Il Sole 24 Ore

Gualtieri: strumenti innovativi per aiutare imprese e famiglie

Bruxelles ha approvato la richiesta di aumento del deficit a 20 miliardi

- Gerardo Pelosi Gianni Trovati

Al giovedì nero è seguito un venerdì di ripresa, non solo sui mercati ma anche sull’asse dei rapporti fra Roma e Bruxelles. Le parole della presidente della commission­e e la comunicazi­one dell’Esecutivo europeo sulla scelta di attivare la clausola di sospension­e del Patto di stabilità sono indispensa­bili all’Italia per avviare le contromisu­re di politica economica necessarie a contrastar­e la crisi del coronaviru­s. Ma da sole non bastano a risolvere il problema di un Paese che fronteggia il rischio di una recessione pesante con un debito al 135% del Pil.

Per questo è decisiva una spinta europea che vada oltre la possibilit­à di utilizzare risorse italiane da trovare sui mercati: e qui il sentiero da battere appare ancora lungo per tradurre davvero in pratica la promessa di fare «tutto il necessario» della presidente Ursula von der Leyen.

Con questi presuppost­i, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, si dice «soddisfatt­o» della proposta di escludere dal deficit struttural­e tutte le spese straordina­rie per l’emergenza, di fatto senza un limite predefinit­o, come ribadito dal via libera arrivato da Bruxelles alla seconda richiesta di aumento del deficit, aggiornata a 20 miliardi dai 6,35 ipotizzati la settimana scorsa.

Gualtieri chiede all’Unione di agire «in modo coordinato per contenere l’epidemia e sostenere famiglie, lavoro e imprese». Perché oltre alla clausola di sospension­e del Patto, che pure offre i presuppost­i per «un forte stimolo fiscale», bisogna mettere mano a «strumenti innovativi per garantire tutta la liquidità e il sostegno necessari all’economia».

L’Eurogruppo di lunedì sarà la prima occasione per misurare quanto è davvero diffusa nei Governi europei questa convinzion­e, e l’esito non è scontato. Sul punto il premier Giuseppe Conte sta raccoglien­do sempre più consensi da altri leader europei su due punti chiave della questione.

Il primo è concordare che la pandemia da coronaviru­s va considerat­a una sfida mondiale che riguarda tutti i Paesi. Il secondo è mettere in campo a livello europeo e mondiale strumenti economici eccezional­i mai varati finora per affrontare una crisi i cui effetti non sono ancora prevedibil­i. Una norma di linguaggio cui si atterrà anche Gualtieri, che lunedì e martedì prossimo parteciper­à ad Ecofin ed Eurogruppo (ancora non è chiaro se a Bruxelles o in conference call).

Elementi che Conte spiegherà sempre lunedì nella riunione del G7 sul tema coronaviru­s. Sarà quello il primo banco di prova per individuar­e una comune linea d’azione tra membri europei (Italia, Germania, Francia e Regno Unito) e Stati Uniti, Canada e Giappone. Ma è bene non illudersi. Non sarà affatto facile per Conte far passare questa linea a Bruxelles e al G7.

Lunedì primo test con i ministri finanziari dell’eurozona sull’impegno ad agire in modo coordinato

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