I 10 GIORNI CHE DECIDERANNO IL FUTURO DELL’EUROPA
L’Italia è alle prese con uno sforzo civile, sociale ed economico sovrumano per arginare l’epidemia del coronavirus: uno sforzo che non trova eguali dai tempi della Seconda guerra mondiale. Con molto senso di responsabilità gli italiani stanno vivendo questi giorni di isolamento nelle loro case e di rallentamento delle loro attività produttive, commerciali e professionali. I numeri dei contagi e dei decessi hanno indotto il nostro governo ad adottare drastici provvedimenti restrittivi.
Tutto ciò ci impone un duro sacrificio, ma non dobbiamo vergognarci, perché il coronavirus non è solo un problema italiano. Nella tempesta comunicativa di questi giorni alcune semplici statistiche possono infonderci coraggio. Sono numeri che ci fanno capire che non siamo un caso unico tra le grandi democrazie industrializzate; che, anzi, potremmo diventare presto un caso di studio anche per altri Paesi. L’estensione della crisi a tutta l’ Europa imporrà presto a Bruxelles l’ adozione di misure straordinarie per sostenere l’ economia dei Paesi membri. Mentre la B ce dovrà dimostra redi saper difendere l’euro in questa emergenza.
Le statistiche
Innanzitutto, facciamo un confronto tra l’ Italia e la Cina, nazione da cui la pandemiaè partita. Come è noto, il focolaio del coronavirus in Cina è stata la provincia diHubei.Qu est a provincia (59,2 milioni di abitanti) ha più o me nola stessa popolazionedell’ Italia. Per cui è interessante comparare l’ evoluzione del corona virus tra l’Hubei e il nostro Paese. Secondo il bollettino sul Covid-19d el l’ Omsdell ’12 marzo 2020, il numero cumulato di contaginell’ Hub eia quella data e radi 67.781 casi (l’84% di quelli rilevati in Cina) e il numero di decessi era paria 3.056( il 96% di quelli della Cina). Una prima cosa da sapere è che l’ evoluzione dei contagi tra l’ Hu bei e noi sta seguendo, con un ritardo tempora ledi circa 37-38 giorni e un profilo molto differente e meno preoccupante per l’ Italia. Se prendiamo in esame il periodo dal 25 gennaio in poi per l’Hubei e dal 29 febbraio in poi per l’ Italia( quando entrambi partivamo da una base iniziale significativa di circa 700-800 contagi accertati), possiamo osservare che nei 13 giorni successivi nell’Hubei i contagi sono saliti a oltre 22.100( al 7 febbraio) mentre in Itali asi è arrivati a poco più di 15.100 casi (al 12 marzo ). Dunque, allo stato attuale l’ Italia non è come era l’Hubei al nostro stadio di diffusione del Covid-19 e verosimilmente il nostro Paese potrà avere un minor numero di contagi nelle prossime settimane se la nostra“zona rossa” si rivelerà efficace. Né deve spaventare l’ alto tassodi letalità comparato dell’ Italia, dovuto alla nostra popolazione mediamente più anziana di quella cinese, essendo i nostri decessi concentrati( per l’88,5%) tra gli over-70.
Piuttosto, una attenzione particolare andrà rivolta ai“focolai” italiani più pericolosi, con le province di Lodi e Cremonache alla data del 12 marzo contano ormai 2.425 casi e le province di Bergamo e Brescia che registrano 3.725 casi, queste ultime due province con un forte aumento del numero assoluto dei contagi nell’ ultima settimana. Queste 4 provincelombarde da sole sommano ben 6.150 contagi dall’ inizio dell’ epidemia, cioè il 41% di tutti i casi rilevati in Italia alla stessa data. Il resto della Lombardi ape saper il 17% e tutto il resto dell’ Italia per il 42%. Su Bergamo e Brescia, senza interventi più mirati e senza un più forte sostegno alle strutture ospedaliere locali, si rischia di replicare su più vasta scalagli errori e i ritardi iniziali di Codogno.
