La Gazzetta dello Sport - Cagliari
LJUBICIC LA VEDE COSÌ «NOLE IL FAVORITO MEDVEDEV È DURA E NADAL CRESCE»
L’ex tecnico di Federer: «Djokovic resterà n.1 a lungo, la terra non fa per il russo, Rafa in ripresa fisica»
e hai allenato un numero uno, a un certo punto puoi anche decidere di cercare strade nuove. È quello che ha fatto Ivan Ljubicic, ex coach di Roger Federer, ora nei quadri della federtennis francese e opinionista su Sky, che trasmette in esclusiva il torneo. Ljubicic andrà a caccia di nuovi possibili numeri uno, o magari top ten, ma l’esperienza da coach non si dimentica.
▶Ivan,
che effetto le fa questo torneo di Roma privo delle due star giovani? È un torneo senza padroni?
«Beh, mi fa un po’ impressione parlare di torneo senza padroni visto che in campo ci sono Djokovic e Nadal, che in questa città è re. Per i tifosi è uno spettacolo, è un torneo talmente importante da poter superare anche le assenze. Capisco che in Italia si parli tanto di Sinner, ma qui per ora si può voltare pagina. Certe pause possono essere una giusta precauzione».
Lei è fra quelli che dicono che bisognerebbe giocare di meno? «Bisogna tener conto dell’evoluzione del tennis e dello sport in generale. Questo tennis è più esplosivo, fisico. Secondo me adesso pensare di giocare tutti i Master 1000, gli Slam e qualche altro torneo è impossibile. Non è incredibile che i giocatori si infortunino: certo, se succede a un ventenne fa più impressione».
Crede possibile che Medvedev si riconfermi?
«La terra non sarà mai la sua superficie. Il torneo dello scorso anno è stato particolare, anche le condizioni meteo e il terreno pesante lo hanno aiutato. Non voglio dire che Medvedev abbia vinto perché pioveva, ma un suo successo sarebbe un’altra sorpresa, mentre sarebbe normale a Miami o Indian Wells».
Ci sono già dei teenager pronti a incalzare Sinner e Alcaraz?
«Molti prospetti, ma lontani da loro due per ora. Rune è più vicino».
giovani francesi stanno crescendo? Si parla tanto di Fils.
«È più facile continuare a crescere senza pressioni e su Fils ce n’è molta. Il bello di avere uno come Sinner in Italia è che catalizza le attenzioni e dà tempo agli altri di svilupparsi nell’ombra. A un certo punto però la pressione diventa positiva: se uno non la ama è meglio che stia a casa».
A Nadal e Djokovic la pressione non pesa mai: che cosa si aspetta da loro nel torneo?
«Per quanto riguarda Rafa, bisogna vedere come sta fisicamente: mi pare che stia benino. Novak è il numero uno al mondo e lo sarà ancora viste le condizioni fisiche degli altri due. Resta il favorito in ogni torneo».
▶Dicono tutti che Roma è un torneo particolare anche per il pubblico. Com’è il suo rapporto con Roma?
Ride. «Mi riconoscono più ora che vado in tv di quando giocavo. Certo che in Italia il pubblico è molto caldo e con Roger era tutto più difficile, muoversi era complicato».
I giocatori parlano sempre più spesso di Parigi 2024. È davvero un obiettivo primario per un tennista?
«Dipende dal giocatore. Io alla prima Olimpiade ero emozionatissimo, come quando ho vinto la prima Davis. Poi con il passare del tempo le emozioni cambiano. Per un tennista però Wimbledon è sempre Wimbledon, il Roland Garros è sempre Roland Garros».
▶Ljubicic, nel suo nuovo ruolo di dirigente non le manca il lavoro quotidiano sul campo?
«No, perché con il mio ruolo posso andare in campo quando voglio. Non dico che non tornerò a fare il coach, ma in questo momento non ci penso».