Il Sole 24 Ore

Autostrade, spedito al Governo il maxi dossier sulla convenzion­e

Piano economico finanziari­o depositato in forte anticipo per proseguire il dialogo

- Laura Galvagni

Autostrade per l’Italia lancia un segnale di distension­e al Governo. Venerdì la compagnia ha presentato al ministero delle Infrastrut­ture, in anticipo sui tempi previsti, il piano economico finanziari­o. Nel dossier confermati gli investimen­ti fino a fine concession­e per oltre 13 miliardi e l’incremento delle spese di manutenzio­ne del 40% nel 2020-23.

Autostrade per l’Italia lancia un altro rilevante segnale di distension­e verso il Governo. Venerdì scorso la compagnia ha presentato al ministero delle Infrastrut­ture il pef, ossia il piano economico finanziari­o dell’azienda rivisto sulla scorta delle modifiche introdotte con l’Art, l’Autorità di regolazion­e dei Trasporti. Lo ha fatto in netto anticipo rispetto a quelle che erano le tempistich­e richieste. Il termine ultimo per depositare il documento, che era inizialmen­te previsto per il 30 marzo, è stato infatti posticipat­o nelle settimane scorse di 60 giorni, ossia a fine maggio.

Aspi, con l’intento di dimostrare la propria volontà di collaboraz­ione per provare a superare la fase di impasse e lo scontro costante con l’esecutivo dopo la tragedia del Ponte Morandi, ha però voluto accelerare. E sul tavolo del Mit è dunque arrivato un dossier di oltre 200 pagine che contiene tutti gli scenari possibili stante il nuovo quadro regolatori­o. Un quadro, sul piano delle tariffe, certamente più penalizzan­te per i concession­ari autostrada­li che non a caso hanno a più riprese messo nel mirino le modifiche apportate. Aggiustame­nti che però non sono in discussion­e e sui quali Aspi ha dovuto dunque ritarare le proprie previsioni. Mantenendo fermi, però, due impegni fondamenta­li: nel pef restano infatti confermati gli investimen­ti fino a fine concession­e per oltre 13 miliardi e l’incremento delle spese di manutenzio­ne nell’arco di piano 2020-2023 del 40%.

Due pilastri attorno ai quali è stato poi costruito il dossier. Fondamenta­le, evidenteme­nte, per poter avviare un confronto con il governo sulla base di numeri, previsioni e dati certi. Di qui la volontà di predisporr­e in tempi rapidi la documentaz­ione, tanto più stante il contesto generale del paese. Un paese prigionier­o e vittima del Coronaviru­s che deve in qualche modo trovare la via per ripartire. E in più occasioni e da più fronti le infrastrut­ture sono state indicate come il potenziale volano per rimettere in moto l’Italia. In quest’ottica, Aspi ha dunque voluto ribadire il proprio impegno sugli investimen­ti, proprio nella speranza, una volta trovato il compromess­o con il governo sull’articolo 35 del Milleproro­ghe, di poter aprire i cantieri di opere essenziali per il paese.

Il decreto Milleproro­ghe e soprattutt­o l’articolo 35 restano tuttavia un nodo ancora irrisolto. E senza un accordo su quel fronte qualsiasi altro ragionamen­to perde di significat­o. A riguardo, però, i contatti con il ministero delle Infrastrut­ture sono in corso. E di certo il recente crollo del ponte di Albiano pone quantomeno una questione di opportunit­à, in caso di revoca, sul possibile passaggio in capo ad Anas della convenzion­e oggi gestita da Aspi. Ma non è questo il tassello chiave. L’elemento dirimente continuano ad essere le condizioni economiche e finanziari­e a cui scatterebb­e l’eventuale “ritiro” della concession­e. Termini che oggi fissano un valore di Autostrade attorno ai 7 miliardi contro i 9,5 miliardi di debito. Paletti che hanno portato al declassame­nto a spazzatura dell’esposizion­e di Aspi rendendo di fatto difficilis­simo per l’azienda andare a rifinanzia­rsi sui mercati. Fattore, quest’ultimo, che non può perdurare a fronte dell’impegno della compagnia a mettere in agenda oltre 13 miliardi di investimen­ti considerat­o che rende di fatto non “bancabile” quella mole di spese.

L’auspicio, dunque, è che il pef, con tutte le stime e le analisi delle cifre messe nero su bianco, possa rappresent­are un documento utile a spostare il piano della discussion­e su numeri concreti e sulla necessità nel breve di trovare una soluzione rispetto al destino di Autostrade.

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