Elezioni online? Un esperimento piuttosto pericoloso
Tra qualche tempo, nel giorno delle elezioni, gli italiani all’estero o lontani dal seggio elettorale che lo avranno chiesto potranno sperimentare il voto elettronico via internet con un'applicazione appositamente predisposta per il computer o il telefono. Il 9 luglio scorso il governo italiano ha approvato la sperimentazione, seguendo le linee guida scritte da una task force dei cui lavori non sono disponibili i verbali. Ma c'è una tecnologia che possa garantire la segretezza di voti espressi via internet?
In Germania, Svizzera, Norvegia e Olanda, il voto online è stato escluso anni fa, perché è praticamente impossibile garantirne la sicurezza. Negli Stati Uniti, molti scienziati, tra i quali Vint Cerf, uno dei padri di internet, hanno raccolto le conclusioni di un grande insieme di studi che mostrano come le elezioni su internet non siano fattibili. Una ricerca del Mit ha dimostrato che anche l'uso della blockchain non garantisce niente. La Francia ha avviato invece le sue sperimentazioni, con un dibattito trasparente, garantendo a tutti comunque la possibilità di votare in diversi modi. Certo, gli italiani che non hanno ancora una propria sperimentazione la meritano. Ma i rischi sono già chiari nel decreto: « In caso di incidente in grado di compromettere l'integrità del sistema, il personale responsabile del funzionamento delle infrastrutture informatiche deve informare immediatamente l'amministrazione elettorale » . Si può dubitare che basti. Di certo, le linee guida prevedono che esista un'infrastruttura centrale del sistema elettorale e che questa sia gestita da personale autorizzato. Poche persone per tutto il paese nel giorno delle elezioni controlleranno il processo, mentre il sistema informatico sarà valutato prima delle elezioni da un'autorità indipendente e dai funzionari preposti alla sicurezza cybernetica nazionale. È dunque stato disegnato un nuovo centro di potere, non indipendente dal governo, capace di concentrare le operazioni di controllo delle elezioni. Il ministero dell'Interno e quello della Transizione digitale hanno operato questa scelta. Senza specificare con quali indicatori si definirà il successo della sperimentazione.
Ma per l'Italia, dove il rischio di voto di scambio è proporzionale all'importanza della politica nella vita economica dei cittadini, si prospetta un altro scenario da incubo. Se un boss volesse assicurarsi di come votano i suoi fedeli avrebbe di certo meno difficoltà a saperlo nel caso questi potessero votare col telefono in qualunque luogo e in presenza di chicchessia.