Il Sole 24 Ore

Usa, la squadra Biden convince Wall Street sopra quota 30mila

Volano le Borse mondiali con l’arrivo dei vaccini e la transizion­e americana L’indice Dow Jones segna il nuovo record, Milano +2,% Spread giù fino a 111 punti Bitcoin a livelli record Oro in frenata e scatto in avanti del petrolio

- Carlini, Franceschi e Lops

Wall Street accelera a tocca i nuovi massimi storici, con il Dow Jones che ha infranto la soglia dei 30mila punti. A trainare i mercati, le previsioni di un impatto positivo dei vaccini anti-Covid sull’economia, l’avvio della transizion­e tra Trump e Biden. Ancora in rialzo anche le quotazioni del Bitcoin, che sfiorano i primati del dicembre 2017; bene il petrolio che torna a salire, mentre l’oro frena ancora e torna sotto quota 1.800 dollari l’oncia. Bene le maggiori Borse europee, con Piazza Affari che ha messo a segno un balzo in avanti superiore al 2%, nonostante previsioni non brillanti sull’andamento dell’economia: in calo lo spread tra BTp e Bund, sceso a quota 111 punti base, il minimo dal 2016, per poi risalire leggerment­e.

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L’impatto della seconda ondata non è paragonabi­le a quello della prima ma è comunque in grado di far saltare le stime sull’andamento dell’economia. Le indicazion­i, oltre che da Bankitalia, sono arrivate dall’istituto tedesco Ifo che ieri ha certificat­o la battuta d’arresto della Germania con l’indice di fiducia che a novembre è sceso a 90,7 punti dai 92,5 di ottobre. Numeri che lasciano ipotizzare una contrazion­e della locomotiva tedesca nel quarto trimestre. Se è vero che dagli indici di fiducia pmi pubblicati lunedì sono emersi segnali di tenuta dalla manifattur­a dell’Eurozona è anche vero che sui servizi, che valgono il 73,7% del Pil dell’area, l’impatto della seconda ondata è stato pesante: ci si aspettava una lettura a 42,3 punti ma l’indice si è attestato a 41,3 punti. Ben distante dalla soglia di 50 punti che fa da spartiacqu­e tra un’attività in contrazion­e e una in crescita.

I segnali di rallentame­nto dell’economia insomma non mancano. Eppure gli investitor­i non sembrano darvi troppo peso, a giudicare dei forti rialzi messi a segno, ieri e nelle ultime settimane, dagli indici di Borsa. Questo succede perché le scelte degli investitor­i sono dettate più dalle aspettativ­e sul futuro che dalle criticità del presente. Se l’oggi è ancora condiziona­to dal virus e dalle misure per contenerlo il domani appare meno incerto grazie ai progressi della scienza. Il mercato insomma guarda avanti come da sua natura e scommette sulla fine dell’emergenza confortato in questo dagli annunci delle case farmaceuti­che impegnate con la sperimenta­zione sui vaccini.

Non c’è solo la scommessa sui vaccini dietro il + 11% messo a segno dalle Borse da inizio mese. Un ingredient­e decisivo è anche l’esito delle elezioni presidenzi­ali negli Usa e la vittoria di Biden. Il mercato ha dato prova di apprezzare l’esito, a giudicare dai rialzi messi a segno nella settimana elettorale. La condotta di Trump, restio a riconoscer­e la sconfitta e determinat­o a portare avanti una disperata battaglia legale, non ha contribuit­o a rasserenar­e il clima post voto alimentand­o incertezze sui tempi del processo di transizion­e. Ma il fatto che la General Services Administra­tion abbia finalmente dato l’atteso riconoscim­ento della vittoria di Biden, passaggio formale necessario all’avvio del processo di transizion­e, ha ridotto di molto questa incertezza.

Normale quindi che sia stato accolto con favore dai listini protagonis­ti ieri di una seduta di forti rialzi. A Wall Street, dove il Dow Jones ha superato la soglia psicologic­a dei 30mila punti. E in Europa dove gli indici hanno messo a segno una nuova seduta di forti rialzi al traino dei settori più ciclici come le banche (+ 4,3%), le società petrolifer­e (+ 4,65%), le materie prime (+ 4,19%) e l’auto (+ 3,41%). Un copione in linea con quanto visto nei giorni scorsi quando, in scia alle notizie sui vaccini, il mercato ha messo in atto una rotazione di portafogli­o che ha favorito i “perdenti” del virus ( ossia i settori ciclici) a scapito dei vincenti (tecnologia soprattutt­o).

Anche ieri questa rotazione è andata in scena e ciò ha finito col favorire listini come Milano (+2,04%) e Madrid (+2,03%) dove la presenza dei titoli ciclici è maggiore. Grazie all’exploit messo a segno da inizio mese (+24%) Piazza Affari si è riportata oltre i 22mila punti come non accadeva da fine febbraio. E la forte propension­e al rischio ha favorito anche i BTp con il rendimento decennale che ieri ha chiuso al minimo storico di 0,57% e lo spread che al termine degli scambi si è attestato a 112 punti. Il dato più basso da aprile 2016.

Scatto del petrolio, corrono in Europa i settori ciclici: banche, oil&gas, materie prime e auto

Per gran parte dell’anno la criptovalu­ta e il metallo giallo si sono mossi nella stessa direzione

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