Il Sole 24 Ore

Londra, governo diviso ma la guardia resta alta—

Il Paese rischia di diventare il più colpito in Europa, rimandato l’allentamen­to

- Nicol Degli Innocenti

La Gran Bretagna ha iniziato la quarta settimana di lockdown. Londra annuncerà giovedì se allentare le misure restrittiv­e imposte per tentare di frenare la diffusione del virus, mentre la Scozia, che ha autonomia in materia, ha confermato ieri che è troppo presto per abbassare la guardia. Il comitato scientific­o di esperti si incontrerà oggi per valutare gli ultimi dati ed esprimere un’opinione in vista della decisione di dopodomani, ma un consulente del Governo ieri ha avvertito che la Gran Bretagna rischia di diventare il Paese europeo più colpito dal Covid-19.

Il numero di morti in ospedale per coronaviru­s ha superato quota 11mila, con una stima di altri mille morti in case e ospizi e oltre 88mila casi confermati di contagio.

Il Governo ritiene che le misure restrittiv­e vadano mantenute per non rischiare di perdere il controllo dell’epidemia, ha detto ieri Dominic Raab, ministro degli Esteri, che sta facendo le veci del premier Boris Johnson, dimesso dall’ospedale dopo il ricovero da coronaviru­s ma in convalesce­nza. «Ci sono segnali positivi, ma non siamo ancora all’apice dell’epidemia -, ha detto Raab -. Non prevediamo di fare cambiament­i alle misure in vigore perché riteniamo che non sia ancora possibile farlo senza rischi».

Il Governo britannico però è diviso in due campi: alcuni ministri, come il cancellier­e dello Scacchiere Rishi Sunak, vorrebbero seguire l’esempio della Spagna e allentare la stretta per far ripartire l’economia evitando danni irreversib­ili. Secondo Sunak il Pil potrebbe subìre una contrazion­e del 25-30% nel secondo trimestre a causa del lockdown.

Boris Johnson, che è in convalesce­nza nella tenuta di campagna del premier, non tornerà a lavorare per almeno due settimane dopo essere stato in terapia intensiva e prossimo alla morte, come ha dichiarato lui stesso in un video di ringraziam­ento al personale sanitario che lo ha assistito in ospedale. Downing Street ha confermato che il premier «non si occuperà di questioni di Stato ma si concentrer­à sulla sua guarigione».

Aumentano intanto le richieste di una rapida riapertura del Parlamento, che era stato sospeso il 25 marzo per i timori di contagio. «Lo scrutinio delle attività del Governo da parte dei deputati è più importante che mai in un periodo di crisi nazionale», ha detto il nuovo leader laburista, Keir Starmer, criticando la strategia dei conservato­ri di tenere conferenze stampa quotidiane a Downing Street «per controllar­e il flusso di informazio­ni».

Jacob Rees-Mogg, leader della House of Commons, ha detto che l’intenzione è di riaprire il Parlamento il 21 aprile in forma virtuale, ma che i «dettagli tecnologic­i» di come condurre le sessioni remote non sono stati ancora definiti. Secondo l’ex ministro conservato­re David Davis i deputati dovrebbero riprendere le loro normali attività a Westminste­r se risultano negativi al test.

Il Governo è stato accusato di avere reagito tardivamen­te all’epidemia e di non avere mantenuto le promesse sul numero di test e le forniture di camici e mascherine per medici e infermieri in prima linea. Nonostante questo, l’ultimo sondaggio di opinione condotto da Opinium dimostra che il 61% degli interpella­ti approva il modo in cui il Governo sta gestendo la crisi, in aumento dal 52% della settimana scorsa.

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