Intermediari fiscali: passo avanti con la nuova direttiva professioni
«La strada giusta per combattere l’evasione è renderla meno conveniente»
Dal 1997 il presidente dell’istituto nazionale dei tributaristi, Riccardo Alemanno, non ha mai passato il testimone. L’ennesima conferma, per acclamazione, è arrivata anche dal VI Congresso nazionale.
Ora ha davanti a sé ancora un triennio, quali saranno le sue priorità? Dal punto di vista professionale certamente il riconoscimento dell’importanza sempre maggiore della figura dell’intermediario fiscale abilitato. Un ruolo che diventa fondamentale alla luce della digitalizzazione, come dimostrato dal successo della fatturazione elettronica. Del resto, che non ci siano funzioni riservate, lo ha chiesto anche l’Europa con la direttiva entrata in vigore il 1° ottobre scorso.
Quale strada indichereste per combattere l’evasione?
Il contrasto di interessi. Ipotizzando una detrazione del 25% sino a euro 5mila euro annui (e oltre) per spese quotidiane con Iva al 22%: dai servizi per auto all’ abbigliamento, pagate con sistemi tracciati e certificate da fattura o scontrino parlante. Un mese prima della campagna dichiarativa si potrebbero estrarre un certo numero di codici Ateco di attività i cui beni o servizi rientreranno tra quelli detraibili. Essendo la detrazione maggiore più elevata dell’Iva, si ridurrebbe una delle motivazioni che induce a non richiedere fattura e scontrini. Non conoscere prima le spese detraibili renderebbe più difficoltosi e non convenienti gli accordi volti all’evasione.