Berlino accelera sui bond comuni europei
Al lavoro per un accordo con i Paesi nordici contrari alle sovvenzioni
Sono i bond emessi dalla Commissione per finanziare il Recovery Fund, il fondo per la ripresa economica dei 27 dopo la pandemia, la grande svolta sulla quale punta ora la Germania per rafforzare l’Unione Europea colpita dal coronavirus, e farla progredire verso una maggiore coesione e solidarietà e un crescente ruolo economico e geopolitico. In embrione, i “bond comuni” del fondo, così li ha definiti la cancelliera Angela Merkel, getteranno le basi per quello che dovrebbe diventare in prospettiva il titolo di Stato europeo, quel che sta per eurobond o safe asset.
Per questo Berlino, in accordo con Parigi, sta lavorando incessantemente per trovare il compromesso, che non è dietro l’angolo, ma arriverà.Il Recovery Fund andrà lanciato al più presto, perché l’emergenza della pandemia è incalzante, e per questo andranno sciolti uno a uno i nodi più stretti, soprattutto quelli rappresentati dalla posizione di Olanda, Austria, Danimarca e Svezia: prestiti al posto delle sovvenzioni a fondo perduto e riforme in forma di condizionalità in cambio di investimenti nei settori strategici indicati dalla proposta franco-tedesca che sono tecnologia, digitale, energia e sanità.
La discussione sul Recovery Fund, incentrata ora nel progetto a sole grandi linee di Francia e Germania, è diventata subito incandescente e solo chi crede nei “miracoli” può sperare che un accordo definitivo venga chiuso prima del primo luglio, e cioè prima dell’avvio della presidenza tedesca del Consiglio dell’Ue. Il Recovery Fund è il più ambizioso degli strumenti europei ideati per contrastare la crisi Covid- 19: va molto oltre la linea Mes o il prestito Sure o la garanzia Bei, perché è totalmente nuovo e cementa le fondamenta del debito condiviso.
L’EU- bond del Recovery Fund, come auspicato dalla Germania, non avrà la formula del “joint and several”( dove ogni Stato garantisce per tutti gli altri Stati) e non dovrà essere garantito dagli Stati europei (con responsabilità e dunque esborsi potenziali suddivisi per Paesi). Se tutto andrà bene, diventerà il primo bond con rischio sovrano europeo puro, quello dell’Unione Europea, rimborsato con un budget europeo dedicato( nato per la crisi del coronarivus e collegato al Recovery Fund) oppure in un futuro più distante con i flussi di tasse europee come nella visione del ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz illustrata in un’intervista rilasciata a Die Zeit.
La Commissione sarà decisiva perché spetta a Bruxelles proporre il funzionamento del Recovery Fund nei dettagli, che hanno pesanti risvolti politici e che opportunamente Francia e Germania hanno lasciato in sospeso,indicando tuttavia il criterio della solidarietà, perché resta chiaro che le risorse andranno destinate ai settori e ai Paesi più colpiti dall’emergenza. L’ipotesi circolata dei “100 miliardi” all’Italia è pura speculazione in totale mancanza di dettagli, hanno sottolineato ieri fonti bene informate.
La grande partita si gioca ora tra la proposta franco- tedesca che spinge per 500 miliardi di soli trasferimenti a fondo perduto e la controproposta dei Paesi nordici che punta a 500 miliardi tutti in prestiti. Si cerca il compromesso a metà strada: anche se Berlino e Parigi controbatteranno che 540 miliardi di prestiti sono già a disposizione per l’emergenza Covid-19 attraverso la nuova linea Mes, il contributo SURE per salvaguardare l’occupazione, i finanziamenti Bei alle Pmi.
500 MILIARDI DI EURO Quello proposto da Francia e Germania sarebbe il primo bond con rischio sovrano europeo puro, rimborsato con un budget europeo dedicato