La Gazzetta dello Sport - Romana

Zaniolo ascolti Mancini e non disperda il suo talento

- di Andrea Di Caro

Caro Nicolò ascolti Roberto Mancini. Se anche il c.t. della Nazionale che per primo ne evidenziò il talento convocando­lo in Nazionale quando non aveva disputato una partita in A, gli manda un avviso chiaro, forse è il caso che Zaniolo si fermi un attimo a riflettere. Nell’intervista al nostro Andrea Elefante, il tecnico azzurro riavvolge il nastro dei ricordi dell’Europeo vinto l’11 luglio scorso ma guarda anche al futuro e ai giovani talenti chiamati a crescere. Tra questi c’è Zaniolo, al centro di una trattativa di mercato ancora non decollata tra Roma e Juve. Per Mancio sembra non avere molta importanza se giocherà con l’una o l’altra squadra, il messaggio che gli invia è un altro: «Deve capire bene la fortuna che lo ha accompagna­to: in un lampo ha avuto la Nazionale e la Roma, non può perdere ancora tempo e occasioni disperdend­o le qualità che ha». Da giovane sconosciut­o a stella in pochi mesi, Zaniolo ha conosciuto un’esplosione precoce poi interrotta da due interventi alle ginocchia. In quei casi no, fortunato non lo è stato davvero, ma anche da un letto di una clinica e poi durante le due lunghe fasi di rieducazio­ne tra un infortunio e l’altro è sempre rimasto sulle prime pagine dei giornali. Ci sono giocatori di talento ma non di copertina e altri invece che portano con sé oltre ai colpi in campo, anche polemiche, atteggiame­nti, reazioni ed episodi pubblici e privati che l’era dei social e dell’immagine amplifica a dismisura. E così Nicolò, le cui qualità tecniche sono poco discutibil­i, è sempre sovraespos­to. Lui fa poco per evitarlo. Il suo entourage ancora meno. Sulla carta ha tutto per diventare un top, ma il messaggio di Mancini a quasi quattro anni da quella prima convocazio­ne nel settembre 2018 cela una paterna preoccupaz­ione: che tutto quel talento che fatica a trovare la giusta continuità possa disperders­i tra distrazion­i, atteggiame­nti non perfetti, esagerata esaltazion­e dei suoi mezzi, piccole polemiche extra campo. La scorsa stagione è stata salvata soprattutt­o dalla Conference League (tripletta nei quarti di finale al Bodo e gol in finale al Feyenoord). In campionato il rendimento è stato appena sufficient­e.

Ci sarebbe da spingere, testa bassa e pedalare, recuperare il tempo perduto, essere decisivo nella squadra di club, entrare in pianta stabile nel gruppo azzurro (finora, tra Under 21 e Nazionale, 17 presenze e due reti). E invece si parla solo di contratto, valutazion­i top, trasferime­nti, ingaggio da raddoppiar­e o quasi. Più sulla fiducia legata a quello che potrebbe diventare, rispetto a quello che oggi è: un talento che deve trovare continuità, aumentare il numero di gol e assist, essere decisivo in tante partite che contano. Le statistich­e dello scorso anno in Serie A recitano due gol e due assist. Uno come lui per meritare ciò che chiede, dovrebbe andare in doppia cifra su tutto: gol, assist, palloni recuperati. E non solo per meritarsi certi emolumenti (c’è chi guadagna anche più di lui e non ha i suoi colpi...) ma per meritarsi un posto tra i grandi, avere una carriera da big, far parlare di sé per la sua classe in campo e non per i cori, le polemiche social, le scelte di vita privata che restano solo sue. Da Cassano (colpi sublimi) a Balo (fisico super) di talenti che hanno guadagnato tanto e realizzato poco, nei club e in Nazionale, ce ne sono parecchi. A Zaniolo auguriamo un giorno di non dover contare insieme ai milioni anche le occasioni perdute. Dovunque giocherà il prossimo anno, cambi marcia. Ascolti il suo c.t.

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 ?? ?? Dammi retta Il c.t. Mancini con Nicolò Zaniolo in Nazionale nel 2021
Dammi retta Il c.t. Mancini con Nicolò Zaniolo in Nazionale nel 2021

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