La Gazzetta dello Sport - Bologna
Possiamo ancora portare tre squadre in finale. La prima c’è: la Viola che ha pareggiato a Bruges e si giocherà la Conference League
La caccia alle finali di coppa è partita bene. La Viola vola ad Atene. Ora sogniamo un derby italiano a Dublino LA FIORENTINA È SULL’OLIMPO ATALANTA E ROMA, TOCCA A VOI!
Euna ce l’abbiamo. Un piede in una delle tre finali continentali lo abbiamo messo. La Fiorentina ha conquistato Atene, il 29 maggio si giocherà la Conference League contro l’Olympiacos o l’Aston Villa. Seconda finale consecutiva, un bivacco nel cielo alto d’Europa di grande prestigio. I viola sono saliti sull’Olimpo come nella mitologia fanno gli eroi greci che sfidano gli dei: superando i propri limiti umani, combattendo il destino avverso e imponendo il proprio ingegno. Dopo 20’, il Bruges è già in vantaggio per un’ingenuità della difesa, incapace di leggere e assorbire il cross tagliato di Vanaken. Poco dopo, Nico Gonzalez spreca solo davanti al portiere e Beltran fa anche peggio sul tap-in. Poi sbaglia anche Belotti.
Fiorentina Sull’Olimpo di Atene con la forza del gioco
Questa è l’umana imperfezione della Viola, celebrata più volte durante la stagione: amnesie difensive e tenerezza offensiva che hanno dilapidato i meriti di squadra. Il destino, spesso invidioso degli uomini virtuosi, è entrato a gamba tesa: traversa di Kouame e Biraghi, palo di Kouame… Una maledizione. Ma la Fiorentina ha tirato dritto senza deprimersi, con orgoglio e personalità, confidando nella sua vera ricchezza: il gioco. Non ha mai smesso di costruire e, nella ripresa, ha dilagato. Ha chiuso il Bruges in scatola creando occasioni su occasioni. Graziosa Bruges, con i canali, le casette di mattoni, i campanili… Ma il fascino artistico di Firenze è un’altra cosa. Ecco, nel secondo tempo, i viola hanno ricoperto di bellezza i belgi. Il rigore di Beltran è stato il timbro di tanta superiorità. Applausi a Italiano per il sapiente lavoro di bottega. Ora tutti ad Atene per il Vello d’oro da dedicare a Joe Barone. Oggi tocca all’Europa League. Proviamo a portare a Dublino due finaliste. Tre rappresentanti in due finali continentali sarebbero un gran bel biglietto da visita per l’Italia di Spalletti e potrebbero aumentare il nostro contingente nelle coppe della prossima stagione. All’Atalanta basterà fare l’Atalanta, alla Roma è richiesto molto di più. Gasperini punta sulla stessa ricchezza di Italiano: la qualità del gioco collettivo. Non è un caso che siano arrivate in fondo due squadre così, che corrono sempre in avanti, con o senza palla. Gasp sa che cosa deve fare e non fare. La stagione 2021-2022 è maestra. Ultima partita del girone di Champions, la Dea deve battere il Villarreal: dopo soli 3’ prende gol da Danjuma e la partita si guasta (2-3). Quarti di Europa League, 1-1 a Lipsia, con vantaggio iniziale, come a Marsiglia. Al Gewiss, tedeschi in gol dopo 18’ e 0-2 finale. La morale: concentrazione feroce fin dal primo secondo, come la Dea non sempre usa, e aggressività temperata dall’equilibrio tattico, avendo assaggiato le affilate del Marsiglia. Al Velodrome, i francesi hanno dimostrato quanto sono solidi, intensi e quanto possono crescere nel tempo, grazie a un’ottima tenuta e buoni cambi. Sarà una battaglia dura. Questo è certo.
Atalanta
Si merita Dublino ma sarà una battaglia
Senza Kolasinac, Djimsiti dovrà confermare i suoi progressi di leder, Koopmeiners reggere bene il volante, Scamacca continuare a far gol e il Gewiss urlare forte. Gasp ha già fatto storia, nessuno gli toglierà ciò che ha ballato a
Bergamo. Ma questo ciclo, questa Atalanta e i Percassi meritano il premio di una finale europea e un metallo da far tintinnare come una campana a festa. Se all’andata Daniele De Rossi aveva chiesto l’impresa e la partita perfetta, questa sera ha bisogno di qualcosa di più. Infatti, ieri il tecnico giallorosso è tracimato nell’irrazionale. Seduto alla scrivania della conferenza stampa di Leverkusen, come a un tavolino da seduta spiritica, ha evocato il fantasma di Roma-Barcellona 3-0, 10 aprile 2018. Sei giorni prima, i giallorossi erano stati travolti dai catalani (4-1). Ma all’Olimpico andò in scena il claripartenze