Il Consiglio di Stato sblocca la Pontina
I giudici ordinano ad Autostrade del Lazio di terminare solerti l’appalto
È il giudice amministrativo - a sorpresa - a sbloccare l’annoso appalto dell’autostrada Pontina, alias « Corridoio intermodale Roma– Latina e collegamento Cisterna – Valmontone » , con una decisione che supera d’autorità le incertezze, i ripensamenti e le resistenze della stessa Pa. Il Consiglio di Stato con la sentenza 1314/ 2021 notificata ieri ha ordinato ad Autostrade del Lazio di ottemperare alla sua decisione di due anni fa con cui aveva disposto di rinnovare un segmento - risultato illegittimo - della gara di aggiudicazione.
A prescindere dal casus belli ( un algoritmo impreciso, previsto nella lettera di invito per l’assegnazione dei punteggi alle offerte economiche in relazione all’utilizzo del contributo pubblico) la sentenza è rilevante per almeno due aspetti. Il primo riguarda i limiti della Pa nel “ripensare” le proprie scelte in pendenza di un giudizio di ottemperanza; ma non meno importante è il rifiuto ( provvisorio) del CdS di nominare un commissarioad commissario ad acta - strategia diventata prassi dell’ultimo governo, ndr - i invitando nvitando piuttosto l’amministrazione a provvedere entro 30 giorni e di propria iniziativa.
La vicenda storica e processuale è piuttosto complicata, dopo che il giudice amministrativo ad aggiudicazione avvenuta aveva accolto il rilievo sull’algoritmo errato. Nelle more, all’incertezza se riaprire la gara anche ad altri concorrenti - al traguardo ne erano arrivati solo due - si sono sovrapposti i ripensamenti dell’amministrazione che, tra cambi di percorso ed eliminazione di tratte a pedaggio aveva di fatto deciso di non portare avanti il progetto originario, superandolo con un mero « atto di indirizzo » . A questo proposito l’intervento della Quinta sezione è stato tranciante, sostenendo che la rivalutazione dell’interesse pubblico - in sostanza il sottostante al cambio di strategia - « non può essere svolta al solo scopo di privare il ricorrente vittorioso nel giudizio di cognizione dell’utilità derivante dal giudicato di annullamento. L’ipotesi in questione dà infatti luogo al vizio di elusione del giudicato » . In questo contesto sono « irrilevanti i contrari avvisi (...) del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in primis, e della Regione Lazio. L’atto di indirizzo non è infatti inquadrabile nell’ambito dei poteri di amministrazione attiva in generale ed in particolare di autotutela decisoria su atti già adottati » . Secondo il legale del vittorioso Consorzio stabile Sis, Maria Cristina Lenoci, « questa importante decisione fa giustizia anche su un punto della narrativa corrente: che non sono i giudici amministrativi a bloccare le opere, al contrario - come qui - talvolta ne agevolano il completamento » .