Il Sole 24 Ore

Ue, via libera alla prima terapia genica

- —Fr.Ce.

Èstata approvata in Europa la prima terapia genica al mondo per una rara e gravissima malattia neurodegen­erativa di origine genetica, la leucodistr­ofia metacromat­ica: ad annunciarl­o sono Fondazione Telethon, Ospedale San Raffaele e l’azienda produttric­e, Orchard Therapeuti­cs, dopo la comunicazi­one ufficiale della Commission­e europea che ha concesso un’approvazio­ne senza restrizion­i. Un risultato che è frutto di un percorso iniziato oltre 15 anni fa all’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SRTiget) di Milano - dove si è dimostrato il razionale a livello prima scientific­o e poi clinico a supporto di questo trattament­o all'avanguardi­a – e portato a termine dall’azienda angloameri­cana, che nel 2018 ne ha acquisito la licenza esclusiva.

La leucodistr­ofia è una grave malattia metabolica di origine genetica, che colpisce 1 bambino ogni 10mila. È causata da mutazioni in un gene, arilsulfat­asi-A (Arsa), che portano all’accumulo di particolar­i sostanze chiamate solfatidi nel cervello e in altre parti dell’organismo, tra cui fegato, cistifelle­a, reni, milza. Nelle sue forme più gravi, che sono anche le più comuni, questi bambini perdono rapidament­e la capacità di camminare, parlare e interagire con il mondo circostant­e: la maggior parte di loro muore in età infantile e ha a disposizio­ne soltanto cure palliative. Il farmaco è una terapia genica somministr­ata tramite un’unica infusione. Il trattament­o prevede il prelievo delle staminali ematopoiet­iche del paziente, quelle che danno origine a tutti gli elementi del sangue. Le cellule vengono poi corrette con un vettore lentiviral­e (derivato da una versione modificata e innocua del virus Hiv) che consente di inserire nel loro patrimonio genetico più copie funzionant­i del gene Arsa. Queste cellule geneticame­nte modificate vengono poi reinfuse nel paziente: la loro capacità di attraversa­re la barriera emato-encefalica, raggiunger­e il cervello ed esprimere livelli di enzima funzionant­e superiori al normale permette di correggere la disfunzion­e all’origine della malattia in modo continuo e a seguito di un singolo trattament­o. L’enzima prodotto in sovrannume­ro dalle cellule ingegneriz­zate viene infatti assorbito e utilizzato anche dalle altre cellule cerebrali che contengono ancora la mutazione nel gene arsa e che quindi non sono in grado di produrlo da sé.

«Questo risultato arriva a 10 anni di distanza dal trattament­o del primo paziente nell'ambito dello studio clinico avviato nel nostro istituto e segna una vera svolta per i pazienti affetti da leucodistr­ofia metacromat­ica che da così tanto tempo sono in attesa di una risposta terapeutic­a - ha commentato Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele T el eth on perla terapia genica di Milano -. Il nostro lavoro all’ SRTige tè stato determinan­te, sia nella faseprec lini ca, in cui è stato dimostrato il razionale alla base di questo approccio terapeutic­o, sia nel primo studio clinico sperimenta­le sui pazienti che ne ha dimostrato­le grandi potenziali­tà terapeutic­he. Questi studi, supportati dalla Fondazione Telethon e dall’Ospedale San Raffaele, hanno posto le basi per arrivare successiva­mente alla registrazi­one della terapia ».

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