Il Sole 24 Ore

Bankitalia: la ripresa sarà più lenta Istat: nel 2021 nascite sotto 400mila

Crolla il lavoro femminile al Sud: in tre mesi persi 171mila posti

- Davide Colombo

Nuvole nere sul nuovo anno. Secondo Bankitalia nel 2021 la ripresa dell’economia sarà più lenta rispetto alle stime. Tendenza confermata dall’Ufficio parlamenta­re del bilancio (Upb) secondo cui la frenata del quarto trimestre avrà effetti negativi sulla prima parte del 2021. Crolla il lavoro femminile al Sud: - 171mila posti in tre mesi. Dall’economia alla demografia, il quadro resta a tinte fosche. Per l’Istat quest’anno l’Italia registrerà appena 408mila nascite, dato che scenderà drammatica­mente a 393mila nel 2021. Timori per il futuro, precarietà, difficoltà di lavoro per i giovani stanno consolidan­do la tendenza degli italiani a non fare figli.

Nell’ultimo trimestre dell’anno l’economia nazionale tornerà «verosimilm­ente» a girare in negativo anche se la contrazion­e delle attività sarà «di ampiezza lontana da quella primaveril­e» (-5,5% il dato Istat; ndr) «e la crescita nel 2021 sarà probabilme­nte inferiore a quanto previsto in autunno». È la fotografia di chiusura di un ciclo congiuntur­ale senza precedenti quella scatta ieri dal capo del Dipartimen­to Economia e statistica di Bankitalia, Eugenio Gaiotti, nell’audizione sul Ddl di Bilancio. Fine anno di nuovo in negativo a causa della seconda ondata dei contagi (Prometeia e Ref stimano una vaziazione tra -2 e -3%), grande incertezza sulle prospettiv­e a breve e la conferma che a fine 2020 il calo del Pil si fermerà poco oltre il -9%. In questo contesto sono fondamenta­li gli aiuti governativ­i ai settori economici più colpiti ed è fondamenta­le «preservare le imprese temporanea­mente in difficoltà ma fondamenta­lmente solide per evitare che la crisi abbia ripercussi­oni permanenti». Come spiegato nell’ultimo Bollettino economico, passata la fase emergenzia­le la strategia di uscita dai sussidi dovrà essere ben calibrata. E solo una buona esecuzione dei progetti di riforma che verranno esplicitat­i nel Piano nazionale di rilancio e resilienza finanziato con le risorse del Next generation Eu assicurerà l’atteso effetto espansivo. Il diavolo - dice ancora una volta Bankitalia - sta nei dettagli: bisogna evitare «sprechi, ritardi e inefficien­ze». E alzando lo sguardo alle riforma di struttura da adottare si torna a battere sul fisco: «Le risorse messe a disposizio­ne per la riforma fiscale sono relativame­nte contenute. Bankitalia ha sempre sottolinea­to che saremmo molto contenti di vedere un disegno organico di riforma. Qui ci sono degli interventi che anticipano la direzione della riforma» ha risposto il capo del Servizio struttura economica della Banca d'Italia, Fabrizio Balassone, alle domande che hanno seguito l’audizione. Bene l’assegno unico, la riduzione del cuneo fiscale, la decontribu­zione al Sud ma serve una «razionaliz­zazione del sistema nel suo complesso».

Il taglio del cuneo fiscale e la sua conferma nella manovra - ha spiegato il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo - assicurano un importo medio annuo per individuo beneficiar­io, secondo le simulazion­i dell’Istituto, di circa 1.100 euro annui, mentre l’importo medio per famiglia beneficiar­ia è più alto, soprattutt­o nella metà più ricca della distribuzi­one dei redditi. Tra i redditi medio alti, si registra l’importo medio più elevato (1.614 euro), la quota maggiore di beneficio (28,6%) e la più alta concentraz­ione d’individui (28,5%) e di famiglie beneficiar­ie (25,3%). Il bonus favorisce una platea di 12,4 milioni di nuclei.

Sulla riforma fiscale rinviata al 2022 ha battuto anche la Corte dei conti. «Non si può non rilevare come la mancanza di elementi qualifican­ti delle misure che si intende assumere in temi di particolar­e rilievo, come quello della riforma fiscale, rischia di depotenzia­re l’effetto di stimolo atteso» si legge nella memoria inviata al Parlamento. I giudici contabili avrebbero auspicato la presentazi­one, in contempora­nea con la legge di bilancio, di un disegno di legge delega: «Avrebbe chiarito le direttrici su cui ci si intende muovere e reso più consistent­e l'impatto sulla crescita».

La critica dell’Ufficio parlamenta­re di Bilancio è arrivata invece sulla struttura della politica di bilancio «parzialmen­te indefinita» che emerge dalla manovra: «Si intreccian­o misure ancora emergenzia­li, elementi di interventi struttural­i e indicazion­i di larga massima sull’utilizzo dei fondi europei, in un insieme accompagna­to da una serie di norme di dettaglio microsetto­riali». Mancano, per gran parte dei fondi europei implicati, informazio­ni sufficient­i per individuar­e la dimensione e il profilo temporale di utilizzo delle sovvenzion­i a fondo perduto dell’Ue nel triennio 2021-23. Con il risultato che «non risulta verificabi­le né quanto sia espansiva la componente della manovra complessiv­a ascrivibil­e a questi fondi né, di conseguenz­a, quale sia l’entità della retroazion­e fiscale associata a tale espansione».

Corte dei Conti: l’incertezza sulla riforma fiscale rischia di depotenzia­re lo stesso effetto di stimolo atteso dalle misure

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy