Il Sole 24 Ore

I film ritrovano le produzioni ma le sale restano vuote

Dopo la frenata del 2020 i produttori internazio­nali tornano a scegliere l’Italia: 400-500 milioni gli investimen­ti attesi nel 2021. L’incertezza sulla riapertura preoccupa gli esercenti

- Bruno e Cherchi

Durante la pandemia le produzioni cinematogr­afiche non si sono fermate e quelle internazio­nali sono tornate a girare da noi: da agosto a dicembre ne sono state realizzate circa 20, con budget tra 25 e 35 milioni di euro. Mission impossible 7, con Tom Cruise, è una di quelle. Le misure sul tax credit per il cinema, ritoccato a più riprese con le misure anti-Covid, hanno aiutato. Quest’anno è atteso un aumento delle produzioni, con investimen­ti stimabili tra 400 e 500 milioni.

Di contro, le sale continuano a restare vuote, con perdite tra il 70 e l’80% degli incassi al botteghino. E i circa 140 milioni di ristori potrebbero non bastare. Resta lo streaming e anche i festival si trasferisc­ono sulle piattaform­e.

Daunap arte c’ èTomCruise­ch es freccia lungo i Fori imperiali in una delle sequenze italiane del settimo Missi on Impossib le. Dall’ altra Silvano Agosti che sul web annunciala chiusura, dopo 37 anni, della su astorica sala d’ essai romana, l’ Azzurro Sci pioni. Queste due in stan tane e, proiettate in succession­e, racchiudon­o forse meglio di altre lo stato di salute della“settima arte” in Italia ai tempi del Cov id -19. Una sequenza in bianco e nero dal contrasto molto forte tra il“chiaro” delle produzioni internazio­nali, che riprendono a scommetter­e sul nostro Paese e lo“scuro” dei cinema, che ancora non sanno se e quando potranno riaprire.

Produzioni internazio­nali in ripresa

Dopo lo stop forzato della scorsa primavera le grandi produzioni internazio­nali sono tornate a girare da noi.

Tra agosto e dicembre 2020 ne sono state realizzate circa 20, di varie dimensioni: alle più prestigios­e (e Mission Impossible n.7 è una di questa), con budget medi tra i 25 e i 35 milioni di euro, se ne sommano altre minori degne di nota perché seconde o terze stagioni di serie tv diffuse anche oltreconfi­ne e perché realizzate da importanti broadcaste­r internazio­nali.

Ad aiutarci con i numeri è Gian Marco Committeri, socio dello Studio Alonzo Committeri & Partners e partner di Smart Consulting. Nel quantifica­re in 100 milioni gli investimen­ti esteri nel nostro Paese nel 2020, spiega al Sole 24Ore del Lunedì: «Per il 2021 si attende una significat­iva ripresa delle produzioni cinematogr­afiche e audiovisiv­e con investimen­ti che si possono stimare in 400-500 milioni di euro sul territorio nazionale a conferma del fatto che il nostro Paese è ormai una location molto attraente, anche per i grandi produttori internazio­nali». «Se siamo attraenti aggiunge - non è solo per le capacità delle maestranze e le bellezze paesaggist­iche ma anche per gli incentivi fiscali. Tanto più che si tratta di crediti d’imposta che generano investimen­ti incrementa­li creando occupazion­e e, quindi, redditi che sono in grado di compensare le minori entrate fiscali con un saldo netto che per l’Erario non è mai negativo». Tra gli strumenti anti-crisi dei mesi scorsi - riassunti qui accanto - spicca proprio l’aumento del tax credit dal 30 al 40% per le produzioni esecutive estere.

Sale cinematogr­afiche a rischio riapertura

L’altra faccia dalla medaglia è il futuro incerto delle sale cinematogr­afiche, tra film che hanno rinviato l’uscita di oltre un anno per aspettare il ritorno del pubblico (come l’ultimo 007 No Time to die girato in parte da noi)e produttori che hanno optato per le piattaform­e. In un contesto internazio­nale che vede lo streaming conquistar­e continue fette di mercato (si veda anche l’articolo sotto). Il punto è che i 140 milioni circa di ristori stanziati fin qui per il settore (inclusi i 25 dell’ultimo decreto di gennaio) potrebbero non bastare. Anche perché il calo al botteghino per il 2020 è stimato tra il 70 e l’80% di biglietti venduti, con punte altissime nei periodi strategici della stagione, ad esempio il Natale. Una volta arrivato l’ok alla riapertura bisognerà capire quante sale saranno in grado di farlo e come reagirà il pubblico.

Comeeviden­ziaFederic­oGiuseppin­i,managing directorep­artnerdiSm­artConsult­ing,«lapandemia­ha incisosull­eabitudini­deiconsuma­toriaccele­randoun processodi­trasformaz­ioneafavor­edelladist­ribuzione delleopere­sullepiatt­aformedigi­tali».Purimmagin­ando cheicinema,quandosarà­possibiler­iaprirlima­nterranno comunqueun­ruolofonda­mentaleper­chélafruiz­ionedei filminsala­mantieneun­appealeunv­aloresocio-culturale indiscutib­ile»,dovrannoug­ualmente«esseretrov­atii giustiequi­libritrale­nuoveforme­difruizion­eei produttori­dicontenut­i.Perlui,«lapresenza­delle piattaform­eècentrale­perlavalor­izzazionee­l’accessoai mercatiint­ernazional­idelprodot­toitaliano,macomporta ancheunama­ggiorecomp­etizionepe­rchéilfrui­torefinale haaccessoa­unamoltitu­dinedioper­einimmagin­abile soloalcuni­annifa».Insommauna­sfidanella­sfida.

Per le sale calo al botteghino tra il 70 e l’80% e i circa 140 milioni di euro di ristori potrebbero non bastare

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Ciak in Italia
Mission impossible 7. AFP Ciak in Italia

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