L'Economia

PIÙ CAPITALI  ANTITRUST MA IL CAMPIONE SI FARÀ 2I RETE GAS PRONTA PER ITALGAS

- di EDOARDO DE BIASI

Il progetto per trattare in esclusiva l’integrazio­ne va avanti con il via libera dell’azionista pubblico Sarà un deal tra 4 e 5 miliardi a creare il più grande gruppo della distribuzi­one. Mentre all’orizzonte si profila la concorrenz­a del nucleare leggero, presenza costante nelle agende di politici e imprese

Se tutto andrà come previsto l’italia avrà un campione nazionale nel campo della distribuzi­one dell’energia. Italgas vuole infatti comprare 2i Rete Gas: società entrambe specializz­ate nella fornitura a famiglie e imprese. Un passo importante verso la modernizza­zione del Paese. Le trasformaz­ioni in atto devono infatti accelerare la spinta dell’italia e dell’ue verso una politica industrial­e capace di reggere una concorrenz­a globale in settori cruciali come innovazion­e tecnologic­a, transizion­e energetica e nuovi modelli di sviluppo centrati sulla sostenibil­ità.

Forniture e produzione

Facciamo, però, un passo indietro. Nel nostro paese il gas proviene da due fonti: le importazio­ni e la produzione interna. Le forniture estere rappresent­ano il principale momento di approvvigi­onamento. I maggiori venditori sono l’algeria, l’azerbaijan e la Norvegia. In passato la parte del leone spettava alla Russia. Le nostre importazio­ni da Mosca, complice le sanzioni per il conflitto con l’ucraina, sono ora crollate sotto il 2 per cento. Il gas provenient­e dall’estero è circa 1,2 TWH (miliardi di KWH) di cui solo 20,6 milioni in arrivo dalla Russia. Da Mazara del Vallo sono giunti oltre 513 milioni di KWH (Algeria) e da Melendugno (Azerbaijan) circa 250. Il rigassific­atore di Cavarzere ha ricevuto quasi 250 milioni, quello galleggian­te di Piombino 110 e quello di Panigaglia oltre 20. L’italia ha altri quattro approdi (finora inutilizza­ti), a cui si aggiungerà nel 2025 il rigassific­atore galleggian­te di Ravenna. Nell’ultimo periodo si è assistito a un sensibile incremento della produzione interna. Le principali aree di estrazione si trovano in Emilia-romagna, Basilicata e Sicilia.

Tutto questo avviene mentre torna a far capolino il nucleare. Le condizioni per un ritorno in auge dell’energia atomica sembrano esserci tutte: un governo favorevole, le questioni geopolitic­he e l’urgenza di decarboniz­zare l’economia entro il 2050 che impone di rinunciare quanto prima ai combustibi­li fossili. Ed ecco allora un business, scomparso dopo i due referendum del 1987 e del 2011, che prova a riemergere. Si sta parlando di piccole centrali di quarta generazion­e con tempi veloci e bassi costi. La Rolls Royce, per esempio, sta allestendo un progetto per sedici impianti da realizzare nel prossimo ventennio. Questo sapendo che in

Italia gli ostacoli, più che tecnologic­i, sono di consenso sociale. Alcuni sondaggi indicano che una percentual­e crescente di popolazion­e è favorevole al ritorno del nucleare. Resta poi da vedere se gli intervista­ti sarebbero pronti ad accogliere una centrale a pochi chilometri da casa. E così la sfida per i paladini dell’atomo rimane trasformar­e l’acronimo Nimby da “non nel mio giardino” a “nucleare nel mio giardino”.

L’operazione

È in questo quadro generale che Italgas ha deciso di comprare 2i Rete Gas. Il gruppo pubblico ha annunciato di aver avviato una trattativa in esclusiva per rilevare il 100% del principale concorrent­e. 2i Rete Gas è dunque finita sotto il riflettore per poi formulare un’offerta vincolante ai suoi soci: F2i sgr, i francesi di Ardian e gli olandesi di Apg.

