Produzioni Tv ferme e senza polizze per ripartire
Leone (Apa): mancano le coperture assicurative Rai conferma le risorse
«In questo momento c’è un lavoro importante che si sta facendo e abbiamo trovato interlocutori attenti sia nei broadcaster, Rai e Mediaset, sia nel Mibact. Manca ancora il tassello legato al mondo assicurativo. E quello è un problema enorme che può far saltare il banco».
Giancarlo Leone, presidente di Apa – l’associazione che raggruppa le società grandi e piccole di produttori audiovisivi indipendenti (Endemol, Magnolia, Banijay, Fremantle, Lux, Cattleya, Palomar, solo per citarne alcune) – alla soddisfazione per come si stanno mettendo in fila tutti i tasselli necessari a ripartire senza lasciarsi indietro troppe macerie, unisce la preoccupazione per un settore che si trova in bilico su un crinale.
Non tutto è preventivabile in questo momento. «Stiamo lavorando a ipotesi per tornare a lavorare a giugno con le produzioni di intrattenimento e a luglio con la serialità. Qualora l’emergenza imponesse tempi differenti la situazione peggiorerebbe in un modo che non riusciamo a immaginare», puntualizza Leone.
L’emergenza coronavirus ha inferto un colpo durissimo al settore. Molte produzioni di intrattenimento live sono state cancellate. E anche per le serie Tv – come per le produzioni cinematografiche – la lotta al Covid19 ha portato a fare abbassare la serranda a teatri di posa e set. Ultima in ordine temporale anche la storica soap di Rai 3 “Un posto al sole” si è dovuta arrendere all’inevitabilità di una chiusura temporanea del set.
In questa fase non mancano però anche buone notizie. L’ad della Rai, Fabrizio Salini, in un’intervista sul Sole 24 Ore mercoledì scorso ha sottolineato che fra i punti fermi dell’azione della Tv pubblica ci sarà il supporto al comparto audiovisivo. Una pacca sulle spalle non da poco dal momento che le commesse della Rai ai produttori indipendenti valgono, solo per fiction e serialità, 200 dei 370 milioni annui di business del settore (1 miliardo il business complessivo di cinema e audiovisivo comprensivo anche di documentari e intrattenimento).
Con la Rai «abbiamo attivato tre tavoli su serie, intrattenimento e documentari. Partecipa direttamente l’ad Salini e sono stati prodotti risultati importantissimi. Parlo innanzitutto dell’impegno della tv pubblica a mantenere inalterati i livelli di investimento anche per il 2021». Quanto alle produzioni al momento ferme «Rai si è impegnata – dice Leone – a coprire in quota parte i maggiori costi se si tratta di coproduzioni o tutti i maggiori esborsi per le produzioni date in appalto». È anche in considerazione di questo sforzo che l’Apa, sta partendo con una campagna a favore della modifica del meccanismo che sottrae parte del canone a Viale Mazzini, eredità del cosiddetto extragettito e dell’inserimento del canone in bolletta.
«Anche in Mediaset abbiamo trovato porte aperte – aggiunge Leone – ma ovviamente essendo una tv commerciale devono attendere di capire l’evoluzione della situazione. Ma mi auguro che non insorgano problemi». In tutto questo il Ministero, ci tiene a precisare Leone, «sta operando al meglio», anche nella consapevolezza che i circa 100mila addetti del comparto, cui poi va aggiunta altra parte d’indotto, vanno messi al riparo da contraccolpi potenzialmente letali.
La gamba del tavolo mancante è quella assicurativa. «Qui – puntualizza Leone – sono i singoli produttori ad avere interlocuzioni con le compagnie. E per ora senza successo. Senza una copertura assicurativa non si può programmare la partenza delle produzioni. E anche i fondi ministeriali finiscono per essere bloccati. È il cortocircuito da evitare». In questo quadro «occorre trovare una soluzione che coinvolga anche la mano pubblica con la collaborazione di Mibact, Mef, Mise e CdP insieme con Sace».