La Gazzetta dello Sport - Romana
Quel mitico tris al Brasile... Oggi Paolo Rossi è con noi
e queste sono le settimane in cui si celebrano i quarant’anni del Mondiale vinto dall’Italia di Enzo Bearzot, oggi è il giorno che ci ricorda la tripletta di Paolo Rossi al Brasile.
Una ricorrenza che per lui equivaleva a un compleanno perché ogni 5 luglio, fino a quando era tra noi, eravamo in tanti a fargli ancora i complimenti. Figuriamoci, quindi, se poteva passare inosservata questa coincidenza a un grande amante dello sport come il presidente Giovanni Malagò, che infatti oggi pomeriggio metterà a disposizione la Sala d’Onore del Coni, per ospitare la
Smostra intitolata “Un ragazzo d’oro Paolo Rossi” nella quale si potranno ammirare, tra gli altri cimeli, il Pallone d’oro e la Scarpa d’oro vinti nel 1982. Oltre a Malagò, ci saranno il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, il campione del mondo Marco Tardelli, e Federica Cappelletti, la moglie di Paolo, con le figlie Maria Vittoria e Sofia Elena.
Il grande ospite sarà l’arbitro di Italia-Brasile, l’israeliano Abraham Klein, 88 anni di incredibile freschezza, che ha accettato con entusiasmo questo invito nel ricordo della simpatia e della correttezza di Rossi, conosciuto il 25 giugno 1979 a Buenos Aires quando fischiò un’altra partita storica, in cui la squadra del Resto del mondo - guidata da Bearzot, con Cabrini, Tardelli, Causio e Rossi - superò 2-1 l’Argentina di Maradona guastandole la festa a un anno dal suo primo Mondiale vinto. Quella sera faceva fresco allo stadio “Monumental”, perché in Sudamerica era inverno. A Barcellona, invece, il 5 luglio 1982 c’erano 37 gradi con la “temperatura mas alta del siglo” come titolò il quotidiano locale La Vanguardia ,esi moriva di caldo come oggi in Italia. Eppure Rossi e compagni scesero in campo senza lamentarsi alle 17.15. E non a caso alle 17.15 di oggi Klein dichiarerà aperta la mostra, fischiando simbolicamente la fine della cerimonia nello stadio
Olimpico, che il presidente della Fifa, Gianni Infantino, aveva proposto di intitolare a Paolo Rossi, nel primo anniversario della sua scomparsa, il 9 dicembre scorso a Zurigo. Il tempo, che in questo caso non sembra il miglior alleato, aiuta invece a moltiplicare i ricordi e l’importanza del pomeriggio in cui Rossi diede ragione a Bearzot, tornando il Pablito di quattro anni prima quando segnò subito al suo esordio mondiale contro la Francia. In Argentina arrivò con la maglia del Vicenza di G.B. Fabbri, che trascinò a uno storico secondo posto vincendo la classifica dei cannonieri con 24 gol.
E proprio a Vicenza, dove tra l’altro è nato il suo primo figlio, Alessandro, Pablito sarà ricordato per due giorni: alle 21.30 di oggi all’Araceli
Cinema con la proiezione del film L’uomo, il campione, la leggenda e domani sera nel corso di una serata speciale in cui sarà presentata in anteprima una canzone commissionata a Mario
Lavezzi da Rossano, fratello di Paolo. Perché Pablito sarà sempre con noi, come ha ricordato Cabrini singhiozzando sull’altare nel giorno del funerale del suo grande amico. Anche se lui, con la solita modestia, aggiungerebbe che senza la parata di Zoff su Oscar all’ultimo minuto, quella sua tripletta non sarebbe servita a nulla.