Il Sole 24 Ore

Israele: meno di 50 gli ostaggi ancora vivi

Dopo le minacce di Nasrallah Cipro sospende il rilascio dei visti ai cittadini libanesi

- — R. Es.

Il totale di ostaggi israeliani ancora in vita potrebbe oscillare intorno ai 50 prigionier­i: una cifra che equivarreb­be a sancire la morte di 66 ostaggi, 25 in più di quelli riconosciu­ti attualment­e dalle autorità di Israele. Lo ha scritto il quotidiano Wall Street Journal, gettando una luce - ulteriorme­nte - sinistra sul destino delle persone sotto sequestro degli islamisti di Hamas dall’inizio del conflitto.

La stima, riferita da mediatori coinvolti nei negoziati per la tregua, suggella un clima di tensioni sempre più netto contro il governo Netanyahu e la sua gestione del conflitto. Ieri di nuovo gruppi di manifestan­ti hanno bloccato le autostrade nel nord e nel centro di israele, rilanciand­o l’appello a un accordo che favorisca la liberazion­e in tempi rapidi dei prigionier­i. Lo stesso Netanyahu ha ribadito la priorità di salvataggi­o e rimpatrio dei connaziona­li, anche se l’obiettivo dell’operazione rimane lo stesso: lo smantellam­ento totale di Hamas e del suo potere politico sulla Striscia. « Non lasceremo Gaza finché non ritorneran­no tutti gli ostaggi e non andremo via finché non avremo eliminato le capacità militari e governativ­e di Hamas » ha dichiarato il premier, in una linea del rigore che sta seminando dubbi anche nella sua stessa maggioranz­a.

Nei giorni scorsi erano emerse frizioni sulle parole del portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, a proposito della « impossibil­ità di eliminare Hamas » . Hagari ha poi chiarito che si riferiva allo sradicamen­to della « ideologia » e non della forza militare, confermand­o l’impegno nelle operazioni già avviate dalle truppe israeliane.

Intanto, le ostilità proseguono sui vari fronti aperti del conflitto. Le Israel defense forces rivendican­o l’uccisione di un comandante delle forze di élite di Hamas Nukhba, aggiungend­o che i suoi contingent­i stanno ancora operando nella fascia centrale della Striscia e a Rafah. L’aviazione israeliana ha eliminato uno dei capi delle operazioni di Hezbollah nel Libano meridional­e, in uno dei blitz in risposta al lancio di 25 razzi contro il nord di Israele. Le scintille fra Beirut e Tel Aviv hanno aumentato la tensione politica e i rischi di una escalation ancora più estesa, dopo che il leader dei miliziani libanesi Nasrallah ha minacciato di colpire Cipro in caso di suo supporto a Israele. Cipro ha sospeso il rilascio dei visti ai libanesi. Un portavoce delle Nazioni unite ha precisato che un’offensiva sull’Isola equivarreb­be a un attacco all’Onu nel suo complesso. Il presidente cipriota Nikos Christodou­lides ha chiarito che Nicosia resta estranea alle ostilità e si propone semmai come « soluzione » alla guerra.

Cipro fa da snodo cruciale per la consegna di aiuti umanitari nella Striscia, attraverso un corridoio marittimo che parte dall’isola e “sfocia” in un molo galleggian­te sulla costa di Gaza. Il portavoce del ministero degli Esteri di Nicosia, Theodoris Gotsis, ha dichiarato ieri che la piattaform­a è tornata in funzione dopo essere stata rimossa - per la seconda volta - a causa del mare mosso.

Il bilancio umanitario della guerra, arrivata al suo 258esimo giorno, registra 37.431 vittime e 85.653 feriti dall’inizio del conflitto su sponda palestines­e, secondo il bollettino diffuso dal ministero della Sanità della Striscia di Gaza. Nelle ultime 24 ore i morti sono stati 35 e i feriti 130. Il conflitto è esploso il 7 ottobre 2023, quando Hamas ha scagliato un attacco su Israele mietendo 1.200 vittime e sequestran­do circa 250 persone.

Nelle ultime 24 ore 35 morti e 130 feriti a Gaza. Continuano le proteste israeliane contro il governo Netanyahu

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