La Gazzetta dello Sport - Romana

Martinengh­i rana da amare «Non solo i podi voglio emozioni»

In gara con i brillanti, dai bronzi di Tokyo alla nuova sfida contro Peaty e Qin: «A loro non penso. L’obiettivo è essere io al 100%»

- di Alessandro Grandesso PARIGI

La vittoria a volte è fine a se stessa, appaga solo un po’: l’emozione invece rimane, è come dire sono il numero 1

Puoi anche essere il più forti di tutti ma poi non serve a nulla se non riesci a confermart­i il giorno della tua gara

Ho aderito a diverse iniziative in difesa dei mari, tutti possiamo fare qualcosa. Contento per la parità di genere

Io e Ceccon diversi ma sui temi più profondi e personali ci troviamo: Thomas mi trasmette cose che mi arricchisc­ono

Ama ciò che brilla, Nicolò Martinengh­i, che a Parigi insegue una terza medaglia, magari del materiale più prezioso, da ranista favorito, senza che l’ansia gli tolga il sorriso.«Che si tratti di Olimpiade – spiega alla Gazzetta - o di gare meno prestigios­e, cerco di approcciar­mi nello stesso modo. È importante mantenere l’adrenalina al punto giusto. Va presa la giusta distanza dell’evento Olimpiade, dalla vita nel villaggio olimpico, dalla bellezza di Parigi. A un certo punto bisogna chiudersi in se stessi. Ho la fortuna di gareggiare il primo giorno, non avrò tempo per distrarmi. Alla fine ci sarà la staffetta, ma l’approccio è più di squadra, quasi goliardico».

▶In cosa Parigi sarà diversa da Tokyo per lei?

«Al parte la pandemia e l’assenza del pubblico, cambia la voglia di godermi di più l’emozione olimpica. Di Tokyo ho pochi ricordi nitidi o tatuaggi che mi rimandino a quei momenti. Vorrei captare più emozioni possibile e fra 30 anni dirmi che conosco ciò che i futuri campioni vivranno ai Giochi».

▶Cosa si ricorda di Tokyo?

«Quasi niente. Ricordo molto poco pure del momento sul podio. Davvero strano».

▶ A lei piacciono brillanti e metalli preziosi, quindi a Parigi solo l’oro può farla felice?

«A Parigi ci vado per confermami, ma anche per ritrovare mentalment­e il Nicolò di due anni fa. Da allora ho raccolto tanti risultati, ma a volte la vittoria è fine a se stessa. Come dice Paltrineri, la medaglia è un appagament­o momentaneo che svanisce. Mentre l’emozione rimane, come il fatto di poter dire di essere il numero 1 al mondo».

▶I suoi avversari principali?

«L’inglese Peaty e il cinese Qin, ma non ci penso. Si può essere più forti di tutti, ma non serve a niente se non lo confermi il giorno della gara. L’obiettivo è arrivare al 100% per il mio obiettivo».

▶Si impara di più dalla vittoria o dalla sconfitta?

«Ho un bel rapporto con entrambe. È molto più bello imparare dalla vittoria, anche se la sconfitta non è necessaria­mente negativa. La vittoria ti motiva con gioia per ripeterti. La sconfitta, con cattiveria e rabbia».

▶Saranno Giochi senza russi.

«Non sono esperto di politica internazio­nale, ma credo che punire lo sport non sia il miglior mezzo per arrivare alla soluzione di un conflitto. Soprattutt­o se in certi sport, come nel tennis, si fa il contrario del nuoto, facendo gareggiare i russi. Lo sport dovrebbe favorire il dialogo, invece viene spesso strumental­izzato».

▶L’oro e poi si fa un tatuaggio?

«È chiaro che l’oro, che sia a Parigi o a Los Angeles, non te lo toglie nessuno. Sono sicuro che anche Thomas Ceccon sarebbe pronto a scambiare il suo record del mondo per la medaglia d’oro. I record esistono per essere battuti, l’oro rimane tuo. Ma non mi farò nessun tatuaggio».

▶Con Ceccon siete molto amici e molto diversi.

«Abbiamo caratteri quasi opposti, ma ci accomunano tante cose. Al di là dei momenti di divertimen­to, ci confrontia­mo su temi più profondi, personali. Thomas mi trasmette poi la sua grande passione per lo sport, è arricchent­e parlare anche di cose tecniche nel nostro lavoro».

▶I primi ricordi olimpici?

«Pechino 2008, le otto medaglie d’oro di Phelps, la Pellegrini regina dei 200. Sembravano cose lontanissi­me, poi quando mi ci son trovato non ci ho fatto quasi caso. Non è una frase fatta: il sogno di ogni sportivo è l’Olimpiade».

▶ È la prima eco-sostenibil­e e di parità di genere.

«Sono temi importanti. Ho aderito a molte iniziative in difesa dei mari. È giusto sensibiliz­zare pure via social, tutti possiamo far qualcosa, ma ai Giochi è l’ultima cosa a cui pensi».

▶Cosa ne dice di Errigo e Tamberi portabandi­era?

«A ridosso dell’Olimpiade capisco l’importanza del ruolo. È come una medaglia olimpica, visto che rappresent­i il tricolore e l’Italia. Il merito di Errigo e Tamberi non si discute, mi sarebbe piaciuto vedere Paltrinier­i per i valori che trasmette».

▶Posta spesso le foto con la fidanzata: matrimonio in vista?

«Stiamo insieme da 6 anni, ma entrambi su percorsi diversi. Lei sta finendo gli studi, io ho da gestire la carriera. Non sono ancora pronto».

▶Da tifoso nerazzurro: meglio l’oro a Parigi o l’Inter che vince la Champions?

«Faccio l’egoista: meglio l’oro con l’Inter che vince la Champions! Nel 2021 l’Inter vinse lo scudetto, come quest’anno, e le Olimpiadi andarono bene. Chissà che non si ripeta».

▶Cosa andrà a vedere a Parigi?

«Se riesco una gara di atletica, e sfrutterò i giorni liberi per vivere la città, prima che il mio allenatore mi riporti in vasca».

 ?? ?? Pensieri sulla Senna
Nicolò Martinengh­i sulla Senna (segnali di ottimismo sulla qualità dell’acqua): il ranista varesino cerca la grande conferma olimpica dopo i due podi di Tokyo
Pensieri sulla Senna Nicolò Martinengh­i sulla Senna (segnali di ottimismo sulla qualità dell’acqua): il ranista varesino cerca la grande conferma olimpica dopo i due podi di Tokyo
 ?? ?? Continuità Nicolò Martinengh­i, 24 anni, dal 2021 è sempre andato a medaglia tra Giochi, Mondiali ed Europei
Continuità Nicolò Martinengh­i, 24 anni, dal 2021 è sempre andato a medaglia tra Giochi, Mondiali ed Europei

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy