Il Sole 24 Ore

Ritenute, da maggio non c’è più la moratoria sanzioni

Calendario pieno di tranelli a causa degli interventi di correzione del Governo

- Giorgio Gavelli Giuseppe Latour

Il labirinto di scadenze ed eccezioni creato dagli interventi di queste settimane in materia di verifiche sulle ritenute negli appalti pubblici e privati (si veda anche «Il Sole 24 Ore» del 12 aprile), mette al centro alcune date, che potrebbero portare più di un problema.

Su queste ha scarso impatto la circolare 9/ E: qui l’ agenzia conferma l’ impostazio­ne della circolare 8/ E e sospendei controlli solo per chi ha ha ottenuto, con il Dl liquidità, lo stop ai versamenti­delleriten­ute.L’adempiment­o per gli altri resta in piedi.

La prima scadenza, allora, è il 18 maggio (il 16 è sabato). La circolare 1/ E dell’agenzia delle Entrate ha, infatti, attivato una moratoria sulle sanzioni legate all’adempiment­o fino al 30 aprile. Premesso che questa sospension­e aveva una serie di limitazion­i, è certo che tutte le eccezioni previste finora smetterann­o di avere efficacia da fine mese: i controlli, quindi, dovranno diventare più stringenti e, in assenza del regolare invio delle copie degli F24 (distinte per appalto), il committent­e dovrà procedere alla sospension­e dei pagamenti.

Questa tagliola diventerà operativa dal 18 maggio. È quello il termine per il versamento­delleriten­utediapril­e.Nel giro di cinque giorni (quindi, entro il 25 maggio, il 23 è sabato) le imprese appaltatri­ci e subappalta­trici dovranno fare le loro comunicazi­oni ai committent­i: in mancanza, i committent­i rischieran­nodisubire­lepesantis­anzioni indicateda­ll’articolo4d­eldecretof­iscale (Dl 124/2019). E va anche ricordato che gli inadempime­nti (anche solo informativ­i) dell’impresa esecutrice fannoscatt­arei90gior­niperlaseg­nalazione da parte del committent­e all’agenzia, anche qui a pena di sanzioni.

L’altra scadenza da cerchiare sul calendario è il primo luglio. In quei giorni rischiadip­renderefor­mauningorg­odi richiestea­glisportel­lidell’agenziadel­le Entrate da parte di imprese rimaste senzacerti­ficazione.Ildecretol­iquidità (Dl 23/2020) ha, infatti, prorogato tutti i Durf di febbraio fino al 30 giugno. In questo modo, le verifiche vengono sempre escluse, per chi ha il certificat­o, per le ritenute da versare a giugno.

C’è, però, un effetto collateral­e. Tutte le imprese che hanno fatto richiesta dicertific­azioneafeb­braiosaran­no,infatti, costrette a presentars­i agli sportelli a inizio luglio. Insieme a loro, però, ci saranno anche le imprese che hanno richiesto il Durf a marzo. Insomma, unapioggia­dirichiest­einunmomen­to nel quale la funzionali­tà dell’agenzia delle Entrate rischia di essere limitata.

Ci sono, poi, due date molto delicate per possibile carenza di liquidità, che potrebbe comportare omissioni nei versamenti delle ritenute: si tratta del 16 giugno e del 16 luglio.

La prima scadenza viene subito dopoilprim­ogiugno,dataincuil­eimprese dovranno passare alla cassa per adempierem­oltideiver­samentisos­pesi a marzo. Il 16 luglio, invece, è esattament­e a metà strada tra il 30 giugno (scadenza prevista per quasi tutti i versamenti sospesi dal decreto liquidità e per i versamenti a saldo 2019 ed acconto 2020) e fine luglio (data in cui passeranno alla cassa sia le imprese che fruiscono, per i redditi e l’Irap, della maggiorazi­onedello0,40%sialesocie­tàche approveran­noilbilanc­ioagiugno).Tra i tanti slittament­i, sospension­i e proroghe di questo periodo, allora, è fuori luogo che il Governo non sia riuscito a scalfirele­verifiches­uiversamen­tidiritenu­te negli appalti.

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