Soluzioni eterogenee con il rischio di tempi lunghi per la burocrazia
In attesa della pubblicazione del testo definitivo, le misure a favore dei professionisti contemplate nelle bozze del decreto rilancio ricalcano essenzialmente quelle già previste dal cura Italia. Per il composito mondo delle partite Iva intellettuali, infatti, viene sostanzialmente confermata anche per aprile e maggio la politica delle indennità inaugurata nel mese di marzo. Non trascurabile, inoltre, è l’allargamento ai professionisti del credito di imposta del 60% sui canoni di locazione degli uffici per i mesi di marzo, aprile e maggio contemplato dall’articolo 31, nonché di quello di pari misura relativo alle spese sostenute per la sanificazione degli ambienti di lavoro e per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale.
Relativamente agli strumenti di sostegno al reddito, occorre osservare come dal nuovo decreto esca un quadro ancora più frammentato rispetto al cura Italia, con evidenti differenze tra le misure dettate a favore di artigiani e commercianti e quelle contemplate per i professionisti, declinate a loro volta con modalità diverse tra iscritti alle Casse e alla gestione separata Inps.
Se per tutti viene confermata l’indennità di 600 euro per il mese di aprile – con le medesime modalità di accesso previste a marzo – per il mese di maggio vengono introdotte delle significative novità, molto favorevoli per artigiani e commercianti meno per i professionisti, anche se l'assegno per gli iscritti alla gestione separata sarà decisamente più robusto.
In sintesi, mentre artigiani e commercianti in luogo dell'indennità forfettaria potranno usufruire di un contributo a fondo perduto rapportato al minor fatturato registrato nel mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019 e in ogni caso non inferiore a mille euro, i professionisti beneficeranno di mille euro se iscritti alla gestione separata e di 600 euro se aderenti alle Casse professionali.
Se la differenza nell'ammontare può trovare una qualche spiegazione nei criteri utilizzati per i piccoli imprenditori – considerando la chiusura forzata di molti esercizi commerciali, chiusura peraltro non generalizzata ( si pensi al settore alimentare) – appare contraddittorio, una volta fissati criteri selettivi analoghi ( calo significativo del reddito), prevedere trattamenti così diversi tra professionisti associativi e ordinistici, con questi ultimi che per il mese di maggio si vedrebbero riconosciuta una indennità inferiore del 40% rispetto ai primi.
Ma vi è di più: in sede di commento delle misure contemplate dai decreti cura Italia e liquidità in molti avevano evidenziato il rischio “burocrazia”, ovvero che tra la data di approvazione delle norme e l’effettiva percezione dei benefici connessi trascorresse un lasso di tempo non compatibile con la situazione emergenziale. Rischio che per le partite Iva iscritte alle gestione separata potrebbe concretamente manifestarsi nella macchinosa procedura di controllo sulle autocertificazioni redatte da tali soggetti sui redditi prodotti nei bimestri marzo/ aprile 2019 e 2020, dove viene previsto l’' intervento sia dell’Inps che dell’agenzia delle Entrate, con una curiosa “triangolazione”. Una incognita di cui si auspica la rimozione in sede di stesura del testo definitivo.