La Gazzetta dello Sport - Bologna

Il derby tabù di De Vrij Le incertezze di Bastoni Anche Skriniar non è lui

Otto gol presi in 5 partite, lo scorso anno furono 5: il reparto di ferro si sta scoprendo fragile e indifeso

- Di Filippo Conticello

Il gol dell’illusione altro pezzo, ma Inzaghi ha affrontato chiarament­e il tema: «Devo analizzare, già in estate qualcosa era emerso. Dopo cinque gare di campionato e due mesi di allenament­i mi aspetto di più. Anche perché siamo gli stessi dello scorso campionato, quando siamo riusciti a non subire reti per otto partite di fila». Ieri non è bastato neppure abbassare il baricentro, per difendere Handanovic. Quarto e ultimo problema, per il tecnico: la condizione fisica.

Molti singoli sono indietro dal punto di vista atletico, poco brillanti: l’obiettivo dichiarato di questa stagione era partire forte, considerat­a la possibilit­à – nella pausa Mondiale – di effettuare comunque un’altra preparazio­ne. Non è tanto un fatto di chilometri percorsi, in verità. L’Inter corre peggio degli avversari, non meno. La prospettiv­a Bayern, anche in questo senso, non è rassicuran­te: «Abbiamo tutti preso una botta – ha detto ancora Inzaghi -. Voglio capire, parlare con la squadra. Ci deve essere rabbia». Ieri sera, per la verità, la delusione nello spogliatoi­o ma pure ai piani alti della società era fortissima e diffusa: non era questa la partenza che l’Inter aveva programmat­o. L’inversione a U è obbligator­ia.

Inzaghi / 2

Inzaghi n’estate a parlare dei tormenti di Skriniar e dei soldi arabi in arrivo da Parigi, di milioni da rifiutare a qualunque costo per tenere ben saldo il muro. Poi ecco l’ultima settimana vissuta sul tira e molla surreale Acerbi sì-Acerbì no, e così l’Inter tutta ha forse perso di vista il quadro d’insieme. La fotografia di colpo sfuocata della difesa che fu: ne ha presi già otto, un quarto del totale dell’anno passato (32) ma in cinque partite appena. È un rumoroso passo indietro di un reparto che pareva di ferro e che, invece, si è scoperto fragile per colpe varie: poco protetto dai centrocamp­isti, tremante sulla fascia sinistra, con un portiere che ha straperso la sfida col collega (da Maignan miracoli, da Handanovic no) e con centrali spaesati. Per uno dei tre, poi, il derby rischia di diventare materiale da psicanalis­i: Stefan de Vrij ha ormai un rapporto complesso col Diavolo.

I cambi? Parlare dopo è facile... Io sono coerente con ciò che decido

Di questa partita cambierei il fatto di aver regalato due gol, per letture individual­i sbagliate

UAhi Stefan

L’olandese, scadenza 2023 e un rinnovo ancora da impostare, segnò un memorabile gol di testa ai rossoneri in una rimonta da 0-2 a 4-2 che fece tremare il San Siro nerazzurro nel primo derby con Antonio Conte in panchina. Dalla stagione scorsa, invece, errori e beffe: autogol all’andata e al ritorno la

Sfide

“girata” di Giroud che ha allontanat­o la seconda stella e complicato il suo rapporto con l’Inter. Da allora, il vecchio De Vrij, autoritari­o ed autorevole, si è visto poco, quasi mai. Stavolta la punta milanista non era di spalle, non si è dovuta “girare” come canta la curva sud milanista, però ha potuto mettere un altro pallone al veleno in piena libertà. Il 3-1 di Leao, invece, è stato una gara di velocità tra auto di diversa cilindrata: Bastoni-De Vrij hanno visto appena la targa del bolide portoghese. L’altro pezzo del trio, Milan Skriniar, non vive poi il momento di maggiore spensierat­ezza della carriera: è stato sballottat­o per settimane tra Milano e Parigi e anche il suo rinnovo rischia di diventare materiale incandesce­nte da qui a gennaio. Quelli del Psg sono appostati come avvoltoi, a lui il compito di isolarsi e tornare alle sue altezze. E, magari, trascinare pure i compagni.

Come in passato

«Prendiamo gol troppo facilmente, mi aspetto di più dalla difesa», ha detto sconsolato Simone Inzaghi alla fine di una partita in cui ha pure tenuto il baricentro più basso del solito. E in fondo è tutto lì il problema della sua Inter: ben identifica­bile e quindi pure risolvibil­e, man mano che centrali e mediani ritroveran­no la forma. Certo, fa impression­e sapere che, al netto della partita in più giocata dai nerazzurri, 16 squadre su 19 hanno subìto meno reti delle otto prese da Handa. Il Verona è alla pari con una gara in meno e solo la Cremonese con Radu tra i pali e il Monza in cerca di sé sono andate peggio. Un tempo la squadra di Inzaghi, bella davanti, era pure ermetica dietro: è essenziale, necessario, urgente che quel passato ritorni per davvero.

Siamo gli stessi dell’anno scorso e non avevamo preso gol per otto partite consecutiv­e

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Così Edin Dzeko, 36 anni, ha riaperto il derby segnando il gol del 3-2, appena 4’ dopo essere entrato in campo, al posto di Correa
Simone Inzaghi SULLE SOSTITUZIO­NI
GETTY Cinquantes­ima presenza in nerazzurro in tutte le competizio­ni per Denzel Dumfries: un bel traguarda per il difensore olandese, in una serata amara. L’esterno vanta anche 6 reti e 8 assist Così Edin Dzeko, 36 anni, ha riaperto il derby segnando il gol del 3-2, appena 4’ dopo essere entrato in campo, al posto di Correa Simone Inzaghi SULLE SOSTITUZIO­NI
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GETTY In alto un duello SkriniarLe­ao, qui sopra Bastoni-Giroud
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