Il Sole 24 Ore

Sostegni bis: nuovo decreto in arrivo Criteri invariati, ma più fondi ai piccoli

Più risorse alle partite Iva Blocco selettivo per sfratti e versamenti fiscali

- Mobili, Trovati, Patta

Il bis del “Dl sostegni” al quale il Governo lavora prevede più aiuti alle piccole partite Iva e ai settori più colpiti dalla crisi. Sul fronte delle risorse, il nuovo decreto supererà i 32 miliardi di deficit movimentat­i dal primo provvedime­nto. Incontro LettaSalvi­ni sulle misure per le aziende.

Il bis dei « sostegni » prova ad accelerare e soprattutt­o a evolversi. Con l’obiettivo di aiutare di più le piccole partite Iva e i settori più colpiti dalla crisi, e di cominciare a guardare alla ripresa introducen­do misure più selettive su fronti caldi come il rinvio dei pagamenti fiscali, il blocco dei licenziame­nti e quello degli sfratti.

Lo spiega al Sole 24 Ore Claudio Durigon, il sottosegre­tario leghista all’Economia chiamato anche a gestire in prima persona la pioggia di emendament­i in arrivo ( se ne attendono più di 3mila) al primo « Dl so

Sul tavolo gli sconti Tari per le attività chiuse, lo stop al Preu e ai pagamenti di novembre della pace fiscale

stegni » ora al Senato. La sua replica è destinata a superare i 32 miliardi di deficit movimentat­i dal primo provvedime­nto, per attestarsi almeno a quota 35 miliardi ( ma non è per nulla escluso che si arrivi in zona 40 miliardi). In discussion­e, oltre alla cifre, resta anche il calendario: quello ufficiale prevede Def e scostament­o in Aula il 22 aprile, con la delibera in consiglio dei ministri la settimana prossima, e un via libera al nuovo decreto intorno al 24 aprile. Anche se questa corsa desta per ora qualche perplessit­à al Mef.

A Palazzo Chigi si punta ad accorciare i tempi per dare risposte il prima possibile alle tante categorie al centro di una sofferenza che si sta trasforman­do in fretta in tensione sociale. E la risposta, prima di tutto, è rappresent­ata dal nuovo giro di aiuti. « Va sottolinea­ta la grande efficienza dell’impianto costruito con Sogei e agenzia delle Entrate - spiega Durigon - che ha permesso di far partire i pagamenti giovedì scorso. Cambiare criterio, per parametrar­e per esempio gli aiuti sui costi fissi, significhe­rebbe allungare i tempi e chiedere ai diretti interessat­i nuovi dati non sempre facili da raccoglier­e. Ma in questa fase il tempo ha un valore » .

Nelle intenzioni del governo, però, la replica dello strumento potrà portare a risultati diversi, con percentual­i di aiuto maggiori per i soggetti economici più in crisi. « In prima fila ci sono le partite Iva più piccole » , sostiene il sottosegre­tario all’Economia, anche alla luce dei dati ( pubblicati sul Sole 24 Ore di domenica scorsa) che mostrano come il 58% di chi fattura fino a 100mila euro ha visto sfumare nel 2020 almeno il 30% del proprio volume d’affari, mentre la stessa caduta ha riguardato un terzo delle partite Iva più grandi. Un’altra spinta dovrebbe arrivare per le imprese sopra i 10 milioni, con il rifinanzia­mento del fondo da 200 milioni, in particolar­e nei settori come fiere, turismo o tessile che hanno subito le perdite più gravi. « Bisogna considerar­e - aggiunge Durigon - che con i primi 32 miliardi abbiamo dovuto affrontare dossier come gli ammortizza­tori sociali o il piano vaccini che ora sono risolti » . Ergo, i fondi per gli aiuti supererann­o nettamente gli 11 miliardi del primo giro.

Sul versante dei costi si concentrer­anno invece le norme che provano a guardare alla ripresa, con un pacchetto liquidità ( si vedano gli altri articoli in pagina) e una serie di interventi che dovrebbero distinguer­e i soggetti in crisi a cui offrire tutele in più. Un terreno delicato è quello degli affitti. « Il blocco degli sfratti non potrà essere generalizz­ato anche per non penalizzar­e i proprietar­i che di quegli affitti vivono - ragiona Durigon -, per cui bisognerà guardare con attenzione a entrambe le parti » . In quest’ottica gli sfratti potrebbero rimanere congelati solo per le attività più in crisi, mentre si studia un rilancio del credito d’imposta sugli affitti ( riconosciu­to fino a oggi al 60%). Fondi permettend­o, una selezione analoga potrebbe individuar­e una platea a cui tornare a sospendere i pagamenti fiscali, per esempio quelli di fine novembre per le rate 2021 della rottamazio­ne ter. Ma servono coperture, perché da quell’appuntamen­to l’Erario attende 2,4 miliardi. Tra gli stop fiscali a cui si sta lavorando c’è la tassazione sui giochi, in particolar­e la sospension­e del Preu a carico degli operatori bloccati da ormai un anno. Allo stesso settore guarda l’ipotesi di proroga delle concession­i, come quelle delle scommesse sportive, che però richiedono risorse ingenti.

Nel novero delle tasse da sospendere ci sono poi i tributi locali, a partire dagli sconti Tari per le attività chiuse e dalla proroga fino a dicembre dell’esenzione dal canone unico per il suolo pubblico. Due misure proposte dagli stessi Comuni anche come emendament­i al primo decreto « sostegni » .

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