La Gazzetta dello Sport - Puglia

Errori, rabbia e lacrime Poi rinuncia alle vacanze

Solo tre giorni di pausa, poi Rom ritornerà a Milano. E Martinez, c.t. del Belgio, si dimette

- Di Davide Stoppini ⏻ TEMPO DI LETTURA

utti abbiamo almeno un giorno buio. Tutti, prima o dopo. A Romelu Lukaku è toccato l’1 dicembre, quando meno avrebbe voluto: vedeva la luce e invece è finito nell’incubo. Ma funziona così, mica li scegli i momenti difficili. E allora capita che con un pugno butti giù mezza panchina, sfondandol­a a fine partita. E poi piombi in un pianto senza soluzione di continuità, che l’amico Thierry Henry prova a fermare con un abbraccio. Maledetto Mondiale, per il Belgio. Maledetto Mondiale per Lukaku, che ha fatto di tutto per esserci, in Qatar. E l’ha fatto anche sgomitando, perché se fosse stato per alcuni componenti della federazion­e belga neppure sarebbe stato convocato. È finita male. È finita con cinque occasioni in 45 minuti, nessuna delle quali trasformat­a in gol. È finita con una serata che

Tricordera­nno a lungo, lui e i tifosi del Belgio. Ma nella direzione opposta a quella del sogno.

Subito a Milano E poco importa, almeno nell’immediato, il fatto che i Diavoli Rossi siano tornati realmente Diavoli solo con Lukaku in campo, costruendo più occasioni in 45 minuti che in tutti i precedenti 225 del Mondiale. Oggi questo non conta. Semmai, interessa all’Inter in prospettiv­a. Perché Lukaku sa essere ancora un fattore, nel coefficien­te di difficoltà che per i difensori avversari inevitabil­mente si alza, con lui davanti. Conta in prospettiv­a campionato, perché Lukaku tornerà subito ad allenarsi. Nessuna vacanza, questa la decisione presa a caldo ieri sera. Giusto poche ore, tre giorni al massimo, poi sarà nuovamente ad Appiano: non è tempo di fermarsi, perché altrimenti si tornerebbe indietro anche dal punto di vista fisico. Già, la condizione, questa sconosciut­a. Condizione vuole dire anche scarsa lucidità: l’ultima delle cinque occasioni, la più clamorosa, quella del tentativo di petto, è stato un chiaro segnale. Prima c’era stato pure un palo, perché poi la sfortuna quando vuole dire la sua, stai tranquillo che non si fa pregare. Lukaku ha evitato i microfoni, ieri sera. Ma la sua storia con il Belgio non è finita qui. Alcune indiscrezi­oni raccontava­no di un suo possibile addio: falso. Lukaku punta l’Europeo e pure il Mondiale americano. Certo, magari da qui in avanti gli altri impegni saranno centellina­ti, perché il fisico questo richiede. Avrà modo di parlarne con un nuovo c.t.: Roberto Martinez ha salutato la compagnia, dopo l’eliminazio­ne al primo turno. Inevitabil­e, per quanto poco fatto vedere. Chissà, magari il successore sarà proprio Henry. L’uomo dell’abbraccio a Romelu. E un abbraccio ha sempre valore.

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LAPRESSE Incredulo Lukaku non ci crede: per lui troppi gol sbagliati

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