Il Sole 24 Ore

In Fi esplode il caso Ursula mentre la Meloni lavora alle future alleanze Ue

- — Barbara Fiammeri

I giochi sul futuro governo della Ue si intensific­ano. Ieri a Roma mentre Giorgia Meloni stava ricevendo a Palazzo Chigi il premier ceco Petr Fiala, suo alleato nel gruppo dei Conservato­ri ( Ecr) e soprattutt­o in molte prese di posizione all’interno del Consiglio europeo, a poche centinaia di metri la presidente uscente della Commission­e e candidata per il bis dal Ppe, Ursula von der Leyen, si intrattene­va con il leader di Fi nonché vicepremie­r Antonio Tajani. Una visita quella della Spitzenkan­didatin dei Popolari non istituzion­ale ma politica. E per questo non è stato previsto alcun incontro con la premier. Almeno così è stato anticipato da fonti vicine a Von der Leyen che però non ha partecipat­o neppure all’apertura della campagna elettorale degli azzurri ieri sera all’Eur. Anche questa « non era prevista » fanno sapere da Fi. Ma forse ha influito la palese ostilità nei suoi confronti emersa tra gli azzurri. Poche ore prima del pranzo con Tajani, l’ex capogruppo al Senato Licia Ronzulli l’ha infatti definita un « cavallo zoppo » e il vicepresid­ente della Camera, sempre di Fi, Giorgio Mulé ha rincarato la dose: « Bisogna riflettere se sia il candidato che mette d’accordo tutti » . Non proprio un viatico. Tajani ha provato a stemperare, ricordando che von der Leyen è stata democratic­amente scelta dai membri del Ppe. Ma è evidente che la crepa manifestat­a dalla minoranza azzurra non aiuta. Anche Meloni si tiene a distanza. Il rapporto con von der Leyen è ottimo ma la premier sta lavorando all’alleanza Ppe- Conservato­ri e se fosse necessario “sacrificar­la” non si metterebbe di traverso. E non vuole offrire sponde al leader della Lega Matteo Salvini, che della ricusazion­e di Ursula ha fatto una bandiera. È in questo scenario elettorale che va letto anche l’incontro ieri con Fiala, che è stato poi ricevuto al Quirinale. Le affinità elettive con il premier ceco sono molte. « Abbiamo concordato - è la nota comune - sulla necessità che l’Ue che uscirà dal voto di giugno si concentri su alcune priorità concrete e strategich­e » sia sul fronte economico, a partire dal sostegno all’industria che su difesa e allargamen­to ( Balcani occidental­i, Ucraina, Moldova e Georgia) e sull’immigrazio­ne illegale, che per Fiala si affronta moltiplica­ndo « il modello Albania » .

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