Pittura, orologi, fotografia: diversificare è obbligo
Il ritorno nella sede storica dell’azienda, in via dei Bossi, a Milano, alle spalle della Scala, sembra aver ridato slancio a Finarte, casa d’aste che sta vivendo un ottimo 2024. Un luogo di grande rappresentanza capace di valorizzare le opere esposte, poi proposte, poi in vendita «con la correttezza e trasparenza con cui impostiamo i rapporti con i clienti». Parole dell’amministratore delegato Alessandro Guerrini, che sottolinea: «Siamo l’unica grande casa d’aste italiana di natura non familiare, presupposto fondamentale per adottare una visione di lungo periodo che prescinda dal tema del passaggio generazionale e per mantenere una proiezione verso l’esterno e lo sviluppo».
Difficile dargli torto guardando ai risultati dei primi mesi dell’anno. Soddisfazioni inusuali, di questi tempi, sono arrivate per esempio dal comparto Old Master, in cui le aggiudicazioni italiane a sei cifre sono sempre più rare: lo scorso 28 maggio, una straordinaria coppia di allegorie del 1657 di Elisabetta Sirani ha sfiorato da Finarte i 500 mila euro. «I risultati migliori sono arrivati dall’asta di arte moderna e contemporanea, battuta nella sede di Roma — racconta Guerrini — con le aggiudicazioni di Jiro Takamatsu, passato di mano a quasi 200 mila euro, e il nucleo di opere di Maurits Cornelis Escher, che hanno moltiplicato esponenzialmente le stime di catalogo».
Sempre un’eccellenza, da queste parti, la fotografia, che ad aprile in asta ha sfiorato la soglia del mezzo milione di euro. Mentre l’asta di gioielli è cresciuta del 25% in valore. E gli orologi, al centro di un nuovo collezionismo, saranno in asta il 10 giugno. «Si è avvicinata al mercato una nuova fascia di giovani acquirenti che vedono nei collectibles non solo oggetti “del desiderio” e di status symbol, ma anche veri e propri asset, con cui diversificare i propri investimenti e confidare in future rivalutazioni». Anche per questo Guerrini si dice «ottimista sull’andamento del mercato italiano». Certo, conclude, sarebbe fondamentale «l’adozione di correttivi, in materia fiscale e di tutela, per favorire la competitività del nostro sistema con quella degli altri Paesi comunitari».
Amministratore delegato di Finarte