La Gazzetta dello Sport - Romana
Acerbi fatto fuori
Ai ferri corti con gli ultrà la Lazio lo manda in tribuna
Dopo gli insulti in allenamento il difensore ha saltato il test di ieri Non resta che preparare le valigie
Un rapporto che si sta concludendo nel modo peggiore. Tra insulti, cori velenosi e attriti che si moltiplicano. Francesco Acerbi e la Lazio sono ormai da mesi ai titoli di coda. Ma quella che può essere una normale fine di un legame sportivo viene ora sempre più travolta dalla contestazione di una parte della tifoseria verso il centrale della Nazionale. Ed è riesplosa sabato pomeriggio, poche ore dopo l’arrivo del difensore nel ritiro di Auronzo di Cadore. Appena sbucato sul campo, Acerbi è stato bersagliato da insulti e cori durissimi da un gruppetto di tifosi che lo “invitavano” anche ad andare via, facendo leva su quelle che sono le strategie di mercato. Dal giocatore, molto irritato per questa situazione di alta tensione che si trascina da mesi, è scattato un applauso di carattere chiaramente ironico con un gesto di ok indirizzato verso i contestatori. È stato notato subito un atto di stizza da parte di Sarri verso quei tifosi che stavano insultando Acerbi. Immediata pure la reazione di alcuni ragazzini che hanno urlato il proprio “basta”, subito seguiti dall’applauso dei tifosi che erano sulla tribuna dello Zandegiacomo ad assistere all’allenamento della Lazio: un modo per dissociarsi da quei veleni, per cercare di far sentire il proprio sostegno al difensore. Un clima decisamente pesante attorno ad Acerbi: ieri si è voluto evitare il rischio di una possibile coda e il centrale non è stato schierato nel corso dell’amichevole contro l’Auronzo.
Senza ritorno Lo strappo, anzi la miccia da cui tutto è partito, risale alla sua esultanza dopo il gol segnato nella vittoria interna col Genoa del 17 dicembre scorso. Con le mani dietro le orecchie e poi il dito davanti alla bocca. Una vena polemica legata alle critiche, anche via social, subite dopo la gara contro il Sassuolo quando era stato inserito sul banco degli imputati per il secondo gol subito dalla Lazio. Poche ore dopo, con un post su Instagram, la retromarcia: «Ho fatto un gesto sbagliato, è stato dettato dall’adrenalina». Ma la rottura con una parte della tifoseria non è stata più ricomposta. Una settimana dopo anche nell’esultanza al gol di Venezia Acerbi venne ricoperto di fischi. E così anche dopo il suo rientro in campo a marzo, per uno stop di due mesi ai flessori. Praticamente ogni suo intervento sottolineato da cori e fischi, anche se specialmente nelle gare interne partivano gli applausi dalle tribune dell’Olimpico come un gesto di solidarietà ad Acerbi. Poi la sera del 24 aprile, una scena che ancor di più ha incendiato i rapporti. Un fermo-immagine televisivo nell’attimo dopo il gol di Tonali che nel finale di partita dà la vittoria al Milan inquadra il ghigno di Acerbi mentre raccoglie il pallone in rete. In pochi minuti la foto diventa virale. Accompagnata dall’immagine in cui un compagno di squadra, Adam Marusic, lo va rimproverare per quanto appena successo. «Era un sorriso isterico», provò a giustificarsi immediatamente via social senza però risultare convincente. E il filo della contestazione non lo ha risparmiato nemmeno dopo il gol che allo scadere ha dato la vittoria a La Spezia, decisiva per la qualificazione in Europa League.
Sul mercato Con Sarri è calato il suo rendimento dopo le tre stagioni felici con Inzaghi, che lo volle per il dopo De Vrij. Da tempo Acerbi ha chiesto di essere ceduto. Così la Lazio ha puntato su Romagnoli. A 34 anni con un contratto col club biancoceleste (4 milioni la richiesta per cederlo) fino al 2025 da 2,5 milioni a stagione non ha finora avuto quelle richieste che si aspettava. Nel ritiro di Auronzo, da separato in casa, Acerbi attende una nuova squadra. Ma il finale con la Lazio è di un’amarezza infinita.