Sostegni, si parte dal miliardo in manovra
La base del nuovo decreto saranno i fondi speciali stanziati per i ministeri
La base finanziaria per il nuovo decreto con gli aiuti all’economia atteso giovedì prossimo in consiglio dei ministri sarà offerta dagli stanziamenti dei fondi speciali per i ministeri accantonati dall’ultima legge di bilancio.
Questi stanziamenti valgono in tutto 1,13 miliardi, divisi fra 667 milioni in conto capitale, cioè la parte di spesa che fin qui ha finanziato gli aiuti a fondo perduto ad autonomi e micro- imprese, e 463 di parte corrente. Non tutto, però, potrà essere convogliato sul decreto. Per due ragioni.
Siamo a inizio anno, e nulla impedisce di pensare che anche nei prossimi mesi risorse come queste potranno tornare utili per interventi settoriali. Le risorse, poi, sono già suddivise fra i ministeri. Nell’impianto costruito dalla manovra il Mef ha ovviamente la quota maggiore, con 198 milioni in conto capitale e 89 di parte corrente. Al ministero dello Sviluppo economico toccano invece 73 milioni ( 50 in conto capitale).
Il dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti ha però a disposizione anche il fondo da 150 milioni, che dovrà essere suddiviso con Dm fra turismo, spettacoli e automotive. Almeno i primi due settori saranno protagonisti anche nel nuovo decreto legge in arrivo. Sempre Giorgetti ieri ha firmato il provvedimento che sblocca 30 milioni di contributi a fondo perduto per l’industria conciaria.
Il lavoro avviato dai tecnici di ministero dell’Economia e Palazzo Chigi su indicazione del premier Draghi punta però un po’ più in alto. L’idea è di arrivare a un decreto che muova intorno ai 2 miliardi, da destinare ad aiuti settoriali per le attività economiche più direttamente colpite dall’ultimo giro della pandemia. Anche in questo caso, come accaduto fin qui, la prima misura dell’esigenza di aiuti è nelle restrizioni che sono state decise nei mesi scorsi per limitare il contagio.
In prima fila ci sono quindi le discoteche e le sale da ballo, che sono dovute rimanere ferme anche nel corso delle ultime festività.
Lo stesso criterio indirizza poi l’attenzione al mondo dello spettacolo alle prese con le limitazioni delle capienze.
I settori più in difficoltà nel terziario dovrebbero poi incontrare una proroga della Cig Covid, terminata a fine 2021, che con 13 settimane in più costerebbe fra i 300 e i 400 milioni secondo le stime del governo.
Per trovare i soldi necessari senza ricorrere al nuovo scostamento che per ora non ha i tempi tecnici per essere realizzato prima del voto per il Quirinale, al Mef si lavora a una rimodulazione dei programmi di spesa. In pratica, come accaduto a dicembre con il decreto fiscalebis, lo spostamento in avanti di alcuni stanziamenti aprirà uno spazio fiscale aggiuntivo su quest’anno, da dedicare alla nuova puntata dell’emergenza.
Per aumentare le risorse sarà rimodulata una serie di programmi collegati a spese meno urgenti