Autostrade, spedito al Governo il maxi dossier sulla convenzione
Piano economico finanziario depositato in forte anticipo per proseguire il dialogo
Autostrade per l’Italia lancia un segnale di distensione al Governo. Venerdì la compagnia ha presentato al ministero delle Infrastrutture, in anticipo sui tempi previsti, il piano economico finanziario. Nel dossier confermati gli investimenti fino a fine concessione per oltre 13 miliardi e l’incremento delle spese di manutenzione del 40% nel 2020-23.
Autostrade per l’Italia lancia un altro rilevante segnale di distensione verso il Governo. Venerdì scorso la compagnia ha presentato al ministero delle Infrastrutture il pef, ossia il piano economico finanziario dell’azienda rivisto sulla scorta delle modifiche introdotte con l’Art, l’Autorità di regolazione dei Trasporti. Lo ha fatto in netto anticipo rispetto a quelle che erano le tempistiche richieste. Il termine ultimo per depositare il documento, che era inizialmente previsto per il 30 marzo, è stato infatti posticipato nelle settimane scorse di 60 giorni, ossia a fine maggio.
Aspi, con l’intento di dimostrare la propria volontà di collaborazione per provare a superare la fase di impasse e lo scontro costante con l’esecutivo dopo la tragedia del Ponte Morandi, ha però voluto accelerare. E sul tavolo del Mit è dunque arrivato un dossier di oltre 200 pagine che contiene tutti gli scenari possibili stante il nuovo quadro regolatorio. Un quadro, sul piano delle tariffe, certamente più penalizzante per i concessionari autostradali che non a caso hanno a più riprese messo nel mirino le modifiche apportate. Aggiustamenti che però non sono in discussione e sui quali Aspi ha dovuto dunque ritarare le proprie previsioni. Mantenendo fermi, però, due impegni fondamentali: nel pef restano infatti confermati gli investimenti fino a fine concessione per oltre 13 miliardi e l’incremento delle spese di manutenzione nell’arco di piano 2020-2023 del 40%.
Due pilastri attorno ai quali è stato poi costruito il dossier. Fondamentale, evidentemente, per poter avviare un confronto con il governo sulla base di numeri, previsioni e dati certi. Di qui la volontà di predisporre in tempi rapidi la documentazione, tanto più stante il contesto generale del paese. Un paese prigioniero e vittima del Coronavirus che deve in qualche modo trovare la via per ripartire. E in più occasioni e da più fronti le infrastrutture sono state indicate come il potenziale volano per rimettere in moto l’Italia. In quest’ottica, Aspi ha dunque voluto ribadire il proprio impegno sugli investimenti, proprio nella speranza, una volta trovato il compromesso con il governo sull’articolo 35 del Milleproroghe, di poter aprire i cantieri di opere essenziali per il paese.
Il decreto Milleproroghe e soprattutto l’articolo 35 restano tuttavia un nodo ancora irrisolto. E senza un accordo su quel fronte qualsiasi altro ragionamento perde di significato. A riguardo, però, i contatti con il ministero delle Infrastrutture sono in corso. E di certo il recente crollo del ponte di Albiano pone quantomeno una questione di opportunità, in caso di revoca, sul possibile passaggio in capo ad Anas della convenzione oggi gestita da Aspi. Ma non è questo il tassello chiave. L’elemento dirimente continuano ad essere le condizioni economiche e finanziarie a cui scatterebbe l’eventuale “ritiro” della concessione. Termini che oggi fissano un valore di Autostrade attorno ai 7 miliardi contro i 9,5 miliardi di debito. Paletti che hanno portato al declassamento a spazzatura dell’esposizione di Aspi rendendo di fatto difficilissimo per l’azienda andare a rifinanziarsi sui mercati. Fattore, quest’ultimo, che non può perdurare a fronte dell’impegno della compagnia a mettere in agenda oltre 13 miliardi di investimenti considerato che rende di fatto non “bancabile” quella mole di spese.
L’auspicio, dunque, è che il pef, con tutte le stime e le analisi delle cifre messe nero su bianco, possa rappresentare un documento utile a spostare il piano della discussione su numeri concreti e sulla necessità nel breve di trovare una soluzione rispetto al destino di Autostrade.