L’assedio a BitGrail di Polizia e Fbi
Si chiude con una misura cautelare e una serie di accuse gravissime nei confronti dell’ad, la storia di BitGrail, Srl fiorentina finita nel mirino di Polizia Postale ed Fbi dopo la sparizione di 17 milioni di “Nano” (circa 120 milioni di euro). Tutto risale al febbraio del 2018, quando centinaia di utenti denunciarono di aver perso i depositi detenuti sulla piattaforma di scambio per criptovalute. Il ceo e fondatore di BitGrail, l’ex programmatore informatico Francesco Firano, venne immediatamente additato dalla community come l’autore della truffa. Accuse alle quali l’ad replicò puntualmente, vantandosi di aver lui stesso presentato regolare denuncia dell'accaduto alla Polizia Postale. A quanto pare, però, quella di Firano era solo una strategia per cercare di depistare gli inquirenti, che alla fine sono riusciti a ricostruire un puzzle molto complesso. Dalle indagini è emerso che il 33enne fiorentino, dopo aver sottratto le criptovalute agli utenti della sua piattaforma, era riuscito a trasformare parte del malloppo in moneta legale grazie ad operazioni di trading. Successivamente ha cercato a più riprese di prelevare, nel tentativo di “svuotare” il conto. L’intervento degli inquirenti ha mandato in frantumi il piano. E ora su Firano pendono accuse pesantissime. (B.Sim.)