Parigi insegue una terza medaglia, magari del materiale più prezioso, da ranista favorito, senza che l’ansia gli tolga il sorriso.«Che si tratti di Olimpiade – spiega alla Gazzetta - o di gare meno prestigiose, cerco di approcciarmi nello stesso modo. È importante mantenere l’adrenalina al punto giusto. Va presa la giusta distanza dell’evento Olimpiade, dalla vita nel villaggio olimpico, dalla bellezza di Parigi. A un certo punto bisogna chiudersi in se stessi. Ho la fortuna di gareggiare il primo giorno, non avrò tempo per distrarmi. Alla fine ci sarà la staffetta, ma l’approccio è più di squadra, quasi goliardico».
▶In cosa Parigi sarà diversa da Tokyo per lei?
«Al parte la pandemia e l’assenza del pubblico, cambia la voglia di godermi di più l’emozione olimpica. Di Tokyo ho pochi ricordi nitidi o tatuaggi che mi rimandino a quei momenti. Vorrei captare più emozioni possibile e fra 30 anni dirmi che conosco ciò che i futuri campioni vivranno ai Giochi».
▶Cosa si ricorda di Tokyo?
«Quasi niente. Ricordo molto poco pure del momento sul podio. Davvero strano».
▶ A lei piacciono brillanti e metalli preziosi, quindi a Parigi solo l’oro può farla felice?
«A Parigi ci vado per confermami, ma anche per ritrovare mentalmente il Nicolò di due anni fa. Da allora ho raccolto tanti risultati, ma a volte la vittoria è fine a se stessa. Come dice Paltrineri, la medaglia è un appagamento momentaneo che svanisce. Mentre l’emozione rimane, come il fatto di poter dire di essere il numero 1 al mondo».
▶I suoi avversari principali?
«L’inglese Peaty e il cinese Qin, ma non ci penso. Si può essere più forti di tutti, ma non serve a niente se non lo confermi il giorno della gara. L’obiettivo è arrivare al 100% per il mio obiettivo».
▶Si impara di più dalla vittoria o dalla sconfitta?
«Ho un bel rapporto con entrambe. È molto più bello imparare dalla vittoria, anche se la sconfitta non è necessariamente negativa. La vittoria ti motiva con gioia per ripeterti. La sconfitta, con cattiveria e rabbia».
▶Saranno Giochi senza russi.
«Non sono esperto di politica internazionale, ma credo che punire lo sport non sia il miglior mezzo per arrivare alla soluzione di un conflitto. Soprattutto se in certi sport, come nel tennis, si fa il contrario del nuoto, facendo gareggiare i russi. Lo sport dovrebbe favorire il dialogo, invece viene spesso strumentalizzato».
▶L’oro e poi si fa un tatuaggio?
«È chiaro che l’oro, che sia a Parigi o a Los Angeles, non te lo toglie nessuno. Sono sicuro che anche Thomas Ceccon sarebbe pronto a scambiare il suo record del mondo per la medaglia d’oro. I record esistono per essere battuti, l’oro rimane tuo. Ma non mi farò nessun tatuaggio».
▶Con Ceccon siete molto amici e molto diversi.
«Abbiamo caratteri quasi opposti, ma ci accomunano tante cose. Al di là dei momenti di divertimento, ci confrontiamo su temi più profondi, personali. Thomas mi trasmette poi la sua grande passione per lo sport, è arricchente parlare anche di cose tecniche nel nostro lavoro».
▶I primi ricordi olimpici?
«Pechino 2008, le otto medaglie d’oro di Phelps, la Pellegrini regina dei 200. Sembravano cose lontanissime, poi quando mi ci son trovato non ci ho fatto quasi caso. Non è una frase fatta: il sogno di ogni sportivo è l’Olimpiade».
▶ È la prima eco-sostenibile e di parità di genere.
«Sono temi importanti. Ho aderito a molte iniziative in difesa dei mari. È giusto sensibilizzare pure via social, tutti possiamo far qualcosa, ma ai Giochi è l’ultima cosa a cui pensi».
▶Cosa ne dice di Errigo e Tamberi portabandiera?
«A ridosso dell’Olimpiade capisco l’importanza del ruolo. È come una medaglia olimpica, visto che rappresenti il tricolore e l’Italia. Il merito di Errigo e Tamberi non si discute, mi sarebbe piaciuto vedere Paltrinieri per i valori che trasmette».
▶Posta spesso le foto con la fidanzata: matrimonio in vista?
«Stiamo insieme da 6 anni, ma entrambi su percorsi diversi. Lei sta finendo gli studi, io ho da gestire la carriera. Non sono ancora pronto».
▶Da tifoso nerazzurro: meglio l’oro a Parigi o l’Inter che vince la Champions?
«Faccio l’egoista: meglio l’oro con l’Inter che vince la Champions! Nel 2021 l’Inter vinse lo scudetto, come quest’anno, e le Olimpiadi andarono bene. Chissà che non si ripeta».
▶Cosa andrà a vedere a Parigi?
«Se riesco una gara di atletica, e sfrutterò i giorni liberi per vivere la città, prima che il mio allenatore mi riporti in vasca».