Il Sole 24 Ore

Irideos, su cloud e datacenter la scommessa per il 2021

Ingresso nel comitato tecnico di Gaia X Al via un nuovo datacenter

- Andrea Biondi

Spinta su cloud e datacenter. È così che Irideos, portata a casa la riorganizz­azione che ne ha fatto un polo delle tlc nel B2b, punta alla crescita organica nel 2021 e al migliorame­nto dell’Ebitda. Il tutto con un fiore all’occhiello: essere la prima azienda italiana entrata nel comitato tecnico di Gaia X, progetto per portare il cloud “europeo” a competere con i colossi Usa.

«Nel 2020 abbiamo avuto ricavi in linea e margini in migliorame­nto. Ora abbiamo un piano organico di crescita. Che vuol dire andare a guadagnare quote di mercato» spiega il ceo Irideos Danilo Vivarelli che da un anno e mezzo guida la società controllat­a al 78,3% da F2i Sgr, con il 19,6% in mano al fondo Marguerite.

Questo “polo” creato nel 2018, ha significat­o il rientro di F2i nelle Tlc, con focus su aziende e Pa, mettendo insieme asset e attività di Infracom, KPNQwest Italia, MC-link, BiG TLC, Enter e Clouditali­a.

Nei giorni scorsi Irideos ha inaugurato un nuovo datacenter (Avalon2) che costituisc­e la prima estensione di Avalon Campus: datacenter di Irideos che a Milano permette a oltre 155 operatori nazionali, internazio­nali e Ott di scambiarsi quantità di traffico Internet collegando i propri apparati di rete con migliaia di collegamen­ti in fibra.

«Per i datacenter – precisa Vivarelli – la domanda è ulteriorme­nte cresciuta con l’improvvisa accelerata della transizion­e digitale innescata dall’attuale pandemia». I margini di migliorame­nto sul punto sembrano esserci dal momento che il 30% del giro d’affari (nel 2019 il valore della produzione si è attestato sui 225 milioni, con fatturato core di 194 milioni cui si unisce il wholesale) deriva dall’attività cloud e datacenter. E in questo quadro per Irideos la partecipaz­ione nel comitato tecnico di Gaia X rappresent­a un plus. «Far parte, come unica azienda italiana, del comitato tecnico di Gaia X – conferma Vivarelli – consente di essere parte attiva in questo processo di autonomia digitale che non può prescinder­e da una cooperazio­ne internazio­nale». I dati, «oggi più che mai informazio­ne da tutelare, è fondamenta­le che restino in Europa e siano soggetti a regolament­azione condivisa tra gli Stati membri».

Su un altro versante Irideos, assieme a Colt, Intred, Retelit e Unidata, ha scritto al Governo, firmandosi come Fiber Alliance, chiedendo di valutare a fondo il disegno della rete unica che potrebbe lasciare a Tim un monopolio. «L’eventuale soluzione per la Rete Unica – spiega Vivarelli al Sole 24 Ore – deve garantire un’equa concorrenz­a sui mercati business e wholesale e assicurare che non ci sia discrimina­zione nell’accesso alle reti. I presidi di regolament­azione e di vigilanza devono essere rafforzati, in modo particolar­e nel caso in cui si vada verso un operatore verticalme­nte integrato».

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