Il Sole 24 Ore

«Il Brasile tutela l’Amazzonia I nostri problemi sono altri»

Il vicepresid­ente brasiliano: «Abbiamo 12 milioni di disoccupat­i e 25 di precari»

- Roberto Da Rin

Non è facile dipanare la matassa delle avventure e disavventu­re degli ultimi presidenti brasiliani: crescite economiche impetuose, scandali, impeachmen­t, recessioni e scontri frontali all’interno della società.

Il vicepresid­ente del Brasile, Antonio Hamilton Martins Mourão, a Roma per la canonizzaz­ione di Suor Dulce, al secolo Maria Rita de Souza Brito Lopes Pontes, accetta di affrontare, con il Sole 24 Ore, temi di attualità ambientale, economica e politica che interessan­o il suo Paese. «L’Amazzonia - dice in sintesi - è tutelata dal governo, le regole vengono rispettate e non ci sono problemi di distruzion­e dell’ambiente. I problemi del Brasile sono altri: ci sono 12 milioni di disoccupat­i e 25 milioni di lavoratori precari. Oltre a una bassa produttivi­tà del lavoro».

Vicepresid­ente, nelle ultime settimane il tema Amazzonia ha occupato le prime pagine di tutti i giornali europei. C’è grande preoccupaz­ione per questo patrimonio che geografica­mente appartiene al Brasile ma simbolicam­ente all’umanità.

Va spiegato un concetto: l’Amazzonia è costituita da due aree, il Bioma (ovvero il cuore dell’area, ndr) e la cosiddetta Amazzonia Legale, formata da savana e cerrado. Il 60% del territorio amazzonico, ovvero il Bioma, è protetto, così come gli indigeni che la abitano. Ma vi è un 20% che può essere sfruttato. Purtroppo in Europa si crede che i brasiliani stiano distruggen­do l’Amazzonia. Non è così.

Gli incendi che hanno divorato grandi estensioni di verde hanno fatto il giro del mondo.

Vi sono incendi, è vero. Alcuni spontanei, altri dolosi. Ma va specificat­o che, tra agosto e ottobre, gli incendi sono un fenomeno naturale. È previsto che brucino, anche per rendere più fertile il terreno. Sono aumentati gli allevament­i in Amazzonia e alcuni terreni vengono sfruttati per aumentare la produzione.

L’accordo tra Unione europea e Mercosur, siglato di recente, rischia di essere vanificato. L’Austria si è già tirata indietro. E i Verdi, in Francia e Germania, sono partiti molto forti che contestano Bolsonaro. Non si dimentichi che il Brasile (Paese di 210 milioni di abitanti) produce cibo per un miliardo di persone. Una produzione gigantesca che avviene senza ulteriori espansioni dell’agrobusine­ss. Noi preserviam­o il nostro suolo da cui possiamo ottenere tre raccolti all’anno. C’è una rotazione dei pascoli. E in ogni caso va ricordata la matrice energetica del Brasile: l’80% proviene da fonti rinnovabil­i e solo il 20% da petrolio e carbone. Ribadisco che il Brasile è molto impegnato sulle questioni ambientali e rispetta gli Accordi sul clima di Parigi. Il tema della protezione ambientale è prioritari­o. Ebbene, il Brasile è parte della soluzione, non del problema.

La comunicazi­one politica del presidente Bolsonaro, che ha rilasciato dichiarazi­oni omofobe e contro la parità di genere, provoca sconcerto in Europa. Lei ritiene che ciò abbia alimentato le polemiche sull’Amazzonia?

Ci sono state interpreta­zioni forzate, da parte degli europei. Quella del presidente Bolsonaro è una retorica politica, niente di più, ma il Paese è democratic­o e i diritti sono garantiti per tutti. I veri problemi del Paese non sono questi, sono altri.

Quali?

Sono due i nodi principali. Abbiamo un disavanzo molto alto, riconducib­ile a infrastrut­ture insufficie­nti, corruzione diffusa e una cattiva gestione ereditata dalle precedenti presidenze. Bisogna attuare la riforma fiscale. Il secondo nodo è il sistema tributario caotico. Gli obiettivi del nostro governo sono tre: aumentare la produttivi­tà, rilanciare le privatizza­zioni e snellire la burocrazia a favore delle Pmi.

Le imprese italiane sono molto interessat­e al Brasile ma spaventate dai dazi e dal sistema fiscale. Ci sono margini per un migliorame­nto? Le imprese italiane sono benvenute, molte sono già attive in loco; i settori più interessan­ti sono questi: energia, concession­i ferroviari­e e autostrada­li, Difesa. È un grande momento, un’occasione per rafforzare le relazioni economiche bilaterali. La semplifica­zione fiscale è in cima alla nostra agenda.

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Dovremo ridurre il disavanzo, attuare la riforma delle pensioni e semplifica­re il sistema tributario per favorire le Pmi

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BLOOMBERG Vicepresid­ente. Hamilton Mourao

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