Il secondo punto da considerare è l’ evoluzione dei contagi tra noie gli altri maggiori Paesi della U e. I governi di Germania e Francia hanno mostrato per troppo tempo una debole preoccupazione perlapossibile diffusione del corona virus nei loro Paesi e hanno anche erroneamente ritenuto di poter subire un impatto sanitario ed economico minore di quello verificatosi in Italia, perlomeno fino all’accorato discorso di Macr on ai suoi connazionali di giovedì sera. Anche la Spagna ha sottovalutato il pericolo ed è entrata in una sorta di panico improvviso solo negli ultimi giorni.
Le statistiche dell’ Oms ci dicono che da quando questi tre Paesi hanno raggiunto i circa 200 contagi accertati, di lì in poi hanno sostanzialmente seguito con un ritardo di circa 8-9 giorni la stessa dinamica di diffusione del corona virus sperimentata dall’ Italia( si veda la tabella ). In Itali asi è passati in otto-nove giorni dai 225 casi confermati di Covid-19d el Bollettino Oms del 25 febbraio ai 2.502 casi del 4 marzo e ai 3.089 del 5 marzo. La
Spagna ha avuto una progressione perfinopiù forte della nostra, salendo in otto giorni, dai 198 contagi del 5 marzo ai 2.950 casi del 13 marzo. Leggermente inferiore ma non meno preoccupante la dinamica in Francia, dovei contagi totali da coronavi russo no saliti in nove giorni dai 212 casi del 4 marzo ai 2.876 del 13 marzo. Mentre la Germania è passata in otto giorni dai 262 contagi del 5 marzo ai 2.369 casi ufficiali rilevati dal RobertKochIns ti tute per il 12 marzo che appariranno nel Bollettino Oms del 13 marzo. È del tutto evidente che se queste progressionicontinueranno con questo ritmo, nel giro di poco più di una settimana anche Spagna, Francia e Germania si potrebbero trovare ad affrontare una diffusione dei contagi da coronavirus trai 5 e i 6 mila casi, cioè il livello soglia a cui l’ Italia ha deciso di dar vita alla“zona rossa ”, prima al Nord e poi su tutto il territo rio nazionale. Che succederà a quel punto? Anche Spagna, Francia e Germania attueranno la“zona rossa” sui loro territori e obbligheranno i loro cittadini a “restare a casa”? Senza dimenticare che pure gli Stati Uniti in queste ore stanno sperimentando una accelerazionenotevole dei contagi( arrivati ormai a oltre 1.600 casi, secondo la John Hopkins Un iv ersity ). Oppure questi Paesi attueranno strategie diverse dalla nostra per arginare l’ epidemia, magari con minori provvedimenti restrittivi“fisici” e un maggiore utilizzo di strumenti più tecnologici e informatici dedicati per vigilare sull’ ottemperanza delle misure diauto-isolamentoeauto-quarantena?
Le sfide
I prossimi dieci giorni saranno decisivi: per l’Italia, per l’Europa, per il mondo. Per l’ Italia perché capiremo se le misure restrittive cominceranno a produrre i primi effetti positivi; e perché capiremo anche se saremo stati in grado di le maggiori emergenze territoriali dell’ epidemia. Per l’ Europa, perchéseil-Covid-19siestenderàcome è accaduto in Italia obbligherà non solo i singoli Paesi a valutare interventi più efficaci per contrastare l’epidemia ma metterà Bruxelles difronte alla necessità di prendere in esame misure dicontenimento della crisi sanitaria ed economica del Cov id -19 di portata ben maggiore rispetto a quanto sin qui immaginato: cioè più flessibilità mirata, molti più investimenti e il va rodi un programma comune per alleggerirei deficit e i debiti dei singoli Stati alle prese con la pandemia, anche attraverso l’ emissione di Euro Rescuebond, dedicati a tal scopo, una tantum, come suggerito da Alberto Quadrio Curzio. Mentre la Lagar de dovrà dimostrare di essere all’altezza del suo compito e non una semplice passacarte dei “falchi” tedeschi. Infine, saranno giorni cruciali anche per gli Stati Uniti, specie sei contagi dovessero aumentare rapidamente a livelli critici, non fosse altro perché gli americani non possono appoggiarsi a una sanità pubblica gratuita ed efficiente come quella italiana.