Tim Brasil vince l’asta per il mobile di Oi
Per Telecom un esborso da 1,2 miliardi, finanziato a debito, che si ripaga da sè
Tim Brasil si aggiudica la gara per le attività mobili di Oi, l'ex campione nazionale delle tlc brasiliane finito in dissesto. La cordata capitanata dalla controllata carioca di Telecom Italia, che comprende anche gli altri principali concorrenti su piazza l'unità di Telefonica in Brasile e Claro del gruppo America movil - ha offerto 16,5 miliardi di reais, pari a quasi 2,7 miliardi di euro, all'asta per la parte di telefonia mobile dell'operatore locale. A questa somma è da aggiungere il corrispettivo offerto al gruppo Oi di circa 819 milioni di reais (134 milioni di euro), come valore attuale netto per i Take-or-pay data transmission capacity contracts, l’impegno degli operatori ad appoggiarsi anche per il futuro alle strutture di Oi per collegare la rete mobile di torri e antenne per la quota parte prefissata. Tim Brasil parteciperà all'operazione con un investimento di 7,3 miliardi di reais (circa 1,2 miliardi di euro), da corrispondere al closing, previsto per la seconda metà dell'anno prossimo, e 476 milioni di reais relativi alla quota di Tim Brasil nel valore attuale netto dei contratti.
«Considerato il basso indebitamento e le favorevoli condizioni di mercato, Tim ritiene di finanziare l'acquisizione facendo ricorso alla cassa e al mercato del debito locale. Tuttavia, in caso di eventuali cambiamenti delle condizioni di mercato, Tim valuterà tutte le opzioni disponibili», spiega una nota.
Tra le alternative potrebbe esserci anche quella di finanziare l’operazione Oi con un aumento di capitale di Tim Participaçoes, la holding di Tim Brasil quotata a San Paolo, che oggi è controllata per i due terzi da Telecom Italia, mantenendo comunque la maggioranza assoluta. Ma lo schema-base prevede di ricorrere all’indebitamento locale, considerato che i tassi in Brasile sono ai minimi e Tim Brasil ha attualmente non ha debiti bensì una posizione finanziaria netta attiva. È previsto che già dal 2022 l’Ebitda addizionale derivante l’operazione compensi il maggior indebitamento, con un contributo positivo al ratio di indebitamento del gruppo.
In Brasile è fissato un tetto alle quote di mercato che un operatore non può superare nei singoli Stati della federazione in cui opera. Per questo Tim Brasil, che ha preso l'iniziativa, ha convinto i concorrenti a coalizzarsi per presentare un'offerta congiunta e spartirsi le attività in asta entro i limiti concessi. Tim Brasil, in particolare, rileverà un portafoglio di 14,5 milioni di clienti - pari a circa il 40% del totale dei clienti mobili di Oi (secondo i dati dell'Anatel, l'Authority locale delle tlc, aggiornati ad aprile); circa 49 MHz di frequenze come media nazionale ponderata per popolazione (il 54% delle frequenze radio di UPI Ativos Móveis): e 7.200 siti di accesso mobile (pari al 49% dei siti di UPI Ativos Móveis).
Riassumendo, a Tim Brasil andranno il 54% delle frequenze, il 40% dei clienti, il 49% dell'infrastruttura mobile. Vivo, l'operatore mobile brasiliano di Telefonica, avrà invece il 46% delle frequenze, il 29% dei clienti, il 19% dell'infrastruttura mobile. Claro, che fa capo al magnate messicano Carlos Slim, non rileverà invece frequenze bensì il 31% del portafoglio clienti e il 32% dell'infrastruttura mobile. Il controvalore dell'operazione sarà ripartito in misura proporzionale alle attività rilevate: 44% Tim, 33% Vivo e 23% Claro.
Per Tim il beneficio dell’operazione è soprattutto in termini di ampliamento delle frequenze disponibili, perchè consentirà di mettersi alla pari con Claro, poco sotto Vivo che invece oggi stacca di gran lunga gli altri operatori. Questo permetterà di migliorare il servizio al cliente e di risparmiare su antenne e torri per coprire il territorio. Da considerare poi, più in generale, il beneficio derivante dal consolidamento del settore con la scomparsa di un quarto operatore mobile che negli ultimi due anni ha contribuito a far pressione sui prezzi.
L'operazione è soggetta al verificarsi di alcune condizioni sospensive previste negli accordi, oltre che all'ottenimento delle consuete autorizzazioni regolamentari. «Tim - si legge in una nota - conferma che l'operazione, una volta perfezionata, porterà valore non solo alla sua controllata in Brasile, ma anche a tutto il gruppo e ai suoi azionisti perché permetterà di accelerare la crescita e aumentare l'efficienza operativa attraverso sinergie rilevanti».