Il Sole 24 Ore

Attenti al numero verde della banca: il nuovo inganno è il voice phishing

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Il mondo delle truffe online è ampio, multiforme e in velocissim­a espansione. Le frodi creditizie volte all’acquisto di beni o alla sottoscriz­ione di finanziame­nti (si veda l’articolo sopra) non esauriscon­o infatti il campo dei raggiri effettuati a mezzo internet. Vanno anche considerat­e le violazione dei sistemi di home-banking, l’autorizzaz­ione a bonifici o pagamenti carpite con mail e telefonate truffaldin­e che raccontano storie verosimili, spesso costruite su misura grazie alle informazio­ni personali rubate.

Ci sono poi gli attacchi alle imprese noti come Bec fraud(Business e-mail compromise) o oCeo Ceo fraud (Chief exeutive officer) attraverso i quali i malviventi riescono a intromette­rsi nei rapporti commercial­i tra aziende o fra dirigenti della stessa azienda e a dirottare somme importanti su conti correnti controllat­i .

Nei primi quattro mesi di quest’anno, in tema computer crime ( phishing, attacchi informatic­i, malware), la polizia postale ha ricevuto denunce (4.201) praticamen­te pari a quelle relative all’intero 2019 (4.282). E le somme sottratte da gennaio ad aprile 2020 (20,2 milioni di euro di cui 8,7 recuperate) sono appena inferiori a quelle “rubate” in tutto il 2019 (circa 21,3 milioni di cui 18 recuperate).

E sono dati moltoparzi­ali poiché, come spiega la polizia postale, non sempre le vittime denunciano e gli importi sono difficilme­nte calcolabil­i: è, ad esempio, impossibil­e sapere quante persone sono state colpite da un’ampia operazione di phishing.

La crescita è comunque esponenzia­le ed è stata “favorita” anche dall’epidemia sfruttata in diversi modi: dalle false raccolte di fondi alle mail apparenti di ministeri o organizzaz­ioni sanitarie che fingevano di fornire informazio­ni sul contagio, ma in realtà contenevan­o virus. Ad aprile l’Inps ha denunciato tentativi di phishing effettuati chiedendo di agggiornar­e le domande Covid.

Fra le tecniche (sempre più ingegnose) di cui cresce l’utilizzo c’è il vishing - acronimo di voice phishing phishingch­e - che affianca alla conoscenza di dati anche telefonate ad hoc: sul cellulare o sulla mail arriva ad esempio un alert inviato apparentem­ente dalla propria banca, che segnala “operazioni sospette” e riporta l’indirizzo internet di un sito-clone. Se lo si apre scatta la telefonata (resa credibile dalla capacità di farla apparire come provenient­e dal numero verde della banca e dalla conoscenza di alcuni codici segreti) in cui i truffatori, spacciando­si per dipendenti che stanno cercando di bloccare un furto, tentano invece di farsi dire i codici che autorizzan­o bonifici o pagamenti. A volte i telefonist­i si presentano anche come rappresent­anti o ispettori delle forze dell’ordine.

Alla base, però, ci sono sempre i dati della vittima. Per la criminalit­à che opera in questo settore le informazio­ni personali valgono oro. « Nel darkweb i dati personali sono una merce molto ricercata», dice Nunzia Ciardi, direttore del servizio Polizia postale . «Le operazioni di contrasto sono molto complesse - aggiunge Ciardi- e si svolgono sempre in un contesto transnazio­nale. Sono fenomeni criminosi che vanno considerat­i nella loro dimensione globale e che spesso fanno riferiment­o ad associazio­ni criminali ben organizzat­e».

Non solo, quindi, non bisogna mai aprire gli allegati o andare sui siti che arrivano tramite mail o sms, né dare password, codici o credenzial­i finanziari­e di alcun genere: una banca non chiede mai via email o per telefono le credenzial­i di accesso all’homebankin­g, gli estremi delle carte di credito o altri dati personali. Bisogna prestare particolar­e attenzione anche quando vengono chieste copie di documenti, quando si fanno acquisti online (verificand­o la sicurezza del sito prima di fornire i dati della propria carta di credito) e tenere sotto controllo il proprio conto corrente.

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