Produzione di carta, in crescita al 57% l’uso di fibre riciclate
Effetto virus sui consumi: crollano le carte da stampa, crescono quelle sanitarie
Per l’industria italiana della carta il riciclo è materia prima. Accade dal ’ 200, quando in Italia nacque la carta come è ancora oggi, ma ora il riutilizzo della carta da macero è il 57% degli approvvigionamenti del settore. Anche se sofferente per il crollo epidemico della domanda (- 6% nei primi nove mesi del 2020), la filiera industriale della carta vale l’ 1,4% del Pil italiano con oltre 24,5 miliardi di fatturato e un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 3,4 miliardi di euro. Sono questi alcuni dei temi toccati da Lorenzo Poli, presidente dell’Assocarta, insieme con Stefano Ciafani, presidente della Legambiente, per la presentazione del ventunesimo rapporto ambientale dell’industria cartaria italiana. Le esperienze di valore ambientale che da anni impegnano il comparto sono consolidate.
Le norme frenano il riciclo
Ma per rigenerare carta da carta c’è un problema. Si producono rifiuti. Per rilavorare i 5 milioni di tonnellate di carta straccia bisogna gettare quasi 400mila tonnellate di rifiuti che sono arrivati nei contenitori della raccolta differenziata: il cellofan che avvolge le riviste, le graffette di metallo, le spirali di rilegatura, la pellicola interna dei cartoni del latte e così via. Ma gli impianti per trattare questi scarti faticano a essere autorizzati, o addirittura vengono vietati, com’era accaduto alla Cartiera di Mantova quando l’altr’anno si era riaccesa e aveva voluto tornare a riciclare carta dopo decenni di abbandono industriale.
L’effetto del virus
Un cenno sul settore. Le cartiere italiane — dai colossi con presenza in tutto il mondo fino ai piccoli produttori di carte rare — hanno 19.100 addetti diretti, hanno prodotto nel 2019 circa 9 milioni di tonnellate di carta e cartone, di cui il 41,8% è stato esportato.
La flessione del 6% rilevata nei primi nove mesi del 2020 è un indicatore del disastro sanitario di quest’anno e della clausura domestica che ha cambiato il modo di consumare: le carte grafiche (quelle da stampare: volantini, giornali, stampanti) sono crollate del - 28,5% mentre è cresciuta la domanda di carte per usi igienico sanitari (+2,4%) e per imballaggio (+2,7%). Nei primi nove mesi dell’anno la perdita di fatturato è stata del 14,3%.
Semplificare per l’ambiente
«Se il 57% medio della nostra produzione proviene da fibre riciclate, negli imballaggi siamo oltre l’ 80% » , ha ricordato il presidente dell’Assocarta. Ma per Lorenzo Poli il Governo deve affiancare le aziende nel percorso ambientale, invece di rappresentare quasi sempre un ostacolo all’evoluzione sostenibile. «Insieme con Legambiente chiediamo al Governo supporto per progredire nel processo di decarbonizzazione. È tempo di semplificare la normativa per le autorizzazioni, di applicare il decreto End of Waste su carta e cartone e di realizzare gli impianti che possano rendere la filiera sempre più circolare e libera dalle fonti fossili » . Aggiunge Ciafani della Legambiente: « Un obiettivo che ci vede in prima linea in una cammino comune con Assocarta».