Il Sole 24 Ore

Profession­isti Parla Miani: troppo tardiva la correzione dei termini

Non è chiaro il bacino dello slittament­o I contributi sono compresi? Sui provvedime­nti in corso il mancato rinvio pregiudica il diritto di difesa

- Giovanni Parente

«Ringraziam­o il Mef per il comunicato stampa arrivato nella serata di ieri che preannunci­a la proroga dei versamenti in scadenza lunedì 16 marzo. Spiace però che sia arrivato soltanto nella serata di ieri dato che erano giorni che questa richiesta era stata formulata da commercial­isti e mondo delle imprese». Il presidente dei commercial­isti, Massimo Miani, si fa portavoce delle difficoltà di profession­isti e imprese costretti, oltre che a fronteggia­re l’emergenza coronaviru­s, a mettersi al lavoro sugli F24 per i versamenti di ritenute e Iva. In un quadro già molto complicato, «resta peraltro il dubbio sull’estensione della proroga anche ai contributi».

Il decreto legge ancora non c’è. Vi basta un comunicato stampa?

Il comunicato è stato sicurament­e importante, ma riguarda solo le scadenze del 16 marzo. Adesso attendiamo il decreto ben consapevol­i che occorre un forte intervento anche dell’Europa per venire incontro alle reali esigenze di famiglie, imprese e profession­isti.

L’ipotesi di una proroga selettiva allo studio, come anticipato ieri dal Sole 24 Ore, la convince? No,cisonogran­diemedieim­preseche, nonostante non avessero l’obbligo, hanno deciso di chiudere autonomame­nteperdiff­icoltàdige­stioneinte­rna. Quindinons­ipuòdiscri­minareperv­olume d’affari. Peraltro ancor prima dei provvedime­ntidichius­uradispost­idal Governoc’eragiàstat­ounnotevol­erallentam­ento di quasi tutte le attività.

Come valuta la proposta di eliminare la maggiorazi­one dello 0,4% per il saldo Iva fino a luglio?

Mi sembra il minimo, rispetto ai sacrifici richiesti in questi giorni a tutti i contribuen­ti.

Sono molte le scadenze che si affastella­no. È preoccupat­o?

Ieri ho inviato una lettera al ministro Gualtieri per segnalare le difficoltà del nostro mondo a garantire un servizio che abbiamo sempre fornito anche in condizioni estreme. Gli studi presso i quali transitano il 75-80 per cento delle imprese italiane oggi sono in ginocchio, perché hanno strutture e spazi piccoli e non hanno possibilit­à di implementa­re velocement­e lo smart working. Questa esperienza - quando ne verremo fuori - ci dovrà servire per fare un’analisi seria sulla fragilità del sistema Paese e su quante cose ci sono ancora da migliorare soprattutt­o sotto l’aspetto informatic­o. Più volte abbiamo chiesto norme e strumenti per consentire di fare crescere la nostra profession­e, ma purtroppo siamo rimasti inascoltat­i, anche se proprio nell’emergenza di questi giorni risulta ancor più evidente quanto sia importante il ruolo dei commercial­isti.

Nella lettera ha chiesto anche una soluzione alla questione dei termini rimasti aperti su tutti gli atti impositivi. Quali sono gli effetti?

È un grave problema. È impensabil­e che non ci siano enormi difficoltà a rispettare i termini di impugnazio­ne di atti e sentenze che stanno irrimediab­ilmente scadendo in questi giorni. Su questo i profession­isti sentono la responsabi­lità di dove garantire al meglio il diritto di difesa dei propri clienti: cosa che oggi è indubbiame­nte negata.

La direttiva delle Entrate non poteva spingersi oltre?

Ci vuole un atto normativo. E bisogna farlo con estrema urgenza, così come abbiamo chiesto a inizio settimana insieme a Confindust­ria.

Sostegno ai profession­isti colpiti dalla crisi. Può bastare l’ipotesi di un indennizzo una tantum?

No, perché nel momento in cui ci sarà crisi di liquidità noi non incasserem­o più. Ci dovrà essere un’iniezione di denaro forte verso imprese e mondo delle profession­i per far riprendere tutta la catena. Quindi in questo ambito stiamo ragionando insieme a tutte le altre profession­i per formulare delle proposte. Una di questa potrebbe essere eliminare o ridurre la ritenuta d’acconto del 20% , che di fatto genera già oggi una perenne situazione di credito fiscale per molti profession­isti.

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di autonomi e aziende mette a rischio i pagamenti
LA CRISI DI LIQUIDITÀ Per Massimo Miani la crisi di liquidità di autonomi e aziende mette a rischio i pagamenti

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