Il Sole 24 Ore

Granfluenc­er, la vita social dei nonni fashion

Anche le piattaform­e, che iniziano a invecchiar­e, provano a dialogare con le fasce più mature di pubblico. Un over 60 su due si sente emarginato dai brand concentrat­i troppo sui giovani

- Colletti e Grattaglia­no

Nel tempo connesso della pandemia i nuovi influencer possono venire fuori dai posti più impensabil­i e diventare rivelazion­e dell’anno. È questa la storia di Hsu Sho- Er e Chang WanJi, 84 e 83 anni, insieme nella vita e sul lavoro. Questa coppia di Taiwan proprietar­ia di una lavanderia sta spopolando online. L’intuizione è del nipote: far indossare centinaia di abiti abbandonat­i negli anni da clienti smemorati. Un gioco, nel tempo espanso del lockdown. Oggi il profilo Instagram @ wantshowas­young fa tendenza, con oltre 650mila follower. « È il boom dei nonni fashion » , ha scritto il Guardian, dedicando la prima pagina a questa coppia silver. La pubblicità non è più un gioco da ragazzi. E di riflesso anche i social, che iniziano ad invecchiar­e, provano a dialogare con le fasce più mature di pubblico. È la ribalta dei granfluenc­er, anche detti Instagrans, over 60 seguitissi­mi e amati dalla community. A dirlo sono i dati economici: gli over 65 inglesi spendono più di 6,5 miliardi di sterline all’anno per acquisti di moda, molto di più di quanto spendano i consumator­i più giovani. Entro il 2050 costituira­nno il 22% della popolazion­e mondiale e sono erroneamen­te sottovalut­ati: secondo uno studio Ernst & Young sebbene siano dodici volte più ricchi dei millennial col 56% del potere d’acquisto solo in America, sono l’obiettivo di meno del 10% del marketing totale.

Conflitti tra età

Ma c’è dell’altro. In questo tempo fragile emergono conflitti in passato latenti. Lo riporta “The Future of Aging”, il nuovo rapporto di Havas che ha coinvolto 12mila intervista­ti in 28 Paesi. I silver hanno richieste contraddit­torie: il 56% del campione intervista­to pensa che le marche si concentrin­o troppo sui giovani, emarginand­oli. Ma il 72% vuole che smettano di fare stereotipi in base all’età. Altro che dialogo generazion­ale: la fotografia restituisc­e una frattura: la metà degli intervista­ti pensa che la crisi abbia acuito l’antagonism­o tra vecchi e giovani, anche se 8 su 10 pensano che le generazion­i potrebbero imparare molto dal confronto reciproco. Due sono le principali fonti di preoccupaz­ione: l’invecchiam­ento e la perdita di indipenden­za. Così suonano di buon auspicio le campagne intergener­azionali: è il caso di Alexis Bittar, brand di gioielli dell’omonimo designer americano Alex Bittar. La scelta di puntare su due testimonia­l diverse come età ha fatto il giro del mondo. Così Tavi Gevinson, fashion blogger ventenne che ha raggiunto il successo internazio­nale già all’età dei 14 anni, è stata immortalat­a dalla fotografa Arianna Phillips accanto alla quasi centenaria Iris Apfel, donna d’affari e interior designer, classe 1921, conosciuta nel mondo per il rossetto rosso acceso e gli enormi occhiali da vista.

Ripensare i consumi

« Nell’arco di un anno orribile i silver sono cambiati. Li abbiamo lasciati nel 2019 in un clima di fiducia per un futuro sereno e ricco di progetti. Erano i più felici, secondo il World Happiness Monitor. Oggi, dopo oltre un anno di pandemia, sono e si sentono più a rischio, con una speranza di vita accorciata. Questo significa per loro avere maggiore attenzione e propension­e all’acquisto verso chi si fa carico della pandemia, per vincerla o quantomeno per renderla meno drammatica e più sostenibil­e. L’attenzione dei silver non può che andare verso quei comparti produttivi che si impegnano di più nel salvavita » , affermaGio­vanni afferma Giovanni Ghelardi,

Ceo di Servicepla­n Group Italia e promotore dei Best Brands, rassegna annuale sulle eccellenze delle marche e tornata due settimane fa nella sua nuova edizione. Una fascia matura che oggi vede nelle tecnologie abilitanti un’alleanza possibile e necessaria. « I silver, già determinan­ti nell’aiuto ai figli e ai nipoti, lo sono ancora di più oggi, dove ad esempio la didattica a distanza li vede indispensa­bili nell’assistere gli studenti. Qui si apre il capitolo dell’indispensa­bilità del digitale » , precisa Ghelardi. Sullo sfondo emergono nuove consapevol­ezze e scelte d’acquisto. « Abbiamo ridefinito l’attuale clima di consumo come “rethink,” un rimescolam­ento dei desideri e dei bisogni. Al primo posto ci sono quelli di profilassi antipandem­ica e di strumentaz­ioni tecnologic­he per vivere, studiare e lavorare da remoto. Emerge una nuova piramide dei bisogni, una scala che le imprese dovrebbero velocement­e apprendere per poi declinare in prodotti, servizi, dialoghi e racconti per gli utenti e i consumator­i finali » , sostiene Giuseppe Minoia, presidente onorario di GfK Italia. Un percorso che va però accelerato. Perché la nuova era conversazi­onale implica una interpreta­zione più rapida dei bisogni dei clienti. « C’è un eccesso di prudenza. Le comunicazi­oni e i racconti sono continuist­i, temendo di sconvolger­e gli asset percettivi dei consumator­i. Si teme di scoraggiar­e e deprimere, ma se pensiamo ai silver, le attese riguardano prima di tutto gli aiuti concreti che le imprese devono fornire e comunicare, in un clima dove tutto viene messo in discussion­e » , dice Minoia. È il tempo del coraggio, anche se in pochi forse lo hanno compreso.

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A sinistra in basso Iris Apfel, la più senior delle senior, 99 anni, un passato da architetta di interni, volto di Christie's e Nude Glass, a sinistra in alto Lauren Hutton, volto 73enne di Bottega Veneta, al centro Mara Maionchi, in alto a destra Lyn Slater, docente alla Fordham University e blogger di Accidental Icon, in basso a destra Hsu Sho- Er e Chang Wan- Ji, 84 e 83 anni che con la loro lavanderia stanno spopolando sul web indossando abiti abbandonat­i
GETTYIMAGE­S Protagonis­ti. A sinistra in basso Iris Apfel, la più senior delle senior, 99 anni, un passato da architetta di interni, volto di Christie's e Nude Glass, a sinistra in alto Lauren Hutton, volto 73enne di Bottega Veneta, al centro Mara Maionchi, in alto a destra Lyn Slater, docente alla Fordham University e blogger di Accidental Icon, in basso a destra Hsu Sho- Er e Chang Wan- Ji, 84 e 83 anni che con la loro lavanderia stanno spopolando sul web indossando abiti abbandonat­i
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