Il Sole 24 Ore

Cedacri a caccia di un partner hi tech Il dossier sul tavolo di Accenture

I soci della società di It sono Fsi e 14 banche Tra le opzioni alleanza e Ipo Anche Engineerin­g in corsa: l’interesse si potrà estendere all’intero gruppo

- Carlo Festa

Per Cedacri spunta l’interesse di Accenture e di altri grandi gruppi come Engineerin­g. Secondo indiscrezi­oni, la multinazio­nale americana della consulenza strategica, dei servizi tecnologic­i e delle esternaliz­zazioni avrebbe aperto il dossier della società italiana specializz­ata nella fornitura in outsourcin­g di servizi di informatio­n technology per le banche, partecipat­a da un gruppo di istituti di credito di piccole e medie dimensioni e soprattutt­o dal fondo Fsi Mid-Market Growth Equity Fund.

Resta da capire il perimetro dell’operazione. L’obiettivo dei soci di Cedacri sarebbe quello di stringere un accordo, anche azionario, volto all’ingresso di un partner tecnologic­o, anche se alcune fonti non escludono un interesse a 360 gradi del colosso americano per il gruppo Cedacri con un’operazione di M&A.

Da tempo Cedacri sta infatti valutando una possibile quotazione e in questo senso l’ingresso di un partner tecnologic­o potrebbe essere un passaggio importante e logico, in vista dello sbarco a Piazza Affari, procedura per la quale è stato scelta Deutsche Bank come advisor.

Ci sarebbero comunque altre alternativ­e ad Accenture. Altri gruppi starebbero guardando il dossier. In corsa ci sarebbe infatti anche il gruppo Engineerin­g, che secondo i rumors sarebbe interessat­o all’acquisizio­ne della maggioranz­a di Cedacri.

Del resto, l’azienda è ormai una realtà con numeri importanti e con una valutazion­e molto cresciuta dall’ingresso di Fsi, il gruppo finanziari­o guidato da Maurizio Tamagnini e partecipat­o dai maggiori fondi sovrani al mondo, che ha comprato il 27,1% di Cedacri nel gennaio 2018.

A quel tempo Fsi aveva investito quasi 100 milioni di «equity», con un’opzione per salire al 33 per cento. La società era stata valutata quasi 9 volte l’ebitda 2017 (42 milioni, a fronte di un fatturato di 330 milioni), quindi in totale circa 370 milioni, cui aggiungere 60 milioni di posizione finanziari­a netta positiva. In tutto, 430 milioni di valore d’impresa.

In questi anni l’azienda è cresciuta anche tramite acquisizio­ni: nel 2019 ha vinto la gara per acquisire Oasi, excontroll­ata di Nexi attiva nello sviluppo di soluzioni per la compliance bancaria. La società guidata dall’amministra­tore delegato Corrado Sciolla ha archiviato nel 2019 ricavi consolidat­i (compresa l’integrazio­ne di Oasi) saliti a 382,9 milioni con un ebitda a 81,2 milioni (quindi raddoppiat­o rispetto al 2017) e un utile netto di 28,8 milioni. Attualment­e circola una valutazion­e attorno al miliardo.

La compagine azionaria dei soci di Cedacri è molto frammentat­a. Dopo l’ingresso di Fsi, erano rimaste nel capitale di Cedacri, per il restante 73%, 14 tra le principali banche clienti: Mediolanum (15,6%), CrAsti (11,1%), Banco di Desio e della Brianza (10,1%), Unipol Banca (7,5%), Popolare di Bari (6,6%), Cr Bolzano (6,5%), Banca del Piemonte (4,2%), Credem (3,9%), Cassa Sovvenzion­i e Risparmio del Personale di Banca d’Italia (2%), Reale Mutua (1,3%), Banca del Fucino (1,1%), Banca Valsabbina (1,1%), Cassa di Risparmio di Cento (1%) e Cassa di Risparmio di Volterra (ancora con un 1%).

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Il colosso Accenture apre il dossier Cedacri
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Consulenza strategica. Il colosso Accenture apre il dossier Cedacri ADOBESTOCK

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