Con la start up Idroluppolo produzione quadruplicata
Per la birra e non solo
Si chiama Idroluppolo la start up romana che potrebbe rivoluzionare la coltivazione della pianta rampicante i cui frutti, ma sarebbe più corretto chiamarli coni, costituiscono uno degli ingredienti principali per la produzione della birra, benché trovino impiego anche in cucina e nella farmaceutica. L’ha fondata a fine 2018 un giovane ingegnere, Alessio Saccoccio, dopo aver vinto un bando della Regione Lazio e ottenuto 50mila euro.
« L’idea base è quella della coltivazione idroponica del luppolo anche se sarebbe più giusto definirla “fuori suolo” perché il luppolo non può certamente crescere nell'acqua – spiega Saccoccio – . Tuttavia il processo si avvale di una nutrizione scientifica e mirata a base di propoli acquosa e offre diversi vantaggi. In primo luogo, anche grazie a un monitoraggio costante, possiamo sempre essere al corrente dello stato di salute e della crescita della pianta ma, grazie a questo processo, possiamo ottenere fino a quattro raccolti l’anno, risparmiare il 50% del consumo d'acqua e avere quattro piante per metro quadro invece della singola come nelle coltivazioni tradizionali » .
Il luppolo, che sta conoscendo una crescita d’interesse sull’onda del successo della birra artigianale in Italia, è una pianta dioica che cresce molto rapidamente in altezza ma che normalmente produce i suoi coni una sola volta l’anno e “consuma” molto terreno; il sistema inventato da Saccoccio, il primo del genere in Europa, costituirebbe una piccola rivoluzione in un mercato assai redditizio considerato le sempre più numerose richieste dei birrifici e la moltiplicazione delle varietà utilizzate. « Al momento ci sono due coltivazioni che utilizzano il nostro sistema in Italia, una in Puglia e l’altra in Umbria, ma stiamo per aprire una coltivazione in serra anche a Bergamo dove tra l’altro sperimenteremo per la prima volta un processo di riutilizzo della propoli acquosa di scarto per ottenere una sorta di agricoltura circolare e, questo, saremo i primi a farlo » .
La società laziale, che non vende luppolo ma il processo di produzione, oltre all’impianto e alla consulenza, produrrà a breve con lo stesso sistema altre piante aromatiche destinate alla farmaceutica e sta lavorando su un innovativo progetto, anch’esso in collaborazione con la Regione Lazio, per dare vita a una bevanda fermentata, ma non alcolica, a base di luppolo.