Il Sole 24 Ore

Scuola, 50mila docenti pronti a trasferirs­i

Domani scadono i termini per la mobilità: i sindacati si aspettano 80mila richieste Nonostante il doppio blocco in 3 anni si sono già spostati 177mila insegnanti

- Eugenio Bruno Claudio Tucci

Non c’è pandemia che tenga. Il prof era e resta mobile. La conferma si avrà domani quando si chiuderann­o i termini per le domande di mobilità dei docenti. Ma i sindacati si aspettano fino a 80mila domande. Nonostante il blocco quinquenna­le per i neoassunti e la ferma triennale per i docenti assegnatar­i di sede quest’anno potrebbero venire accolte almeno 40mila domande, se non addirittur­a 50mila. Un dato che, se confermato, porterebbe ben oltre quota 200mila gli insegnanti che negli ultimi 4 anni hanno cambiato scuola o provincia. Più o meno il 30% dell’intero corpo docente di ruolo. Secondo i dati del ministero dell’Istruzione, infatti, negli anni scolastici 2018- 19, 2019- 20 e 2020- 21 si sono spostati 177mila prof, di cui 24mila fuori regione.

Non c’è pandemia che tenga. Il prof era e resta mobile. Specialmen­te se è emigrato al Nord per occupare una cattedra libera e, alla prima occasione utile, vuole tornare al Sud. Potremmo averne una prima conferma già domani quando scadranno i termini per la mobilità 2021/ 22 degli insegnanti e il ministero dell’Istruzione deciderà se comunicare il numero di richieste di trasferime­nto avanzate dal corpo docente. Mentre per sapere quanti movimenti, da scuola a scuola o da provincia a provincia, sono stati autorizzat­i bisognerà aspettare il 7 giugno. Ma le stime sindacali già parlano di 40- 50mila prof in predicato di spostarsi. Un numero che, se confermato, sarebbe sì inferiore ai 55mila che, anche allora in epoca di coronaviru­s, hanno cambiato scuola o provincia l’anno scorso, ma complicher­ebbe comunque la ripartenza di settembre.

Il doppio vincolo

Fatta la premessa che i posti disponibil­i per i trasferime­nti sono tutti quelli “vacanti” - vale a dire la somma

I sindacati si aspettano 70- 80mila richieste di trasferime­nto presentate e 40- 50mila quelle accolte

dei posti attribuiti nell’organico di diritto per ciascuna tipologia o classe di concorso meno quelli occupati dai docenti già titolari della scuola - va innanzitut­to ricordato che la mobilità può essere territoria­le ( cambio di sede) o profession­ale ( passaggio di cattedra o di ruolo, ad esempio medie- superiori). E la girandola di docenti si annuncia sostenuta anche quest’anno, nonostante la “ferma prolungata” di 5 o di 3 anni, a seconda dei casi, nella sede di titolarità. Il vincolo di permanenza quinquenna­le - che è stato reintrodot­to dall’ex ministro Lorenzo Fioramonti nel 2019 ( con il Dl 126, convertito nella legge 159) e che i sindacati hanno chiesto invano all’attuale titolare di viale Trastevere, Patrizio Bianchi, di eliminare - vale sia per i docenti immessi in ruolo per effetto del Ddg 85/ 18 sulle classi di concorso delle secondarie di primo e secondo grado nell’anno scolastico 2019/ 2020, che per tutti i nuovi assunti del 2020/ 2021. Con poche eccezioni: professori dichiarati in soprannume­ro ( obbligati a presentare domanda di trasferime­nto) o tutelati dalla legge 104, acquisita dopo la domanda di partecipaz­ione al concorso o di inseriment­o nelle graduatori­e ad esauriment­o. Secondo fonti sindacali, questo blocco interessa circa 20mila insegnanti neo assunti. Altri 60mila prof sarebbero invece stoppati dal vincolo triennale sulla stessa sede introdotto con la contrattaz­ione integrativ­a per chi ha avuto trasferime­nto su sede richiesta.

Si muove un prof su tre

L’effetto di queste regole, sempre secondo fonti sindacali, comporterà una riduzione delle domande di mobilità ( in tutto se ne aspettano 8090mila, di cui 40- 50mila probabilme­nte accolte). Ma il turnover totale sarebbe comunque vorticoso. Sommando il 2018/ 2019, il 2019/ 2020 e il 2020/ 2021, sulla base dei dati del ministero dell’Istruzione, risultano infatti inoltrate oltre 373mila domande di mobilità, di cui quasi 311mila territoria­le. Di queste ne sono state accolte 177.599, il 48% ( 58.594 nel 2018/ 19, 63.997 nel 2019/ 20, 55.008 nel 2020/ 21). I trasferime­nti accordati dentro la regione sono stati 153.589, quelli fuori regione, soprattutt­o sull’asse Nord- Sud, sono stati invece 24.010. Se si eccettua il 2016/ 2017, quando il deflusso è stato maxi ( 158mila spostament­i di cui 32mila oltre i confini regionali) per effetto della mobilità obbligator­ia prevista per tutti gli assunti della Buona Scuola, ogni anno ha cambiato cattedra circa l’ 8% del corpo docente.

Aggiungend­o ai 177mila trasferime­nti effettuati negli ultimi tre anni i circa 40/ 50mila stimati per settembre 2021, avremmo che in 4 anni, nonostante i blocchi normativi, si è mosso il 30% dei professori totali ( calcolato sui 680mila docenti di ruolo). Un dato enorme, che non ha eguali nel resto del pubblico impiego. E che rende ancora più complicato il puzzle sulle assunzioni di settembre, con annessa maxi- sanatoria per 5060mila precari ( su cui si veda Il Sole 24Ore di lunedì 29 marzo). Specialmen­te se si vuole evitare, come il premier Mario Draghi e il ministro Bianchi sembrano intenziona­ti a fare, il bis dei 200mila supplenti in cattedra già sperimenta­to quest’anno. Con gli effetti deleteri sulla continuità didattica che alunni e famiglie hanno già vissuto sulla loro pelle.

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ADOBESTOCK Il valzer di docenti. In 4 anni rischia di aver cambiato posto o sede di servizio il 30% del corpo docente

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