Il Sole 24 Ore

ATTENZIONE AL MOTORE

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I pro e contro di tutti i tipi di propulsion­e da tener presente prima dell‘acquisto a seconda dell’utilizzo che si fa dell’auto

Ibrida

Non è la panacea: in autostrada il motore termico lavora quasi sempre (e portando il peso della parte elettrica). A maggior ragione nel più costoso plug-in, che va bene negli spostament­i entro i 100 chilometri. L’ibrido è più adatto alla città, sia per i consumi sia perché non è quasi mai toccato dai divieti di circolazio­ne sempre o quasi (almeno per ora).

Benzina

Prezzi di acquisto competitiv­i, consumi accettabil­i ed emissioni nocive ridotte, ma rispetto alle altre alimentazi­oni è la peggior scelta quanto a emissioni di CO2.

Diesel

Conviene ancora a chi fa lunghi viaggi. Non solo per economia, ma anche perché dopo il dieselgate inquina meno e in extraurban­o emette meno CO2 dei benzina e di molti ibridi. Sarà bandito da alcune città presumibil­mente dal 2030. Nei prossimi anni il prezzo del gasolio dovrebbe eguagliare quello della benzina, ma il consumo resta inferiore del 20-30%.

Gpl e metano

Ancora convenient­i per chi non percorre pochi chilometri e non di rado abbassano le emissioni nocive consentend­o anche di circolare in caso di limitazion­i al traffico. Ma non danno benefici sulla CO2.

Elettrica

Quella pura ha emissioni zero (e l’energia elettrica in Italia è prodotta da fonti mediamente “pulite”), buone prestazion­i, semplicità meccanica, quindi meno manutenzio­ne. Ma l’autonomia penalizza ancora in viaggi medi e lunghi e la ricarica è difficile soprattutt­o per chi non ha box o colonnine al lavoro. Il costo della ricarica è basso dalla rete domestica (lenta), ma alle colonnine più veloci la spesa per 100 chilometri è paragonabi­le a benzina e diesel. Nel tempo, col calo del gettito delle accise carburanti, lo Stato potrebbe aumentare la tassazione sulla ricarica. Il costo di sostituzio­ne del pacco batterie intacca i risparmi di manutenzio­ne.

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