Marenzi: «La ripresa spingerà la voglia di acquisti d’impulso»
Nessuno si illuda, avverte Claudio Marenzi, proprietario del marchio di capispalla Herno e presidente di Pitti Immagine: il 2021 si presenta un anno simile al 2020 dal punto di vista economico, solo dinamiche. Se l’ anno scorso era cominciato bene( le vendi tedi gennaio e febbraio) ed è finito con la pandemia, quest’ anno è partito male e andrà–si presume–meglio nella seconda parte, grazie alla diffusione del vaccino an ti-Covi de all’avvio della ripresa mondiale.
Una ripresa che spingerà« la voglia di acquisti d’impulso», secondo il presidente di Pitti Immagine, prospettiva a cui le aziende italiane della mo dasi stanno preparando con le collezioni autunno/ inverno 2021/2022 in fa sedi presentazione( e di vendita aibuyer) inqu este settimane. Peri capi e accessori maschili la vetrina naturale sarebbe dovuta essere il Pitti Uomo di Firenze, fieracino all’ Epifania, mala pandemia continua a scombinare le carte-come ha fatto nel giugno scorso per l’ edizione estiva-costringendo a ricorrere perora al salone digitale( quello fisico è stato posticipato al 21-23 febbraio ma oggi si saprà se il Governo riaprirà le fiere, ipotesi poco probabile).
La piattaforma, chiamata Pittiè aperta martedì 12 gennaio e resterà online fino a fine marzo perstampa. Pitti Immagine ha voluto essere fuori dal coro( digitale ), scegliendo dimettere infilai marchi espositori co mese fosse un catalogo di carta, da cliccare per avere un assaggio. Per navigare nella collezione completa e approfondire stile, modelli e materiali è necessario chiedere l’accesso a ogni singolo marchio, un po’ co mesi fa all’ ingresso degli stand, prenotando eventualmente una video chiamata per avviare un dialogo.
Per adesso i marchi sulla piattaforma sono circa 130, in gran parte piccoli e italiani, ma altri siaggi ungeranno nei prossimi giorni, via via che le aziende caricheranno i materiali. Accanto alle aziende Pitti Immagine ha organizzato alcuni eventi digitali–come le Cuci nel li,Herno, Kiton eL ard in i – per ricreare in qualche modo l’atmosfera del salone fisico.
«Il digitale è diventato uno strumento indispensabile, ma delle fiere fisiche non potremo mai fare a meno», ribadisce Marenzi pensando alla necessità di toccare un tessuto, vedere una cucitura, assaggiare la “mano” del capo. È una necessità che vale tanto più per le collezioni sostenibili, cui guardano con sempre maggior interesse aziende, consumatori e enti fieristici (sul Pitti Connect c’è una piccola sezione Sustainable style ), che ora Marenzi chiama a un upgrade. «La sostenibilità dev’ essere non solo nei processi produttivi
– afferma - ma anche nella durata del capo e nei tessuti con cui è fatto. E deve diventare cool, in modo che il racconto ai clienti possa risultare interessante». Il messaggio è che non basta più avere fabbriche alimentate con energia rinnovabile, che risparmiano acqua e riscaldamento, ma bisogna fare capi con materiali riciclati e biodegradabili, a basso impatto.
Pitti Uomo vuol cogliere questa tendenza e nell’edizione del centenario, che andrà in scena in giugno a Firenze, avrà come leitmotiv la sostenibilità, annuncia Marenzi in conl’ ad di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone.