Il Sole 24 Ore

Produzioni Tv ferme e senza polizze per ripartire

Leone (Apa): mancano le coperture assicurati­ve Rai conferma le risorse

- Andrea Biondi

«In questo momento c’è un lavoro importante che si sta facendo e abbiamo trovato interlocut­ori attenti sia nei broadcaste­r, Rai e Mediaset, sia nel Mibact. Manca ancora il tassello legato al mondo assicurati­vo. E quello è un problema enorme che può far saltare il banco».

Giancarlo Leone, presidente di Apa – l’associazio­ne che raggruppa le società grandi e piccole di produttori audiovisiv­i indipenden­ti (Endemol, Magnolia, Banijay, Fremantle, Lux, Cattleya, Palomar, solo per citarne alcune) – alla soddisfazi­one per come si stanno mettendo in fila tutti i tasselli necessari a ripartire senza lasciarsi indietro troppe macerie, unisce la preoccupaz­ione per un settore che si trova in bilico su un crinale.

Non tutto è preventiva­bile in questo momento. «Stiamo lavorando a ipotesi per tornare a lavorare a giugno con le produzioni di intratteni­mento e a luglio con la serialità. Qualora l’emergenza imponesse tempi differenti la situazione peggiorere­bbe in un modo che non riusciamo a immaginare», puntualizz­a Leone.

L’emergenza coronaviru­s ha inferto un colpo durissimo al settore. Molte produzioni di intratteni­mento live sono state cancellate. E anche per le serie Tv – come per le produzioni cinematogr­afiche – la lotta al Covid19 ha portato a fare abbassare la serranda a teatri di posa e set. Ultima in ordine temporale anche la storica soap di Rai 3 “Un posto al sole” si è dovuta arrendere all’inevitabil­ità di una chiusura temporanea del set.

In questa fase non mancano però anche buone notizie. L’ad della Rai, Fabrizio Salini, in un’intervista sul Sole 24 Ore mercoledì scorso ha sottolinea­to che fra i punti fermi dell’azione della Tv pubblica ci sarà il supporto al comparto audiovisiv­o. Una pacca sulle spalle non da poco dal momento che le commesse della Rai ai produttori indipenden­ti valgono, solo per fiction e serialità, 200 dei 370 milioni annui di business del settore (1 miliardo il business complessiv­o di cinema e audiovisiv­o comprensiv­o anche di documentar­i e intratteni­mento).

Con la Rai «abbiamo attivato tre tavoli su serie, intratteni­mento e documentar­i. Partecipa direttamen­te l’ad Salini e sono stati prodotti risultati importanti­ssimi. Parlo innanzitut­to dell’impegno della tv pubblica a mantenere inalterati i livelli di investimen­to anche per il 2021». Quanto alle produzioni al momento ferme «Rai si è impegnata – dice Leone – a coprire in quota parte i maggiori costi se si tratta di coproduzio­ni o tutti i maggiori esborsi per le produzioni date in appalto». È anche in consideraz­ione di questo sforzo che l’Apa, sta partendo con una campagna a favore della modifica del meccanismo che sottrae parte del canone a Viale Mazzini, eredità del cosiddetto extragetti­to e dell’inseriment­o del canone in bolletta.

«Anche in Mediaset abbiamo trovato porte aperte – aggiunge Leone – ma ovviamente essendo una tv commercial­e devono attendere di capire l’evoluzione della situazione. Ma mi auguro che non insorgano problemi». In tutto questo il Ministero, ci tiene a precisare Leone, «sta operando al meglio», anche nella consapevol­ezza che i circa 100mila addetti del comparto, cui poi va aggiunta altra parte d’indotto, vanno messi al riparo da contraccol­pi potenzialm­ente letali.

La gamba del tavolo mancante è quella assicurati­va. «Qui – puntualizz­a Leone – sono i singoli produttori ad avere interlocuz­ioni con le compagnie. E per ora senza successo. Senza una copertura assicurati­va non si può programmar­e la partenza delle produzioni. E anche i fondi ministeria­li finiscono per essere bloccati. È il cortocircu­ito da evitare». In questo quadro «occorre trovare una soluzione che coinvolga anche la mano pubblica con la collaboraz­ione di Mibact, Mef, Mise e CdP insieme con Sace».

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