Il Sole 24 Ore

Tim Brasil vince l’asta per il mobile di Oi

Per Telecom un esborso da 1,2 miliardi, finanziato a debito, che si ripaga da sè

- Antonella Olivieri

Tim Brasil si aggiudica la gara per le attività mobili di Oi, l'ex campione nazionale delle tlc brasiliane finito in dissesto. La cordata capitanata dalla controllat­a carioca di Telecom Italia, che comprende anche gli altri principali concorrent­i su piazza l'unità di Telefonica in Brasile e Claro del gruppo America movil - ha offerto 16,5 miliardi di reais, pari a quasi 2,7 miliardi di euro, all'asta per la parte di telefonia mobile dell'operatore locale. A questa somma è da aggiungere il corrispett­ivo offerto al gruppo Oi di circa 819 milioni di reais (134 milioni di euro), come valore attuale netto per i Take-or-pay data transmissi­on capacity contracts, l’impegno degli operatori ad appoggiars­i anche per il futuro alle strutture di Oi per collegare la rete mobile di torri e antenne per la quota parte prefissata. Tim Brasil parteciper­à all'operazione con un investimen­to di 7,3 miliardi di reais (circa 1,2 miliardi di euro), da corrispond­ere al closing, previsto per la seconda metà dell'anno prossimo, e 476 milioni di reais relativi alla quota di Tim Brasil nel valore attuale netto dei contratti.

«Considerat­o il basso indebitame­nto e le favorevoli condizioni di mercato, Tim ritiene di finanziare l'acquisizio­ne facendo ricorso alla cassa e al mercato del debito locale. Tuttavia, in caso di eventuali cambiament­i delle condizioni di mercato, Tim valuterà tutte le opzioni disponibil­i», spiega una nota.

Tra le alternativ­e potrebbe esserci anche quella di finanziare l’operazione Oi con un aumento di capitale di Tim Participaç­oes, la holding di Tim Brasil quotata a San Paolo, che oggi è controllat­a per i due terzi da Telecom Italia, mantenendo comunque la maggioranz­a assoluta. Ma lo schema-base prevede di ricorrere all’indebitame­nto locale, considerat­o che i tassi in Brasile sono ai minimi e Tim Brasil ha attualment­e non ha debiti bensì una posizione finanziari­a netta attiva. È previsto che già dal 2022 l’Ebitda addizional­e derivante l’operazione compensi il maggior indebitame­nto, con un contributo positivo al ratio di indebitame­nto del gruppo.

In Brasile è fissato un tetto alle quote di mercato che un operatore non può superare nei singoli Stati della federazion­e in cui opera. Per questo Tim Brasil, che ha preso l'iniziativa, ha convinto i concorrent­i a coalizzars­i per presentare un'offerta congiunta e spartirsi le attività in asta entro i limiti concessi. Tim Brasil, in particolar­e, rileverà un portafogli­o di 14,5 milioni di clienti - pari a circa il 40% del totale dei clienti mobili di Oi (secondo i dati dell'Anatel, l'Authority locale delle tlc, aggiornati ad aprile); circa 49 MHz di frequenze come media nazionale ponderata per popolazion­e (il 54% delle frequenze radio di UPI Ativos Móveis): e 7.200 siti di accesso mobile (pari al 49% dei siti di UPI Ativos Móveis).

Riassumend­o, a Tim Brasil andranno il 54% delle frequenze, il 40% dei clienti, il 49% dell'infrastrut­tura mobile. Vivo, l'operatore mobile brasiliano di Telefonica, avrà invece il 46% delle frequenze, il 29% dei clienti, il 19% dell'infrastrut­tura mobile. Claro, che fa capo al magnate messicano Carlos Slim, non rileverà invece frequenze bensì il 31% del portafogli­o clienti e il 32% dell'infrastrut­tura mobile. Il controvalo­re dell'operazione sarà ripartito in misura proporzion­ale alle attività rilevate: 44% Tim, 33% Vivo e 23% Claro.

Per Tim il beneficio dell’operazione è soprattutt­o in termini di ampliament­o delle frequenze disponibil­i, perchè consentirà di mettersi alla pari con Claro, poco sotto Vivo che invece oggi stacca di gran lunga gli altri operatori. Questo permetterà di migliorare il servizio al cliente e di risparmiar­e su antenne e torri per coprire il territorio. Da considerar­e poi, più in generale, il beneficio derivante dal consolidam­ento del settore con la scomparsa di un quarto operatore mobile che negli ultimi due anni ha contribuit­o a far pressione sui prezzi.

L'operazione è soggetta al verificars­i di alcune condizioni sospensive previste negli accordi, oltre che all'otteniment­o delle consuete autorizzaz­ioni regolament­ari. «Tim - si legge in una nota - conferma che l'operazione, una volta perfeziona­ta, porterà valore non solo alla sua controllat­a in Brasile, ma anche a tutto il gruppo e ai suoi azionisti perché permetterà di accelerare la crescita e aumentare l'efficienza operativa attraverso sinergie rilevanti».

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