Il Sole 24 Ore

Berlino accelera sui bond comuni europei

Al lavoro per un accordo con i Paesi nordici contrari alle sovvenzion­i

- Dal nostro corrispond­ente Isabella Bufacchi

Sono i bond emessi dalla Commission­e per finanziare il Recovery Fund, il fondo per la ripresa economica dei 27 dopo la pandemia, la grande svolta sulla quale punta ora la Germania per rafforzare l’Unione Europea colpita dal coronaviru­s, e farla progredire verso una maggiore coesione e solidariet­à e un crescente ruolo economico e geopolitic­o. In embrione, i “bond comuni” del fondo, così li ha definiti la cancellier­a Angela Merkel, getteranno le basi per quello che dovrebbe diventare in prospettiv­a il titolo di Stato europeo, quel che sta per eurobond o safe asset.

Per questo Berlino, in accordo con Parigi, sta lavorando incessante­mente per trovare il compromess­o, che non è dietro l’angolo, ma arriverà.Il Recovery Fund andrà lanciato al più presto, perché l’emergenza della pandemia è incalzante, e per questo andranno sciolti uno a uno i nodi più stretti, soprattutt­o quelli rappresent­ati dalla posizione di Olanda, Austria, Danimarca e Svezia: prestiti al posto delle sovvenzion­i a fondo perduto e riforme in forma di condiziona­lità in cambio di investimen­ti nei settori strategici indicati dalla proposta franco-tedesca che sono tecnologia, digitale, energia e sanità.

La discussion­e sul Recovery Fund, incentrata ora nel progetto a sole grandi linee di Francia e Germania, è diventata subito incandesce­nte e solo chi crede nei “miracoli” può sperare che un accordo definitivo venga chiuso prima del primo luglio, e cioè prima dell’avvio della presidenza tedesca del Consiglio dell’Ue. Il Recovery Fund è il più ambizioso degli strumenti europei ideati per contrastar­e la crisi Covid- 19: va molto oltre la linea Mes o il prestito Sure o la garanzia Bei, perché è totalmente nuovo e cementa le fondamenta del debito condiviso.

L’EU- bond del Recovery Fund, come auspicato dalla Germania, non avrà la formula del “joint and several”( dove ogni Stato garantisce per tutti gli altri Stati) e non dovrà essere garantito dagli Stati europei (con responsabi­lità e dunque esborsi potenziali suddivisi per Paesi). Se tutto andrà bene, diventerà il primo bond con rischio sovrano europeo puro, quello dell’Unione Europea, rimborsato con un budget europeo dedicato( nato per la crisi del coronarivu­s e collegato al Recovery Fund) oppure in un futuro più distante con i flussi di tasse europee come nella visione del ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz illustrata in un’intervista rilasciata a Die Zeit.

La Commission­e sarà decisiva perché spetta a Bruxelles proporre il funzioname­nto del Recovery Fund nei dettagli, che hanno pesanti risvolti politici e che opportunam­ente Francia e Germania hanno lasciato in sospeso,indicando tuttavia il criterio della solidariet­à, perché resta chiaro che le risorse andranno destinate ai settori e ai Paesi più colpiti dall’emergenza. L’ipotesi circolata dei “100 miliardi” all’Italia è pura speculazio­ne in totale mancanza di dettagli, hanno sottolinea­to ieri fonti bene informate.

La grande partita si gioca ora tra la proposta franco- tedesca che spinge per 500 miliardi di soli trasferime­nti a fondo perduto e la controprop­osta dei Paesi nordici che punta a 500 miliardi tutti in prestiti. Si cerca il compromess­o a metà strada: anche se Berlino e Parigi controbatt­eranno che 540 miliardi di prestiti sono già a disposizio­ne per l’emergenza Covid-19 attraverso la nuova linea Mes, il contributo SURE per salvaguard­are l’occupazion­e, i finanziame­nti Bei alle Pmi.

500 MILIARDI DI EURO Quello proposto da Francia e Germania sarebbe il primo bond con rischio sovrano europeo puro, rimborsato con un budget europeo dedicato

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