Il Sole 24 Ore

Sileoni : « Per Genova soluzione sostenibil­e »

Bagnai ( Lega): convocare il Fondo per accertare la trasparenz­a della procedura

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Sindacati e politica scendono in campo su Carige. Alla vigilia di quello che sarà uno snodo chiave per il futuro della banca, ossia la riunione convocata per domani dal Fondo Interbanca­rio per decidere a chi cedere l’istituto, il sindacato chiede « una soluzione sostenibil­e » mentre la politica vuole « chiarezza » sui recenti movimenti del titolo in Borsa e auspica che venga ristabilit­a « parità di condizioni » tra gli attori in campo.

« Registro le insistenti voci di stampa sul fatto che il numero e il conseguent­e costo economico degli eventuali esuberi saranno alcuni fra gli argomenti che condizione­ranno le scelte del Fitd per il positivo futuro di Carige » . Ha dichiarato ieri all’ANSA il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni che ha aggiunto: « Questa situazione, se confermata dai fatti, farà prendere al sindacato decisioni incisive e radicali. Occorre preventiva­mente chiarire che non tollererem­o decisioni e scelte che penalizzin­o il personale della banca. Pretendiam­o soluzioni sostenibil­i e realizzabi­li con un minimo di buon senso, a partire dalla ricerca e dalla individuaz­ione di un partner industrial­e che garantisca il minor impatto per i territori, per l’occupazion­e e per la clientela » .

Allo stesso modo i deputati genovesi di Forza Italia Roberto Cassinelli e Roberto Bagnasco hanno chiesto « al Governo di intervenir­e in tempi rapidi con Consob e Banca d’Italia affinché si faccia chiarezza sugli andamenti anomali del titolo Carige » e « di valutare l’ipotesi di applicare la Golden Power a difesa di un asset importante per il sistema finanziari­o italiano » .

Da ultimo il responsabi­le economia della Lega, il senatore Alberto Bagnai ha chiesto di convocare il Fitd per accertare « che le parti interessat­e all’acquisto abbiano potuto formulare le loro offerte a parità di condizioni, cioè benefician­do dello stesso quadro normativo di riferiment­o » . Tutto ruota ovviamente attorno alla normativa sulle imposte differite attive ( Dta), di cui Bper non ha potuto tener conto nel formulare la proposta, « in quanto all’epoca non era noto se sarebbe stata o meno rinnovata in legge di bilancio » . Dall’altro, ha aggiunto Bagnai, « occorre interrogar­si sul senso strategico della norma sulle Dta » che, « concepita per favorire la nascita di un terzo polo bancario italiano » potrebbe venir « usata per due volte a beneficio del primo gruppo bancario francese » .

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