Il Sole 24 Ore

Anche i droni utilizzati per la mappatura hi tech del lavoro nero nei campi

Nasce una piattaform­a tecnologic­a con 48 milioni d’investimen­ti per monitorare dall’alto abusi ambientali, discariche e forme di caporalato

- Nino Amadore

Il crimine visto dall’alto svela dettagli a volte sorprenden­ti. Il più delle volte nelle solite aree del Paese: al Sud. Uno scavo grande come un paio di campi di calcio che l’anno dopo è completame­nte ricoperto di ulivi dopo essere stato probabilme­nte riempito da rifiuti pericolosi. Un terreno che è stato percorso dal fuoco divenuto pascolo per le pecore. Una baraccopol­i nei paraggi di grandi coltivazio­ni che segnala la presenza di sfruttati e caporali. Il lavoro quotidiano di criminalit­à organizzat­a e non solo che, spesso, ad altezza d’uomo è difficile cogliere. Sono spesso dettagli che noi siamo in grado di vedere e analizzare oggi grazie a uno strumento messo a punto da Agea, l'Agenzia per le erogazioni in agricoltur­a, nell'ambito del progetto Criminal focus area sviluppato sulla base di un protocollo di intesa siglato con il ministero dell'Interno: in campo c'è una dote di 48 milioni per lo sviluppo completo del sistema nell'ambito del Pon Legalità ( circa 24 milioni sono investiti da Agea).

In pratica vengono messe a disposizio­ne di amministra­zioni locali e nazionali e degli organi di polizia le immagini aerofotogr­afiche che derivano dai voli di ricognizio­ne e controllo fatti dai mezzi di Agea ogni anno. « È stato possibile – dice il direttore di Agea Gabriele Papa Gagliardin­i –, mettere la tecnologia a supporto della prevenzion­e e repression­e di importanti fenomeni criminosi come l'interramen­to dei rifiuti, il caporalato e così via con l'intenzione di contribuir­e al ripristino della legalità in particolar­e nelle aree più deboli del Paese » .

Un patrimonio di informazio­ni enorme: con ortofoto aeree raccolte nei periodi 2014- 2017, 2015- 2018 e 2016- 2019 che hanno coperto rispettiva­mente una superficie di 92.800, 90.466 e 118.039 chilometri quadrati. Da quelle immagini è possibile ricavare molte informazio­ni grazie al supporto di foto interpreta­zioni semiautoma­tiche di Agea che registra le variazioni territoria­li e può identifica­re le Criminal area e permettono dunque di orientare i controlli necessari per accertare un reato o una irregolari­tà amministra­tiva.

E così possibile utilizzare le informazio­ni visive su discariche abusive, territori distrutti dagli incendi e ripopolati da allevament­i di bestiame, sversament­i di materiale pericoloso, baraccopol­i collegate al caporalato, manufatti abusivi. Non solo: il progetto esamina sull'intero territorio nazionale tutte quelle superfici che ospitano segmenti di filiere del settore agroalimen­tare ( carne bovina, suina, ovicaprina, latte, pomodoro e così via) che potrebbero essere condiziona­te dalle attività illecite. « Difficile dire quale delle filiere sia più a rischio di altre: si rischiereb­be di criminaliz­zare un settore – dice Pier Paolo Fraddosio, dirigente dei Servizi finanziari di Agea –. Noi facciamo una mappatura territoria­le delle componenti organizzat­ive delle filiere agroalimen­tari per monitorare gli eventi negativi generati sulle stesse filieree dalle attività criminali. Poi certo, per esempio, sappiamo che in alcune aree il trasporto è gestito dalle organizzaz­ioni criminali » . Non è semplice anche perchè c'è dietro un lavoro di analisi per certi versi complesso che utilizza gli strumenti del marketing e del data mining.

In concreto, intanto, ci sono alcuni dati che riguardano le aree percorse da incendi: la quasi totalità delle aree per zone percorse dal fuoco ( fire area) è concentrat­a nelle 5 regioni meno sviluppate cioè Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia con il 98% del totale nazionale. Il primato è della Sicilia con 511 criminal focus area ( cioè area in cui può avere avuto un ruolo la criminalit­à) per fire area perimetrat­e per una superficie di circa 6.000 ettari complessiv­i.

Mentre più della metà delle zone con rischi ambientali ( quali presenza di rifiuti, movimenti terra, invasi ricoperti, scassi o cave riempiti con liquami, sversament­i di liquami) è sempre concentrat­a nelle cinque regioni del Sud con il 57% di incidenza rispetto all’intero contesto nazionale. In questo caso sempre la Sicilia ne presenta 315 per una superficie totale di 417 ettari. Infine edifici abbandonat­i, comprensiv­i delle sottocateg­orie fabbricati abbandonat­i e baraccopol­i coprono il 37% nelle regioni del Sud rispetto al contesto nazionale e il primato della numerosità di tali è della Puglia con 53 criminal area perimetrat­e per una superficie di 42 ettari complessiv­i.

Tutti elementi disegnati in quello che viene definito un cruscotto dinamico, che varia ogniqualvo­lta vi si aggiunge una ulteriore informazio­ne.

‘ Analizzate anche le filiere dell’agroalimen­tare: dalla carne al latte, al pomodoro

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ADOBESTOCK terreni sotto osservazio­ne. Ogni anno il monitoragg­io aereo da parte dell’Agea

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