Il gruppo Abk rileva le piastrelle Desvres
La società di Sassuolo ha acquisito l’azienda francese dal Tribunale di Lille Fabbri: il fatturato supera 180 milioni, puntiamo ai mercati del Nord Europa
Il gruppo ceramico modenese Abk - tra i big del distretto delle piastrelle di Sassuolo - ha rilevato il concorrente Desvres di Boussois, attivo dal 1764 nella produzione ceramica e tra i primi player nel mercato transalpino. L’operazi0ne conferma il consolidamento in atto nell’industria ceramica italiana che punta a salvaguardare la leadership mondiale. Ora Abk punta a far salire il fatturato a 180 milioni, dopo il 150 del 2020. Il presidente Fabbri: « L’obiettivo sono i mercati del nord Europa » .
Siamo abituati ai grandi gruppi francesi che fanno bottino di marchi storici italiani e la notizia che il gruppo ceramico modenese Abk - tra i big del distretto delle piastrelle di Sassuolo - ha rilevato il competitor Desvres di Boussois, attivo dal 1764 nella produzione di ceramica e tra i primi player nel mercato transalpino, fa doppiamente clamore. Perché conferma il forte consolidamento in atto nell’industria ceramica italiana ( con l’operazione ItalcerEquipe Ceramicas, si veda Il Sole24Ore del 4 marzo) al fine di salvaguardare la leadership mondiale nonostante l’astenia del mercato e testimonia la capacità di medie aziende del Made in Italy - Abk ha chiuso il 2020 con 150 milioni di fatturato consolidato - di traguardare crisi e pandemie grazie alla pazienza dei capitali familiari, puntando sempre all’eccellenza.
Per il gruppo Abk si tratta infatti della terza operazione in pochi mesi, che ha portato i tre soci di Finale Emilia ( ex manager del distretto che nel 1992 si sono messi in proprio partendo da zero) ad acquisire prima due marchi di alta gamma in affanno del distretto - Gardenia Orchidea e Versace Ceramics - poi il 49% della spagnola Arbe Stolanic, per entrare con le grandi lastre nel segmento dell’arredo e, in particolare, dei sistemi di cottura a induzione inglobati nelle superfici. Desvres, nonostante la cattiva gestione finanziaria che ha portato il Tribunale commerciale di Lille Métropole ad aprire, lo scorso gennaio, un procedimento di riorganizzazione giudiziaria, non ha mai interrotto l’attività e ha chiuso anche il 2020 con 40 milioni di fatturato, per il 90% realizzato all’interno dei confini francesi, dove il marchio è presente in tutta la grande distribuzione.
« Con questa operazione portiamo il nostro giro d’affari a oltre 180 milioni quest’anno, ci posizioniamo tra i top player dell’industria ceramica e ci assicuriamo non solo altri 5 milioni di metri quadrati di capacità produttiva annua, ma una location strategica dal punto di vista logistico per crescere nei Paesi del Nord Europa, dove ci sono i maggiori consumi di ceramiche ad alto spessore per l’outdoor, su cui vogliamo specializzare gli impianti di Desvres » spiega Roberto Fabbri, presidente di Abk Group, che lo scorso 24 febbraio ha avuto il via libera dai giudici francesi di Lille a rilevare assets, marchio e poco più della metà degli organici ( dei 208 dipendenti solo 118 passeranno al gruppo modenese, gli altri saranno a carico del governo di Macron).
Si tratta di 120mila metri quadrati di terreni nel Nord della Francia, al confine con il Belgio, 90mila mq coperti tra la fabbrica Boussois e la divisione commerciale e i magazzini a Maubeuge, e di un marchio presente in tutte le catene distributive, cui agganciare i brand italiani: da quelli storici Abk, Flaviker e Ariana ai più recenti Abk Stone e Materia, specializzati nelle grandi lastre sottili, fino al luxury di Versace e Gardenia Orchidea ( entrati nell’orbita di Abk lo scorso ottobre, come detto, con l’acquisto del 100% di Ceramiche Gardenia Orchidea Spa, 38 milioni di euro di ricavi).
L’impegno sottoscritto da Abk con il Tribunale commerciale di Lille Métropole è di investire almeno 3 milioni nell’ammodernamento della produzione entro il 2022 e altri 2 milioni sul versante marketing. Ma i programmi della nuova proprietà italiana sono in realtà più ambiziosi: « Serviranno 8- 10 milioni di euro di investimenti in due anni - prosegue Fabbri - per rilanciare e specializzare il sito di Louvroil nei grandi spessori ( 20 e 30 mm) per l’oudoor, con formati 80x80, 60x120 e 120x120 e puntiamo a portare la produzione annua dagli attuali 5 a 7 milioni di metri quadrati entro fine 2022.
Questo significa anche nuova capacità produttiva per i nostri marchi, perché internamente oggi produciamo in Italia circa 8 milioni di metri quadrati, ma altri 2 milioni di mq l’anno li dobbiamo commissionare a terzisti » .
Desvres è stato lasciato fallire dal gruppo belga Koramic, una holding da 600 milioni di fatturato che oltre a Desvres controlla in Francia i marchi di piastrelle Cerabati e Alfacaro ( i tre brand di Koracer, il gruppo leader francese nella produzione di piastrelle ceramiche) ed era sinonimo fin qui di piastrelle standard di media gamma con un ottimo posizionamento sul mercato transalpino: i fatturati viaggiavano sui 60- 70 milioni fino a pochi anni fa, livello su cui Abk conta di tornare rapidamente. Spingendo nel contempo anche un processo di internazionalizzazione, perché i mercati esteri rappresentato oggi meno del 10% del Made in France, contro il 75% delle produzioni italiane.
« Fra gli obiettivi a medio termine - spiega Alessandro Fabbri, nominato direttore marketing di Desvres, che sarà invece presieduta da Andrea Guidorzi, uno dei tre azionisti di riferimento di Abk - c’è infatti l’ampliamento dei mercati di esportazione. La strategia del nostro gruppo è investire su brand con una forte tradizione riconosciuti a livello internazionale, per rilanciarli e riportarli al vertice del mercato, grazie alla spinta propulsiva e innovativa della nostra visione aziendale » . Una visione che ha permesso ad Abk di superare crisi pesanti: « Fatturavamo 105 milioni nel 2008, siamo crollati a 70 milioni nel 2012 e dal 2013 siamo ripartiti, chiudendo anche un anno critico come il 2020, in pieno Covid e con le fabbriche ferme due mesi per il lockdown con una crescita del 4% in Abk ( 114 milioni), in netta controtendenza rispetto al mercato. Raccogliamo i frutti degli oltre 40 milioni di investimenti realizzati nell’ultimo triennio a Solignano, dove abbiamo creato un impianto all’avanguardia nelle grandi lastre » conclude Roberto Fabbri. Che ha accantonato per ora il progetto di quotazione ( dopo il tentativo, due anni fa, di arrivare all’Aim tramite una business combination con una Spac) ma continua a guardarsi attorno in cerca di opportunità sul mercato che amplifichino lo sviluppo per linee interne.