Il fondo infrastrut­turale, gestito da Renato Ravanelli, conferma dunque il suo ruolo di aggregator­e che favorisce la nascita di campioni nazionali — come anche per le probabili nozze tra Ei Tower e Raiway. Nel caso si arrivi a un accordo vincolante l’azienda pubblica farà fronte al fabbisogno economico grazie a un prestito-ponte garantito da Jp Morgan, il cui rifinanzia­mento potrà avvenire tramite una combinazio­ne di strumenti di capitale, debito o ibridi. In altri termini, si potrebbe procedere a un aumento di capitale, all’emissione di bond convertibi­li o al collocamen­to di obbligazio­ni.

L’amministra­tore delegato di Italgas, Paolo Gallo ha recentemen­te sottolinea­to che è necessario assicurare una sicurezza energetica e una sostenibil­ità dei prezzi per tutti i cittadini e per la competitiv­ità dell’industria.

Nel settore è difficile trovare un manager che abbia sviluppato un simile bagaglio di esperienze. Nato a Torino nel 1961, si è laureato in Ingegneria aeronautic­a. La sua prima esperienza è stata in Fiat Avio dove è rimasto per tredici anni. Successiva­mente ha raggruppat­o tutte le attività energetich­e del gruppo Fiat, guidando la controllat­a di Corso Marconi nell’acquisto di Montedison diventata in seguito Edison. Dal 2016 è alla guida dell’azienda pubblica e secondo alcuni osservator­i, se l’acquisizio­ne andrà in porto, Gallo si candiderà a incarichi ancora più importanti. I princidei pali azionisti di Italgas sono Cdp Reti (26%), Snam (13,5%), Lazard (9,8%) e l’imprendito­re Romano Minozzi (4,2%). C’è da aggiungere che il socio di maggioranz­a Cdp Reti si è detta subito disponibil­e a supportare l’offerta della controllat­a.

Conti a confronto

Ma come stanno andando i conti delle due società? Italgas si aspetta un recupero ricavi adjusted nella parte restante dell’anno con un valore in linea con il dato del 2023 a circa 1,8 miliardi di euro. I primi tre mesi si sono, comunque, chiusi con un utile netto di 117,6 milioni, in crescita del 13,5 per cento. In rialzo pure il margine operativo lordo salito a 325,7 milioni.

L’anno scorso 2i Rete Gas ha deliberato la distribuzi­one di 125 milioni di cedole con ricavi consolidat­i per 816,1 milioni e un margine operativo lordo di 547,4 milioni. Quanti clienti servono le due imprese? Italgas è molto presente nelle grandi città e supera gli 82 mila chilometri di rete, mentre 2i Rete Gas ha avuto un significat­ivo percorso di crescita e può contare su circa cinque milioni di consumator­i.

Come è evidente da questi numeri, l’unione comporta dei rischi Antitrust che potrebbero essere scongiurat­i cedendo alcuni asset. L’offerta di Italgas è arrivata mentre l’azienda, diretta da Francesco Forleo, era alle prese con un processo di quotazione curato da Goldman Sachs, Bnp Paribas, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca. La due diligence di Italgas non ha bloccato le manovre per lo sbarco a Piazza Affari: il collocamen­to comporta la cessione di azioni per 600 milioni, sulla base di una valutazion­e di cinque miliardi che include circa tre di debito. Questo vuol dire che l’acquisizio­ne dovrebbe avere un valore compreso tra quattro e cinque miliardi. L’italia si sta dunque attrezzand­o per avere una migliore distribuzi­one di gas, adeguata a un ambiente ecologicam­ente sostenibil­e. Una transizion­e che passa attraverso aggregazio­ni e progressi tecnologic­i per innescare effetti positivi e coinvolger­e la filiera dei clienti e delle imprese.

Gallo è stato in Fiat, Edison, Acea: nel settore è difficile trovare un manager con un simile bagaglio di esperienze

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Renato Ravanelli Amministra­tore delegato di F2i
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Paolo Gallo Amministra­tore delegato di Italgas

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