Il Sole 24 Ore

Sergio Rossi non teme la Brexit

L’azienda guidata da Riccardo Sciutto e controllat­a da Investindu­strial ha chiuso il 2018 con ricavi a 64 milioni e margini in migliorame­nto e ha appena aperto una boutique a Londra

- Giulia Crivelli

«Se mi spaventa la Brexit? Direi di no. Chi può dire cosa succederà... non lo sanno nel Regno Unito né a Bruxelles. Ma sono sicuro che Londra resterà una capitale globale, un punto di riferiment­o culturale e una città strategica per lo shopping di lusso. Per questo sono contento dell’investimen­to fatto nel negozio che abbiamo appena aperto e credo che il 2019 sarà un anno molto positivo per Sergio Rossi, in Europa e non solo».

Riccardo Sciutto, amministra­tore delegato dell’azienda di scarpe di lusso, è un entusiasta per natura. Ma è soprattutt­o un manager che fa progetti a medio termine, identifica­ndo i punti di forza di un brand e decidendo su cosa concentrar­e energie, economiche e creative. Lo ha fatto nelle sue due esperienze più recenti (Dodo di Pomellato e Hogan), lo sta facendo in Sergio Rossi. «Il brand ha una notorietà altissima in tutto il mondo e, forse ancora più importante, un know how nelle calzature di alta gamma che ha fatto scuola nel distretto di San Mauro Pascoli e nel mondo – sottolinea Sciutto –. Nel 2018, grazie al potenziame­nto della fabbrica in Emilia-Romagna,abbiamo prodotto 200mila paia di scarpe: non è solo diventata più grande, ma anche più efficiente. Tutto parte da lì ed è in fabbrica che ho trascorso la maggior parte del mio tempo nel primo anno come amministra­tore delegato». Sciutto è arrivato in Sergio Rossi nel febbraio 2016, a un mese dall’acquisizio­ne dell’azienda da parte di Investindu­strial. Dal fondo il manager, oggi 46enne, ha avuto massima libertà e i risultati si vedono: il fatturato 2018 è arrivato a 64 milioni, in forte crescita sull’anno precedente e per il 2019 si prevede un trend simile.

«Sono migliorati inoltre i margini, grazie a un lavoro certosino sulla costruzion­e delle collezioni – racconta Sciutto –. Avevamo troppe varianti di fodere, ad esempio. Ma l’impegno creativo nel complesso, se possibile, è ancora maggiore. Non abbiamo uno stilista unico, bensì 4-5 designer: sono convito che, specie in un mondo accelerato come il nostro e in particolar­e nel lusso, i risultati migliori vengano da menti e cuori che si stimolano a vicenda, che mettono al servizio di un progetto comunque i rispettivi talenti. Mi sento un allenatore di una fantastica squadra, più che un amministra­tore delegato in senso tradiziona­le».

Il negozio appena aperto a Londra, in Mount Street, segue un concept che potrebbe essere applicato ad altri. «C’è una stanza per acquisti su appuntamen­to e per la personaliz­zazione – conclude Sciutto –. La maggior parte dell’assortimen­to è ancora femminile, con una buona percentual­e di sneaker. Fatte alla Sergio Rossi, si intende. Ma abbiamo ripreso la capsule dedicata all’uomo, perché c’è molta richiesta e per la primavera-estate 2020 diventerà una vera e propria collezione a sé».

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 ??  ?? Palazzina storica.Uno scorcio interno e la facciata del monomarca di Mount Street, a due passi da New Bond Street, nel centro di Londra
Palazzina storica.Uno scorcio interno e la facciata del monomarca di Mount Street, a due passi da New Bond Street, nel centro di Londra

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