Farmaci, nel 2019 spesa extra a 2,8 miliardi
I dati finali sui consumi dell’anno scorso confermano il maxi-sfondamento del tetto dell’ospedaliera, quella convenzionata è in avanzo di 900 milioni
L’emergenza Covid 19 per il momento ha congelato la questione. Ma i numeri finali del 2019 sull’andamento della spesa farmaceutica non lasciano spazio a dubbi: i due tetti che governano la spesa (quella ospedaliera-per acquisti diretti e quella territoriale-convenzionata) vanno rivisti al più presto, così come aveva pensato di fare il Governo e lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza prima che a gennaio esplodesse la questione coronavirus. Tra le questioni da affrontare nella Fase due, quella del ritorno graduale alla normalità, ci dovrebbe essere dunque anche la revisione dei tetti - magari attraverso una loro compensazione - che ormai non fotografano più la realtà: in base ai consumi rilevati da Iqvia ( provider globale di informazioni e dati in ambito sanitario) la spesa farmaceutica per acquisti diretti nel 2019 ha oltrepassato nuovamente il tetto programmato per legge: il disavanzo della spesa per farmaci per questo tetto è di circa 2,8 miliardi di euro, rispetto allo sfondamento per 2,1 miliardi di euro del 2018. A fronte invece di un avanzo di quella territoriale-convenzionata che invece si aggirerà intorno ai 900 milioni.
Fin dal suo consolidamento nel 2013, il tetto ospedaliero si è rivelato insufficiente per finanziare interamente la spesa dei canali ospedalieri. Lo sfondamento è poi aumentato negli anni a causa della forte crescita della spesa ospedaliera.La ridefinizione dei tetti nel 2017 non ha invertito questa tendenza, ma la ha anzi intensificata. Diversamente dal tetto ospedaliero, il tetto territoriale è sempre stato sufficiente per finanziare la spesa nei relativi canali. Gli unici casi di sfondamento nel 2013 e nel 2015 sono stati causati dai farmaci innovativi. Con la ridefinizione dei tetti nel 2017, l’avanzo di risorse attribuite al tetto convenzionato è invece ulteriormente aumentato.
«Anche quest’anno - dichiara Sergio Liberatore, Amministratore delegato di Iqvia Italia - purtroppo lo sfondamento impatterà sui bilanci delle aziende farmaceutiche, infatti saranno chiamate a ripianare, con il payback, la metà di tale disavanzo deciso unilateralmente. La restante parte verrà invece ripianata dalle Regioni in base al loro superamento del budget assegnato. Aggiungo che, guardando i dati che abbiamo raccolto finora, le cose andranno sempre peggio nel 2020: infatti secondo una nostra iniziale stima, il superamento del tetto potrebbe andare ben oltre i tre miliardi di euro».
In particolare per il 2019, il finanziamento totale del fabbisogno sanitario era stato fissato a 114,4 miliardi di euro, circa un miliardo in più rispetto all'anno precedente (+0,9%). Per quanto riguarda la spesa per acquisti diretti di farmaci (compresi quelli acquistati in distribuzione diretta e per conto), per il 2019, a seguito dello scorporo della spesa per i gas medicinali, il tetto di spesa era stato ridotto dal 6,89% al 6,69% del totale fabbisogno, pari a 7,6 miliardi di euro. In realtà, questa spesa è arrivata a 10,4 miliardi di euro (+6,5% rispetto al 2018). Da qui lo sfondamento del tetto a 2,8 miliardi. Sono esclusi da questo computo i farmaci innovativi e innovativi oncologici che rientrano in due fondi da 500 milioni di euro ciascuno e per i quali non si è verificato alcuno sfondamento.
La spesa diretta per acquisti di farmaci di classe H (farmaci somministrati soltanto in ospedale), al netto dei farmaci innovativi, continua la sua corsa anche nel 2019 (+7,9%). Su questo aumento ha inciso il fatto che durante l’anno alcuni farmaci oncologici hanno perso lo status e i benefici dell'innovatività, che dura tre anni. Relativamente agli acquisti diretti di farmaci di classe A, si prevede un trend in forte aumento (+6,1%), soprattutto a causa della crescita del canale «DPC» (diretta e per conto). Riguardo alla spesa convenzionata (ricetta rossa), nel 2019, esaurito invece l’effetto delle genericazioni più importanti, si è mantenuta stabile (-0,4%), portando un risparmio rispetto al tetto di spesa di 921 milioni di euro.
«L’esperienza traumatica del Covid - avverte il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi - ci insegna alcune cose importanti. Innanzitutto che in questo momento c’è bisogno di più risorse per i farmaci in ospedale. Per questo visto che come accade da molti anni a questa parte c’è un avanzo di risorse dalla spesa farmaceutica territoriale perché non spostare subito almeno parte di quelle risorse nell’ospedaliera?». Un segnale, questo, che secondo il presidente di Farmindustria potrebbe arrivare presto, magari nel prossimo decreto di aprile: «Perché non fare un primo equilibrato spostamento di risorse lì dove servono di più?». Non è tutto, c’è un’altra questione che, sempre alla luce dell’esperienza del coronavirus, andrebbe affrontata: «Molti farmaci sono stati spostati dalla medicina territoriale all’ospedale solo per fini economici e cioè - spiega ancora Scaccabarozzi per ottenere prezzi sempre più bassi nelle gare. Prezzi che non si possono neanche più troppo comprimere. Visto che il Covid ha investito portandolo quasi al collasso il sistema ospedaliero perché non pensare di far prescrivere ai medici di famiglia parte di questi farmaci?».
Nel 2018 lo sfondamento della spesa ospedaliera era stato di 2,1 miliardi. La revisione dei tetti resta una priorità